È tutta questione di… bellezza scientifica.

Oltre alla speranza, un altro fattore determinante per il perseguimento dei propri obiettivi è l’ottimismo. Essere ottimisti significa nutrire forti aspettative nei confronti della vita e pensare che gli eventi si volgeranno al meglio, nonostante i fallimenti e le frustrazioni.

L’ottimismo realistico, dal punto di vista della psicologia positiva, si rivela fonte di grandi vantaggi, perché è un atteggiamento che impedisce all’individuo di sprofondare nell’apatia, nella disperazione o nella depressione.

I pessimisti, invece, avvertono un senso generalizzato di dubbio e incertezza, accompagnato dall’attesa di un esito negativo.

In effetti, “le ricerche nel campo della psicologia positiva hanno dimostrato che adottare un punto di vista ottimistico ha numerosi vantaggi. Eccone alcuni:

  • gli ottimisti patiscono meno dei pessimisti le difficoltà della vita. Per esempio, sono molto meno soggetti all’ansia e alla depressione;
  • gli ottimisti si adattano agli eventi negativi (per esempio, interventi di bypass coronarico,
  • cancro al seno, aborto, trapianto del midollo osseo, AIDS);
  • l’ottimismo protegge le madri dalla depressione post partum;
  • l’ottimismo favorisce il coping focalizzato sul problema, l’umorismo, l’elaborazione dei piani, la ridefinizione in positivo (rappresentare una situazione nella migliore prospettiva possibile), e – quando una situazione è fuori del nostro controllo – l’accettazione della realtà.
  • gli ottimisti sono capaci di trarre insegnamenti dalle situazioni negative. Perciò sono più attrezzati di fronte alle difficoltà rispetto ai pessimisti;
  • cosa forse sorprendente, gli ottimisti tendono a ricorrere poco alla negazione, mentre i pessimisti spesso di prendere le distanze dal problema;
  • gli ottimisti non sono persone che nascondono la testa nella sabbia o trascurano i rischi per il proprio benessere. Per esempio, prestano attenzione campanelli di allarme per la salute e spesso scoprono problemi potenzialmente gravi prima che sia troppo tardi;
  • gli ottimisti sono più perseveranti nelle loro attività e tendono a non darsi per vinti, forse nella convinzione che in un modo o nell’altro riusciranno a cavarsela. I pessimisti, per parte loro, sono molto più inclini a prevedere disastri, e perciò si arrendono più facilmente;
  • gli ottimisti riferiscono un maggior numero di comportamenti benefici per la salute (per esempio, seguire una dieta equilibrata, sottoporsi regolarmente a visite di controllo) e godono di una migliore salute fisica rispetto ai pessimisti;
  • gli ottimisti sembrano essere più produttivi nel lavoro” (Boniwell I., 2012, Positive psychology in a Nutshell. The Science of Happiness, Open University Press, Maidenhead, trad. it, 2015, La scienza della felicità. Introduzione alla psicologia positiva, Il Mulino Editore, Bologna).

Ebbene, mi sembra che dunque esistano significative differenze fra l’essere ottimisti oppure pessimisti.

E, forse, in questo periodo storico dovremmo tenerne conto… con maggiore consapevolezza.

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