Abate-Murillo
La Consob, guidata da Giuseppe Vegas, ha il compito specifico dei vigilare sulle attività di Borsa e di mercato per tutelare i risparmiatori. La Banca d’Italia, guidata da Ignazio Visco, ha il compito di vigilare direttamente sulle banche per garantire la stabilità e la sicurezza del sistema finanziario; anch’essa ha una funzione diretta di tutela del risparmio. I rispettivi compiti di controllo sono simili e convergono allorquando si tratti di istituti di credito. «La loro collaborazione funziona (o dovrebbe funzionare) con un interscambio preciso ed esaustivo di informazioni», sottolinea Fabio Accinelli, esperto di diritto finanziario.
Apponi-BarbagalloOggi, invece, accade che il direttore generale della Consob, Angelo Apponi, ed il capo della sorveglianza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, si accusino a vicenda, senza esclusione di colpi, nel merito del dissesto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Venerdì 10 novembre la Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche ha votato a maggioranza la trasformazione delle audizioni dei due responsabili in testimonianze ai sensi di quanto previsto dal codice di procedura penale. Barbagallo ha spiegato che era stata la vigilanza  puntuale della Banca d’Italia ad aver rilevato lo stato di criticità. Bankitalia infatti aveva accertato, documentalmente, il fenomeno capzioso delle cosiddette «operazioni baciate», cioè l’acquisto di azioni della banca tramite finanziamente diretti dello stesso istituto. Quindi Barbagallo ha acclarato il comportamento corretto di Bankitalia la quale ha fatto tutto quello che era nei suoi poteri azionando ispezioni ad hoc, informando la magistratura nel merito e dando contezza documentale anche alla Consob di tutto quanto rilevato.

Consob, però, ha replicato che Bankitalia, nella realtà, non le abbia fatto assolutamente capire quale fosse il reale stato dell’arte in seno alle due banche. Appare chiaro, quindi, che sia Bankitalia che Consob erano perfettamente a conoscenza entrambe di quello che stava accadendo sia a Vicenza che a Montebelluna. Ad attestare ciò vi sono le carte che Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione, vuole acquisire e che dimostrano inconfutabilmente che entrambi gli organi di sorveglianza sapevano cosa stesse accadendo.
«Come sempre vi è da rilevare come i potenti d’Italia premessero affinché sulla vicenda di Vicenza e Montebelluna la situazione non prendesse una brutta piega, fino a quando non è intervenuta l’Europa», aggiunge Accinelli ricordando che ai vecchi tempi delle gestioni Zonin e Consoli «se il povero risparmiatore voleva, di fatto, avere un fido,doveva sottoscrivere le azioni delle due banche che potevano valere fino a 62 euro». Un prezzo assolutamente irrealistico.

Wall & Street
Tag: , , , , , , , , , , , , , , ,