duranti1Dottor Duranti, quali sono le principali spese deducibili per le famiglie italiane?

Sono deducibili i contributi previdenziali ed assistenziali obbligatori, nonchè quelli volontari versati alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza, l’assicurazione casalinghe e i contributi versati per il riscatto degli anni di studio universitario. Continuando nella carrellata, troviamo gli assegni periodici corrisposti al coniuge e i contributi previdenziali ed assistenziali versati per colf e baby sitter. Rientrano in tale categoria anche talune donazioni effettuate alle confessioni religiose, anche diverse da quella cattolica.

 

Quante detrazioni sono legate alla famiglia?

Molte. Ricordiamo a questo proposito innanzitutto le spese sostenute per i figli a carico, che possono essere detratte al 19 per cento dal genitore al quale è intestao il documento che certifica la spesa.

 

E le spese sanitarie?

Sono detraibili, sempre nella misura del 19 per cento, ma soltanto sulla parte che supera 129,11 euro: quindi, se ad esempio la spesa ammonta a 375,30 euro, la detrazione dev’essere calcolata su 246,19 euro. Attenzione, però, alle spese relative all’acquisto di medicinali: affinchè siano detraibili occorre infatti che il contribuente abbia conservato la fattura oppure il cosiddetto “scontrino parlante”, che deve indicare la natura e la quantità dei prodotti acquistati, l’apposito codice alfanumerico impresso sulla confezione del medicinale e il codice fiscale del destinatario.

 

Le spese per l’istruzione e lo sport si possono detrarre?

Per quanto riguarda la formazione, sono detraibili le spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria di primo e secondo grado, universitaria, di perfezionamento e/o di specializzazione universitaria, tenuti presso università o istituti pubblici o privati, anche stranieri. Una precisazione: la detraibilità non viene meno se tali oneri si riferiscono a studenti fuori corso … In tale categoria possono essere ricompresi anche i canoni di locazione sostenuti dagli studenti universitari iscritti a una università situata in un Comune diverso da quello di residenza: è peraltro necessario che la locazione sia riconducibile alla riforma contenuta nella legge 9 dicembre 1998, n. 431 (che, si ricorderà, ha mandato in soffitta in un colpo solo l’equo canone e i patti in deroga). Passando all’attività sportiva, essa risulta agevolata se riguarda le giovani generazioni: in particolare, sono detraibili nella misura ordinaria anche le spese sostenute per l’iscrizione annuale e l’abbonamento, per i ragazzi dai 5 ai 18 anni, ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica. Mi premono tuttavia due considerazioni: primo, la detrazione dev’essere comunque calcolata su di un importo non superiore a 210 euro per ogni ragazzo; secondo, tali spese devono risultare da idonea documentazione (bollettino bancario o postale, fattura, ricevuta o quietanza di pagamento).

 

Quali sono le regole per spese connesse a colf e badanti?

Sono detraibili le spese, per un importo non superiore a 2.100 euro, sostenute per le badanti, nel caso in cui il contribuente o un suo familiare fiscalmente a carico non sia autosufficiente (che non sia cioè in grado di alimentarsi autonomamente, oppure espletare le funzioni fisiologiche e provvedere all’igiene personale, vestirsi, muoversi, ecc.). Non tutti però possono usufruire di questo sconto fiscale: ne sono esclusi infatti coloro con un reddito complessivo superiore a 40mila euro.

 

Quali altre voci completano l’elenco degli oneri detraibili?

Meritano sicuramente di essere ricordate le spese sostenute per l’acquisto e la riparazione di veicoli per persone disabili e per l’acquisto di cani guida, così come le spese funebri e le donazioni effettuate ad enti appartenenti al variegato mondo del Terzo Settore (associazioni, Onlus, associazioni di promozione sociale e sportive dilettantistiche, ecc.), le spese veterinarie e le somme pagate dai genitori per l’asilo nido (anche privato) per un importo complessivamente non superiore a 632 euro annui per ciascun figlio.

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