C’è da chiedersi, cari amici che ci leggete, che cosa uscirà dal secondo round della Consulta permanente sull’automotive previsto per la fine di novembre e voluta dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, non proprio un amico delle quattro ruote visti i precedenti (lotta ai Suv) quando era sindaco di Padova, “allo scopo di trovare possibili linee di intervento per la ripresa di un settore chiave per l’Italia duramente colpito dalla crisi”. Analizziamo il virgolettato: nulla di nuovo, di “possibili linee di intervento” si parla inutilmente da tempo (sono le solite frasi care ai politici e valide per tutte le occasioni), e leggere che si tratta “di un settore chiave per l’Italia” suona come una presa in giro. E ancora, nella nota seguita al primo incontro, si parla di Fiat (il resto, oltre il 70% continua a non esistere), perché in Italia quando si affronta il tema auto immancabilmente il problema viene associato a Fiat o a fare dei favori (ennesimi) a Fiat. Nulla di nuovo, ahinoi, anche qui. Tralascio, perché mi irritano fortemente, gli altri virgolettati attribuiti a Zanonato (“…la volontà comune di collaborare per individuare soluzioni…”, “…una forma di intervento legata alle vetture con alimentazione alternativa…”; e mi fermo qui).
Scommettiamo che il secondo round, sempre se non sarà rinviato, si concluderà con altre frasi di circostanza? Le stesse che ho elencato, ma con il ricorso a sinonimi e giochi di prestigio vari?
Appare chiaro che la fine di novembre sia troppo in là e che il successivo incontro tra le parti si sarebbe dovuto svolgere a distanza ravvicinata, e già con una serie di risposte da parte del governo alle istanze più importanti (superbollo e detrazioni, per esempio), sempre che siano state presentate. La sensazione è che questa Consulta o Tavolo sia destinata a essere una perdita di tempo. A proposito di superbollo, il 16 settembre a Milano, all’evento “Missione Mobilità”, dal viceministro dell’Economia, Luigi Casero, e dal presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, erano arrivati forti segnali di interessamento affinché la tassa venisse abrogata. A che punto siamo? Il comparto è in attesa di news. Se qualcuno mette il bastone tra le ruote, il suo nome venga reso di dominio pubblico. Prima o poi si voterà.

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