La risposta della contessa che ama andare in bicicletta Isabella Bossi Fedrigotti (beata lei che abita in centro a Milano e non i problemi dei comuni mortali: quindi, per questo, è facile parlare) alla lettera di un lettore, pubblicata dal “Corriere” dell’8 maggio, mi porta a intervenire. Il lettore in questione, il signor F. C., esprimeva le sue non poche perplessità a proposito della soppressione, a Milano, dei posti auto. Da qui la necessità di creare parcheggi sotterranei (a prezzi popolari, aggiungo io) e di considerare chi arriva da fuori (e non abita a due passi dall’ufficio) e, quindi, non può fare a meno della macchina.
La risposta della contessa lascia allibiti: …ho visto più di un garage pieno di cartelli che annunciano affitti e vendite di box. Per questo, forse, non ha moltissimo senso avviare nuove autorimesse sotterranee…
E allora che si fa? Per liberare la superficie dalle macchine non basta la bacchetta magica delle piste ciclabili e della cancellazione scriteriata dei posti auto. Ci vuole un piano organico ed equilibrato da approntare, tenendo conto dell’esistenza delle auto e delle moto, e delle necessità di tutti. La par condicio vale per tutti.

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