E Mariotto Segni tuonò: 1992 è una puttanata!
1992, la nuova serie di Sky, nasce da un’idea di Stefano Accorsi. Bravo, penserete. Bravo, pensammo quando – molti mesi fa – iniziò la campagna promozionale. Finalmente qualcuno s’è deciso a raccontare quella pagina mai raccontata della storia nazionale! Seguirne le prime puntate, però, è stato sufficiente per capire il perché: l’attore bolognese si è ritagliato per sé il ruolo di Leonardo Notte, una specie di Jordan Belfort in dodicesimi. Già, il buon Notte – fenomeno del marketing con un passato misterioso – sembra proprio la caricatura dello spregiudicato broker newyorkese interpretato, con ben altro spessore, ça va sans dire, da Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street. Un’ascesa tanto fulminante, quella dell’astro nascente di Publitalia, da conquistarsi la fiducia di un Marcello Dell’Utri alla ricerca di uomini che l’aiutassero a capire come il mondo sarebbe cambiato dopo l’ormai imminente crollo del vecchio sistema dei partiti. Un personaggio lucido, cinico, anaffettivo, con una vita privata spericolata, fatta di lusso, eccessi e sesso sfrenato, con un traffico di escort dentro e fuori la vasca a idromassaggio. Ed è stata proprio la presenza di tre escort – Olga, Irina e Katarina – nella cena per fiction tra una delegazione inviata da Dell’Utri e Mariotto Segni ad aver fatto infuriare l’ex politico democristiano. “Sono indignato. Hanno mistificato la realtà!”, ha tuonato. Risfogliamo velocemente i fatti: cavalcando il successo del referendum abrogativo del 1991, Segni aveva fondato un movimento, Alleanza Democratica, per modificare, sempre a colpi di referendum, la legge elettorale da proporzionale in maggioritaria, allo scopo, dichiarato, di favorire un rinnovamento radicale del sistema politico italiano. La consultazione referendaria si tenne il 18 aprile del 1993 e com’era prevedibile, superò il quorum e si concluse con l’affermazione del sì. Segni divenne agli occhi degli italiani, per una brevissima stagione politica, il politico che avrebbe potuto cambiare l’Italia e Berlusconi, nel tentativo di fermare una possibile vittoria della sinistra comunista (all’epoca “salvata” dalle inchieste) gli propose di candidarsi come candidato premier del centrodestra. “Indeciso a tutto”, per usare il celebre motto di Flaiano, il docente sardo, tuttavia, finì per rifiutare l’offerta, sprecando rapidamente il suo potenziale elettorale. Nella finzione televisiva, invece, l’avvicinamento del figlio dell’ex presidente della Repubblica avviene con tempi e modalità ben diverse. L’incontro a cena tra la delegazione mandata da Dell’Utri (formata da un politico democristiano e uno socialista) viene guastato dall’irruzione di Notte con il suo argomento migliore: le escort, per l’appunto. Di fronte a un Mariotto incerto persino nel scegliere il dolce – “vorrei una mousse, no aspetti, una crostata, anzi, mi riporti il menù” – il pubblicitario offre il “classico” fine cena alternativo (già pagato, spiega). Il finto Segni rifiuterà sdegnato abbandonando cena e trattativa. L’indomani Dell’Utri licenzierà Notte per la puttanata commessa. Una puttanata che non è andata giù neanche al vero Segni, che si è domandato: “Possibile che si debba ridurre tutto a una volgare pochade?” La realtà, ha spiegato l’ex politico, è che i rapporti tra movimento referendario e la nascente Forza Italia è “una storia politica, non fatta di prostitute, e i contatti furono sempre diretti”. La prima “cena” si tenne solo nell’ottobre del 1993 – e non certo nel 1992 – a casa di Gianni Letta, alla presenza di Segni, Berlusconi e Confalonieri. Senza escort russe. La fiction è liberamente ispirata, d’accordo, ma che senso ha mescolare realtà e finzione quando i personaggi sono persone reali, con una storia personale e politica diversa da quella che gli si vorrebbe cucire addosso? Diciamolo chiaramente: l’operazione di Sky, almeno al momento, sembrerebbe rientrare nell’ennesima espressione di antiberlusconismo fuori tempo massimo. Continueremo a seguire la serie, anche perché Leonardo Notte ci è simpatico, specialmente quando cerca (vanamente) di spiegare a Dell’Utri che gli elettori sono tutt’altro che moderati. Sono piuttosto incazzati, insofferenti e intransigenti nei confronti dei vecchi esponenti politici e vedrebbero bene un candidato come Berlusconi. Mani Pulite, del resto, fu accompagnata, inutile negarlo, da un robusto consenso sociale e di garantisti in giro ce n’erano pochi e, se c’erano, erano distratti. E anche Accorsi – precisiamolo – non ci dispiace affatto, è uno dei pochi attori italiani della sua generazione che abbia osato affrontare sfide che vadano oltre la commedia made in Italy. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…