Vi spiego perché si deve dire: Viva l’auto
ECCO LA MIA RELAZIONE, COME PRESIDENTE DI UIGA (UNIONE ITALIANA GIORNALISTI AUTOMOTIVE), ALLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI VIVA L’AUTO, EVENTO GIUNTO ALLA TERZA EDIZIONE IN PROGRAMMA DAL 14 AL 16 OTTOBRE IN PIAZZA VITTORIO, A TORINO.
LA CONFERENZA STAMPA SI E’ SVOLTA OGGI ALLE OGR DI TORINO
Leggo alcuni dati che riguardano il settore automobilistico: 67,83 miliardi di euro è il gettito che nel 2010 il comparto ha assicurato al Fisco, cioè il 16,6% del contributo fiscale nazionale, ovvero il 4,4% del PIL.
Una sorta di Bancomat dell’Erario: 67,83 miliardi di euro significa un aumento dell’1,2% rispetto al 2009.
Per fare un paragone di estrema attualità: il gettito fiscale del settore è quasi pari alla manovra decisa dal Governo.
E ancora: guardando all’Italia, l’auto dà lavoro – direttamente o indirettamente – a 1,2 milioni di persone e investe in Ricerca e Sviluppo 2 miliardi di euro. E se esaminiamo l’Europa, l’occupazione riguarda 12 milioni di persone, il gettito ammonta a quasi 415 miliardi di euro, pari al 3,8% del PIL, in proporzione inferiore al contributo italiano, mentre gli investimenti assommano a 26 miliardi.
C’è poi il mondo della componentistica che gravita sul settore: 169.000 occupati, un export che vale 16,4 miliardi di euro sempre riferito al 2010, e 2.300 aziende che investono in Ricerca e Sviluppo tra il 2% e il 3% dei ricavi.
Immaginiamo, a questo punto, che il settore si blocchi completamente per un anno. Le conseguenze sarebbero letali per l’economia e l’occupazione. Allo Stato mancherebbero di botto quasi 68 miliardi di euro solo di entrate fiscali.
L’auto, dunque, è il motore dell’economia e dell’occupazione. Non dimentichiamo come il mondo abbia tremato quando un colosso del calibro della General Motors era sul punto di chiudere, e così anche Chrysler. La stessa crisi della Fiat del 2003/2004 ha scosso profondamente il Paese.
All’auto, dunque, più che il ruolo di Bancomat infinito, con ripercussioni sulle tasche di noi consumatori, deve essere riconosciuto il ruolo di “motore” del Paese. Gli investimenti fatti in questi anni hanno portato ad avere veicoli più sicuri e puliti.
L’auto ad emissioni zero è pronta da anni, prima con l’alimentazione ad idrogeno ed ora con il nuovo corso dell’elettrico. A non essere pronti sono gli enti locali per la mancata lungimiranza in passato in fatto di infrastrutture. Se il corso decisionale delle istituzioni avesse avuto la stessa velocità del settore, le nostre strade sarebbero ora piene di auto ad emissioni zero e non presenterebbero il triste spettacolo dei parcheggi in doppia fila, quando va bene!.
Ecco perché tre anni fa ci è venuta l’idea di creare un evento provocatoriamente chiamato “VIVA L’AUTO” allo scopo di esaltare i valori dell’automobile, vero simbolo di libertà individuale e, soprattutto, per dire basta alle continue vessazioni e penalizzazioni, quasi sempre strumentali, che il settore subisce.
È ORA DI DIRE BASTA!.
L’auto del giorno d’oggi è amica della città, e vuole riconciliarsi con essa nonostante abbia voluto marginalizzarla e strumentalizzarla soprattutto per fare “cassetta”.
Attraverso il contributo di docenti ed esperti, “VIVA L’AUTO” intende riconoscere i meriti di questo settore e rispondere agli accusatori che hanno per esempio messo in croce il SUV solo per partito preso. Il SUV è un’auto normale, che ha una linea specifica e può avere le stesse dimensioni di una Punto.
Questo ed altro vogliamo spiegare con “VIVA L’AUTO”. Firenze ci ha accolti per due anni e meno di un mese fa per una giornata dedicata alla mobilità eco-sostenibile.
“VIVA L’AUTO” approda ora a Torino non per fare un Salone, ma per spiegare che l’automobile non è il male di tutti i mali come viene fatta passare.
Insomma, è tempo di reagire. Il settore deve rialzare la testa e gridare: VIVA L’AUTO!.