Si parla tanto di “Zone 30” nelle nostre città. Ebbene, ho provato a percorrere tratti di strada in zone semicentrali a Milano stando bene attento a non superare il limite, con il risultato che l’occhio era spesso sul tachimetro (distrazione) e che sono riuscito a ingolfare il traffico (pur non guidando una vecchia Ascona con il cappello in testa). Giusto diminuire la velocità a 30 orari in prossimità di asili, scuole, ospedali, passaggi a rischio, ecc, ma estendere il provvedimento ovunque e mantenere questa andatura per tutto il tempo provocherebbe un vero caos, senza parlare delle maggiori emissioni causate dal rallentamento forzato del traffico. Più logico, se proprio si deve fare, optare per i 40 o i 45 orari, velocità che risulta più facile (almeno per quanto concerne il mio test) da mantenere. A questo punto, visto che i 30 potrebbero diventare una regola per tutti, invito i Comuni a disporre rilevatori di velocità in tutti gli angoli, così toglieremo dall’imbarazzo i vari Pisapia, Maran e C. dal dire che è “per ragioni di sicurezza” e non per rimpinguare le casse della tesoreria.
Altro tema di questi giorni è la Legge di stabilità che nulla ha riservato, come era ampiamente previsto, all’automotive. Bel risultato, dopo i primi “tavoli” della filiera con i rappresentanti del governo (il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, e il sottosegretario Claudio De Vincenti). Per di più, il viceministro all’Economia, Stefano Fassina (Pd), al quale l’Unrae si era rivolta in un primo tempo, ritendolo a torto “interessato” alla causa automobilistica, si sarebbe messo di traverso nel momento in cui un gruppo di parlamentari Pdl-FI aveva tentato il colpo sul superbollo, puntando all’eliminazione, visto che il provvedimento ha distrutto in Italia il mercato del top di gamma. Fassina, nonostante la fede politica, sembra aver più a cuore quei quattro soldi che lo Stato incassa dalla tassa rispetto al destino di migliaia di famiglie, tra concessionari e loro dipendenti, insieme agli addetti delle officine di assistenza, che il superbollo ha messo in ginocchio. Intanto le accise sui carburanti prendono di nuovo il volo. Un altro bel risultato…
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