Eterologa il caos è servito. In Italia le coppie sterili possono o no accedere alla fecondazione assistita tramite donazione dei gameti di un terzo estraneo alla coppia? La risposta, ridicola se non fosse drammatica, non è univoca, è un “forse”  che apre a contenziosi infiniti che il governo avrebbe avuto il dovere di risolvere subito con un provvedimento ad hoc. Per paura di  creare tensioni nella maggioranza  invece il premier Matteo Renzi ha preferito scaricare la rogna al Parlamento rimandando così la risoluzione della questione ad un tempo incerto. Un tempo che le famiglie avrebbero il diritto di risparmiare.

Allora ricapitoliamo. Che cosa sta succedendo in Italia? La Corte Costituzionale nell’aprile scorso ha abrogato il divieto per le tecniche di fecondazione eterologa introdotto con la legge 40.  Per i costituzionalisti e pure per le associazioni di settore dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza in giugno di fatto l’eterologa è praticabile.   Infatti molti centri privati sono già partiti e qualcuno ha pure annunciato i primi successi sfociati già in gravidanza. Peccato che il governo non la pensi affatto così.  Subito dopo l’annuncio della decisione dei giudici costituzionali il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha alzato un muro: niente eterologa prima della pubblicazione delle linee guida. Ovvero di una regolamentazione che stabilisca limiti e regole per le procedure di PMA , procreazione medicalmente assistita con donazione dei gameti.

A quel punto è partito il dibattito. E purtroppo quando in Italia si apre un dibattito politico oltretutto con ampi risvolti etici si sa dove si fa a finire: nel nulla. Sono partite le polemiche sull’anonimato del donatore, la possibilità di scelta dei genitori sul “fenotipo” del nascituro, ovvero le caratteristiche somatiche compreso il colore della pelle,  e a quel punto di fronte al rischio di una rottura all’interno della fragile maggioranza è stato deciso di passare la palla al Parlamento che comunque non comincerà a discuterne prima di settembre.

Intanto però i centri privati sono partiti sentendosi oltretutto anche abbastanza tutelati dal parere di illustri costituzionalisti come il presidente stesso della Consulta, Giuseppe Tesauro, che non soltanto ritiene non ci sia vuoto normativo e che quindi l’eterologa sia praticabile applicando le norme già previste per tutte le altre tecniche di fecondazione ma anche che qualsiasi veto posto alla pratica sia da considerare <contro la Costituzione>.  E infatti la Regione Toscana ha già deciso di andare avanti per conto suo. Ha emanato una regolamentazione regionale dando così il via libera all’eterologa anche nei centri pubblici attrezzati,  ovvero quelli che praticano  la PMA.

Ma che cosa rischiano le coppie ed i centri che hanno deciso di ignorare il divieto ribadito dal governo? La situazione intanto è sicuramente diversa per la Toscana che si è data una regolamentazione autonoma. A quel punto anche dal punto di vista amministrativo e civile non dovrebbero sorgere problemi. Diverso il discorso per i centri che operano in altre Regioni prive di una regolamentazione attuativa, le linee guida, perchè a quel punto opereranno in assenza della necessaria autorizzazione della Regione.

Non solo. Proprio ieri il Centro Nazionale Trapianti presso il quale sarà istituito (una volta che ci sarà la legge) il Registro nazionale dei donatori ha ribadito che l’eterologa in Italia al momento non è autorizzata. Dunque <L’acquisizione di gameti da parte di singole persone o coppie non è consentita in alcu modo> e chi dovesse violare queste norme rischia <fino a 3 anni di carcere>.

Insomma in Italia si assiste ad un paradosso inaccettabile: il divieto dell’eterologa è stato dichiarato incostituzionale ma chi la pratica rischia sanzioni, multe o addirittura il carcere.  Anche se è sicuramente cosa nota è pure bene ricordare che l’eterologa era già praticata in Italia prima del divieto introdotto nel 2004.  Si tratta di una pratica oramai ampiamente sperimentata in tutto il mondo da oltre trent’anni. Non ci sono dunque problemi di rischio una volta stabilite regole certe per garantire la salute di donatore e ricevente ma sicuramente questioni etiche che anche gli altri Paesi hanno dovuto affrontare e risolvere.  Visto che l’Italia arriva per ultima dovrebbe avere almeno il vantaggio di poter evitare gli errori già commessi dagli altri.

Ancora una volta la drammatica debolezza della politica incide in modo pesante sulle scelte private delle famiglie e sulla libertà della persona

 

 

 

 

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