Vietare l’utero in affitto. Strasburgo dice no alla donna usata come merce.
Il Parlamento Europeo prende una posizione di netta condanna della maternità surrogata, ovvero la pratica definita dell’utero in affitto. La gestazione a carico di una donna esterna alla coppia che poi adotta il figlio è vietata in Italia ma ammessa in molti paesi, come la Romania, la Grecia e il Regno Unito. Viene praticata anche in Canada e negli Stati Uniti. Nel nostro paese il dibattito, chiuso anni fa con l’approvazione della legge che vieta questa pratica, si è riaperto da quando si discute di unioni civili per le coppie omosessuali. Il disegno di legge in discussione al Parlamento ammette la stepchild adoption ovvero l’adozione da parte del partner del figlio avuto da uno dei due membri della coppia omosessuale. Su questo punto sono state alzate le barricate da parte dei cattolici che ritengono la stepchild adoption un cavallo di troia per aprire in modo ufficioso alla maternità surrogata. I favorevoli all’utero in affitto dipingono il gesto della donna che porta in grembo un figlio che poi donerà ad una coppia che non è in grado di averlo come un gesto di generosità ma è innegabile che nella maggioranza dei casi si tratta di un gesto dettato dal bisogno. Una donna giovane e povera che in cambio di denaro partorisce al posto di chi non può farlo. Sul mercato ci sono tariffe precise che vanno dai 30.000 ai 100.000 euro. Ne sono convinte anche le femministe del gruppo Se non ora quando che qualche giorno fa hanno firmato un appello contro la maternità surrogata. Appello firmato da scrittrici come Dacia Maraini, attrici come Stefania Sandrelli e immediatamente condiviso da intellettuali, personalità che da sempre gravitano nell’area di sinistra e che per questo sono state immediatamente tacciate di <omofobia> da parte delle associazioni gay. Che cosa diranno ora queste stesse associazioni di fronte alla netta condanna da parte di Strasburgo? Nella relazione approvata ieri Strasburgo <condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani>.
Insomma non possono esserci equivoci . Portare in grembo il figlio di un altro per ottenere denaro, spesso spinte dalla disperazione e dalla fame, è una scelta che <compromette la dignità umana> e quindi va vietata.