È ora che chi si sente vessato, svuotato (nel portafogli), impedito (di circolare anche se ha un’auto d’ultima generazione, magari ibrida o a
Gpl/metano) si faccia sentire coinvolgendo gli altri automobilisti che si trovano nella stessa situazione. È ora di dire basta a questo continuo accanimento. I costi di gestione di un’auto hanno raggiunto l’apice.
La benzina ha sfondato quota 1,80 euro (e il gasolio 1,76 euro) ed è incredibile, ma vero il dato sul salasso
calcolato dal Centro studi Promotor: il prezzo al consumo, tra inizio e fine 2011, è cresciuto del 26%.
Se è vero che l’unione fa la forza, gli automobilisti e le associazioni che rappresentano i costruttori (meno soldi circolano, meno denaro viene erogato
dalle banche per i finanziamenti, meno auto si vendono) s’inventino qualcosa per farsi sentire dalle istituzioni. Subire in silenzio (o quasi) tutto questo martellamento, essere privati della libertà di circolare, è un attacco al quale bisogna in qualche modo rispondere. Ha ragione Loris Casadei, direttore generale di Porsche Italia, quando – dalle pagine di Quattroruote – afferma che «per l’automobile serve un pensiero strategico, non ideologicamente
punitivo, e una conoscenza che oggi il legislatore non ha». «Da qui – aggiunge – il continuo diffondersi, sull’automobile, di banalità e ipocrisie». Che sia ora che nelle stanze dei bottoni entri a gamba tesa una forte lobby del settore (quella esistente, se c’è, si è rivelata inefficace), capace d’opporsi a provvedimenti
punitivi, senza senso e svuota portafogli? L’Aci si faccia sentire, che diamine, e lasci da parte timori reverenziali nei confronti della politica e dei poteri
forti. Faccia il suo dovere a tutela degli automobilisti. E lo stesso vale per le associazioni dei consumatori
e tutta la filiera, dall’automobilista ai concessionari (Federauto) e costruttori (Anfia e Unrae) che, se vuole, può dare uno scossone decisivo. Come?
Partendo da un “manifesto” per l’auto da presentare tutti insieme. Ma presto, prima che il sipario cali.