Staminali: italiani analfabeti
Pronti a scendere in piazza per rivendicare il diritto a curarsi con le staminali. Ma senza sapere davvero di che cosa si stia parlando. La quasi totalità degli italiani, 89 per cento non sa che cosa sia una cellula staminale , non conosce la differenza tra staminali embrionali e cordonali e non è informato sulla possibilità di conservare il sangue cordonale. Questo lo sconfortante risultato di un rapido sondaggio commissionato da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo svilupp0 delle biotecnologie, alla Ispo di Renato Manneheimer.
Negli ultimi sei mesi in Italia il tema staminali è stato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto in relazione alla terapia Stamina messa a punto dalla Fondazione di Davide Vannoni alla quale è stata negata la possibilità di una sperimentazione ufficiale perchè dichiarata sicuramente inefficace e potenzialmente pericolosa dal ministero della Salute. Una decisione condannata da un movimento di opinione pubblica del quale fanno parte molte famiglie di piccoli ammalati che già sottoposti alla terapia stamina affermano di aver visto concreti miglioramenti. Non solo però. Anche popolari trasmissioni televisive, parlamentari e personaggi pubblici si sono schierati a sostegno di questa terapia chiedendo che sia somministrata dal servizio sanitario nazionale nonostante la comunità scientifica internazionale non abbia dato alcun credito al metodo Stamina e a chi l’ha messo a punto.
Perchè tanta sfiducia e diffidenza nei confronti delle istituzioni e della comunità scientifica? E come mai tanta fiducia invece in una terapia screditata dagli esperti e sostenuta da una persona che non è un medico ed oltretutto risulta ancora indagato per truffa dalla Procura di Torino? Sono interrogativi che vanno posti sia alle istituzioni politiche e scientifiche sia al mondo dell’informazione. Molto utile in questo senso il sondaggio voluto da Assobiotec anche se l’indagine non riguardava in alcun modo il caso della terapia Stamina ma la conoscenza in generale delle cellule staminali ed in particolare la possibilità di donare o conservare il sangue cordonale. Dopo aver rilevato che soltanto l’11 per cento degli italiani ha una idea abbastanza precisa sulle staminali, Mannheimer è andato anche a vedere da dove sono state prese le informazioni, evidentemente piuttosto confuse, rispetto al tema cellule staminali dalla maggioranza degli intervistati.
Il 58 per cento delle persone interpellate aveva raccolto informazioni dalla televisione. Il 14 per cento da Internet. Soltanto una percentuale residuale aveva avuto spiegazioni e particolari dalle fonti giuste ovvero in ospedale dall’ostetrica (2 per cento), in ospedale da un medico (1 per cento), oppure dal medico di base (3 per cento). Uno dei risultati più gravi di questa assoluta disinformazione è che il 97 per cento dei cordoni ombelicali viene gettato mentre potrebbe essere conservato a fini terapeutici soprattutto se si tiene conto del fatto che in Italia è assolutamente vietato l’uso delle cellule staminali embrionali per moviti etici. Riccardo Palmisano vicepresidente di Assobiotec propone <un tavolo tecnico cui siedano pubblico e privato che produca un documento condiviso con poche e corrette informazioni per alfabetizzare la popolazione sul tema staminali>.
Io penso che si potrebbe cominciare subito dal medico di base e dall’ospedale che potrebbero dare, ad esempio, alla loro paziente in stato interessante tutte le informazioni necessarie proprio sulla conservazione del cordone ombelicale. C’è comunque un ultimo e pesantissimo punto interrogativo. Una volta avute tutte le informazioni se tutte le donne al momento del parto chiedessero di poter donare e/o conservare il cordone ombelicale le strutture pubbliche coinvolte sarebbero in grado di farlo? Ho paura che la risposta sia “no” e come al solito per motivi economici visto che anche la conservazione del sangue cordonale comporta alti costi per il servizio sanitario nazionale.