«Torino dichiara guerra alla bici e alla mobilità».
«Signor Bonora, vada a inquinare da un’altra parte, spero che possa ravvedersi e scrivere in futuro articoli maggiormente sensati».
«Gentile Pierluigi, se la sua idea di mobilità è ancora basata sull’auto, penso che abbia sbagliato mondo: 1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…1 persona-1 auto…».
«Signor Bonora, il problema dell’auto non si riduce alle emissioni. Se anche fossero alimentate a molla, il problema sarebbe solo ridotto, ma non risolto! Il concetto stesso di auto è ormai retrogrado e appartiene a un modello di sviluppo che ha reso le nostre città invivibili e insicure».
Come si evince ho sollevato il coperchio di una pentola a pressione: avere scritto decine di articoli a favore dell’automobile – come simbolo di libertà ed esempio virtuoso da toccare con mano dell’efficacia degli investimenti fatti dal settore per tagliare le emissioni e migliorare la sicurezza – nonché aver promosso a Torino un evento (Missione Auto) contro l’indiscriminata criminalizzazione delle quattro ruote e le continue vessazioni contro di esse, ha fatto in modo che venisse allo scoperto che parte dell’opinione pubblica è in guerra con l’automobile.
In effetti, lo si era già capito da tempo, vedendo il modo di agire di numerose amministrazioni locali e le tante demagogie partorite dalla componente più integralista di ambientalisti e associazioni varie.
È guerra, dunque, e a non essersene accorti, almeno fino a ieri, erano stranamente i protagonisti del settore, il cui comportamento fino a ora è stato per nulla incisivo.
Basta leggere la prima affermazione riportata in cima al testo, con il quale un sito ha dato strumentalmente addosso all’evento torinese «Missione Auto», per capire come ragionano certe persone: a senso unico, con il paraocchi. Ma quale guerra alla bici o alla mobilità? Ma quale volontà di aver voluto organizzare una manifestazione pro-auto in concomitanza con gli stati generali della bici a Reggio Emilia!
Basta con le provocazioni strumentali. È tutto il contrario: «Missione Auto» ha voluto dimostrare che la macchina non è un demonio, che la macchina è indispensabile, che la macchina a zero emissioni è una realtà, che la macchina vuol dire lavoro e progresso, che la macchina significa Pil e gettito per l’Erario, che la macchina deve essere utilizzata in città con intelligenza, ma non per questo si debbano costruire solo piste ciclabili e non più parcheggi. Che è ora di finirla di darle sempre addosso. Ci si informi, e non si parli a sproposito.
Propongo a qualche sindaco di vietare l’accensione dei riscaldamenti dei condomini tra dicembre e febbraio «causa inquinamento». Vediamo che cosa succede…

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