D’ACCORDO C’E’ LA CRISI, MA NON PUNITECI
Mai come in questo momento il mondo dell’auto, dal produttore
al consumatore, passando per le reti distributive e
…tutto quanto a esso è collegato, deve compattarsi e far sentire
forte la propria voce. La tassazione sul settore ha abbondantemente
oltrepassato il livello di guardia, di varare
un piano di sviluppo strutturale per rilanciare il comparto
non se ne parla, la gente è esasperata e continua a rinviare
l’eventuale acquisto della nuova vettura di famiglia. È in
corso una politica punitiva verso il settore, sempre criminalizzato
e mai esaltato per quanto sta facendo a beneficio
della sicurezza e dell’ambiente.
Insomma, la misura è colma. L’automobile a emissioni
zero, a idrogeno o elettrica che sia, non è una novità di
questi giorni, ma è pronta da anni. Se anche gli investi-velocità
di quelli fatti dall’industria automobilistica, a questo
punto la situazione sarebbe diversa. E invece siamo
ancora a parlare di colonnine e distributori del metano
assenti in certe aree del Paese.
Dare addosso in continuazione all’automobile, con tasse
e divieti «cassetta», significa voler privare l’automobilista
della libertà (strapagata) di muoversi e mettere
in ginocchio un comparto, come sta accadendo, che è
uno dei motori dell’economia (vale l’11,4% del Pil) e assicura
ogni anno valanghe di miliardi alle casse del fisco
(nel 2010 il 16,6% del gettito complessivo, cioè 67,8
miliardi).
Ecco allora che il crollo delle vendite, causato sì dalla
crisi dell’euro ma anche da un governo che su questo
settore ha la mano molto pesante, sta già costando caro
in termini di posti di lavoro (concessionarie e officine
di assistenza). Il collasso del sistema auto del Paese è
più vicino di quanto si creda. Tutto questo esige che il
mondo dell’automobile si dia una svegliata e faccia valere
il suo ruolo di «motore».
L’auto non può più essere considerata il bancomat buono
per tutte le occasioni.
Ho così ritenuto, insieme ad alcuni amici, di fondare un
movimento di opinione denominato «Missione Auto»
(www.missioneauto.it), espressione di Amoer (Associazione
per una mobilità equa e responsabile), e portavoce
di tutto il mondo della mobilità virtuosa, affinché il
problema diventi un caso nazionale e vada oltre i comunicati
di circostanza. Mai come ora è necessario dare
risposte concrete e palesare il fatto che il bancomat ha
esaurito i soldi, che la mucca non ha più latte.
Pierluigi Bonora,
presidente Amoer-Missione Auto