Con House of Ashes torna il terzo capitolo della amata serie The Dark Pictures Anthology, saga ideata e sviluppata da Supermassive Games, che ha riscosso molto successo, tra il pubblico, con i due precedenti titoli (Man of Medan e Little Hope) grazie alla peculiare e innovativa fusione tra la componente videoludica e il cinema horror.

Questa antologia, infatti, propone, episodio dopo episodio, storie slegate tra di loro, ma che hanno come denominatore comune il fatto di avere un gruppo di cinque persone la cui vita è minacciata da qualcosa di oscuro e ignoto e dove noi giocatori dovremo, mentre siamo nei panni del personaggio di turno, compiere delle scelte che impatteranno sul corso della storia e che porteranno alla morte o alla sopravvivenza di uno o più membri della compagnia. L’obbiettivo è, quindi, quello di farne restare in vita il più possibile, ma non sarà semplice.

House of Ashes abbandona l’atmosfera cupa e colma di soprannaturale che ha caratterizzato i due titoli precedenti e ci porta in Iraq, due anni dopo la caduta delle Torri Gemelle e nel pieno del conflitto armato. Le forze speciali americane sono in cerca della riserva di armi chimiche di Saddam, che, secondo il parere del colonnello Eric, si trova sottoterra; il plotone designato per la missione parte per trovarla, ma, una volta sul posto, lo scontro con le forze irachene fa cedere il terreno e i nostri personaggi finiranno tra le rovine di un antico tempio sumero, dove la minaccia che li attende è ben più spaventosa delle armi chimiche.

Sul gameplay, vista la natura del gioco, non c’è molto da dire. Si riduce, infatti, all’esplorazione per recuperare collezionabili utili a comprendere al meglio la storia, al fare scelte e ai quick time events, ovvero situazioni in cui dovremo premere velocemente il pulsante mostrato nello scermo per, ad esempio, mettere a segno un colpo di fucile o per non inciampare mentre scappiamo da qualcosa.

Quanto alla narrazione e alla trama, invece, bisogna fare gli elogi a Supermassive Games, che ha avuto il coraggio di proporre una storia diversa dai precedenti, senza, però, snaturare lo stile caratteristico della saga. Il passo in avanti fatto nella caratterizzazione dei personaggi e nella resa della loro profondità psicologica è evidente e ci porterà a provare emozioni positive o negative verso i membri del gruppo, rendendo talvolta davvero sofferte e difficili le scelte che prenderemo, giuste o sbagliate che siano, per il bene comune.

Le ore necessarie a completare il gioco non sono molte, ma la rigiocabilità è il punto forte dei titoli della serie, in quanto non solo le azioni all’apparenza decisive impatteranno sul corso della storia, ma anche la scelta delle parole che decideremo di utilizzare nei dialoghi tra due personaggi porteranno a modifiche, più o meno importanti, nella trama; è molto interessante tornare indietro sui propri passi e osservare come gli eventi vengano influenzati anche dalla più insignificante variazione nelle nostre decisioni.

Probabilmente, House of Ashes è il titolo più riuscito della Dark Pictures Anthology, seppur siano tutti validi e capaci di tenerci incollati allo schermo. Se siete amanti della saga, è un gioco che non può mancare nella vostra collezione, mentre, se non conoscevate la serie, ma siete amanti dell’horror e del mistero, il consiglio è quello di farvi un regalo per questo Natale e recuperare anche i precedenti capitoli per immergervi al meglio nelle misteriose trame di questa oscura antologia.

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