Tra gli anti-auto (tradizionali) regna la disinformazione: continuano a insistere sulla mobilità elettrica e non si accorgono che nel 2015, seppur in crescita del 31,5%, le vetture con questo tipo di alimentazione vendute in Italia sono state 1.450, per una quota mercato dello 0,1%. Un granello di sabbia.
Restando sulle vetture elettriche, il discorso da anni, tanti anni, non cambia di una virgola: il reale sviluppo di questa mobilità deve coincidere con il potenziamento delle colonnine di ricarica. E deve essere fatta chiarezza anche sulle tariffe. E’ inutile, dunque, continuare a speculare (mi rivolgo alle amministrazioni comunali) sull’elettrico. Siete voi che dovete darvi una mossa se, veramente, vi sta a cuore l’auto elettrica. I costruttori hanno fatto tanto, giungendo anche a stringere accordi con le varie multiutility. A parlare a vanvera, invece, sono le amministrazioni comunali e lo stesso fanno gli organi centrali e gli ambientalisti (Wwf e Legambiente). Se vi sta a cuore l’elettrico, preparate subito un vero piano d’azione. Assumetevi le responsabilità. Create i presupposti per uno sviluppo concreto, sostenendo chi, tra le famiglie o i professionisti, vuole investire nelle “emissioni zero”. Invece cosa succede? Succede che, a esempio, Pierfrancesco Majorino, assessore uscente al Comune di Milano e candidato alle primarie della sinistra in vista delle prossime elezioni, estrae dal cilindro la solita città senz’auto. “Guardo a Oslo – afferma – che punta a essere una città senz’auto nel 2019”. Majorino, lasci perdere Oslo, guardi a Milano, guardi alla realtà, non dica baggianate. L’auto è sempre il mezzo preferito dagli italiani, insostituibile per gli spostamenti. Pensi a rafforzare il trasporto pubblico e a portare la metropolitana fino a Linate. E’ più facile progettare di fare “tabula rasa”, rispetto alla messa a punta di un moderno Piano della mobilità, efficace, equilibrato, che non scontenti nessuno tra gli utenti della strada. Ma l’auto, non dimentichiamolo, serve ai Comuni per fare cassa, quindi è meglio ridurre la velocità a 30 orari con la scusa dell’inquinamento (il provvedimento è inutile e serve solo ad aumentare il traffico), riempendo magari le strade di segnalatori della velocità. E’ inutile battere il martello sullo stesso chiodo: per allentare la morsa dello smog bloccare il traffico è servito a un bel niente.

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