Maledetti amici degli amici
E’ la solita vecchia storia, irritante e fastidiosa, degli aiuti agli amici degli amici. La notizia la dà su Facebook la deputata di Forza Italia e capogruppo d’opposizione a Scarlino (Grosseto) Monica Faenzi (nella foto). “Appello a tutti i disoccupati di Scarlino: fatevi insegnare dal sindaco uscente, Bizzarri, come si fa a trovare un lavoro in meno di un mese, perché lui c’è riuscito. Da ieri lavora alla Nuova Solmine nel settore bonifiche”.
Da lì si è scatenato un putiferio politico. “Il controllore è diventato il controllato”, scrive qualcuno sul web. Per dieci anni di legislatura, infatti, l’ex sindaco Maurizio Bizzarri (renziano) è stato l’occhio del Comune sulla tanto discussa area industriale del Casone, dove ha sede la Nuova Solmine, da sempre nell’occhio del ciclone per inquinamento e controlli. Ecco la ragione di tanto clamore alla notizia dell’ingaggio dell’ex sindaco da parte di questa azienda, tra l’altro di proprietà del padre di Antonella Mansi, renziana anche lei, presidente della Fondazione Mps, candidata a diventare direttore generale Rai in odore di Renzi.
In effetti Bizzarri ha firmato un contratto di collaborazione assumendo l’incarico di esperto di gestione ambientale e recupero del territorio. La Nuova Solmine è un’azienda leader in Italia nella produzione e commercializzazione di acido solforico ed oleum; produce inoltre acqua demineralizzata, vapore ed energia elettrica destinati in parte ad autoconsumo ed in parte alla commercializzazione.
E’ la solita vecchia storia, insomma. Quella dei favori agli amici degli amici, degli aiutini, delle raccomandazioni. Il solito modo democristiano di fare politica che Renzi tanto rifugge, ma che poi gli sta bello appiccicato addosso. E’ la sua natura d’altronde e nessuno ci può far niente. “Non può bastare essere iscritto al club degli amici per amici per avere un ruolo”, eppure diceva nel discorso della vittoria della segreteria Pd. “A un giovane direi che questo sarà un Paese dove trovi lavoro se conosci qualcosa e non, se conosci qualcuno”, insisteva convinto.
Le cose le dice, ma poi non le fa. Fa strano sentir parlare di meritocrazia a uno che ha sistemato parenti e amici in giunta, nelle partecipate e a Montecitorio, nelle aziende di Stato: il sindaco di Firenze ha piazzato decine di fedelissimi in questi anni e in questi ultimi mesi. Lo ha fatto da presidente della Provincia, ha continuato a farlo in Comune, lo fa ora da premier.
Ma torniamo a Scarlino. “Perché la Nuova Solmine mi rivolse in campagna elettorale un duro attacco politico invitando gli scarlinesi a non votarmi? – si chiede ora la Faenzi -. In questi ultimi dieci anni di legislatura il sindaco ha operato in rigida ottemperanza del proprio ruolo o, nella necessità di pianificare la propria vita professionale futura, non lo ha fatto fino in fondo?”. L’opposizione denuncia il sistema di favoritismi nel sistema renziano di amici degli amici. Bizzarri ancora non ha proferito parola. E forse è meglio per lui.
Ma è la solita vecchia storia. Quella di Renzi. Ancora non la conosciamo nel dettaglio (d’altra parte il testo definitivo non c’è), ma quello che emerge già non ci piace: è la riforma della Pubblica amministrazione di Renzi che sembra preparare già il terreno ad un’altra bella infornata di amici e amici degli amici negli enti locali e nelle partecipate. Renzi non resiste al tic clientelare della vecchia sinistra. Quella che lui avrebbe voluto rottamare.
Il premier ha deciso di smantellare i vincoli di razionalizzazione introdotti dal governo Berlusconi con la riforma Brunetta, e sfornare una serie di aiutini per sindaci, signorotti e potenti locali. Il governo fa retromarcia sull’eliminazione dei requisiti curriculari richiesti per i componenti di staff, cade il divieto di assumere per i Comuni che destinano al personale più del 50% della spesa totale e viene triplicata la quota possibile di dirigenti a tempo determinato: dal 10% al 30% dell’organico. In poche parole, fa l’esatto contrario del piano di risparmi sbandierato. Maledetti amici degli amici.