Dacci oggi il tuo Parrini quotidiano
Toccategli tutto ma non il suo eroe, il suo mentore, il suo amore: Matteo Renzi. “Tra tante battute che non fanno ridere ce n’è una fatta da Benigni che è da Oscar: porto in tv i Dieci comandamenti prima che Renzi decida di cambiarli”. Un umorismo che non piace al deputato Pd Dario Parrini (41 anni) che di senso dell’umorismo ne ha, a ragion veduta, davvero poco.
Se l’è presa recentemente anche contro la satira di Marco Travaglio. “Il pezzo di Travaglio oggi si intitola “Assemblea Prostituente”. Ma che gioco di parole geniale. Ma che ridere. Come Betteo Renxi (l’altro giorno) o Renzusconi (da settimane). La serie C della satira”.
Pur di difendere colui che per grazia ricevuta l’ha messo in Parlamento a fare il deputato, facendolo nominare pure in direzione nazionale Pd e delegandolo a fare anche il segretario Pd toscano, Parrini si mette persino contro il Piccolo diavolo, icona della vetero-sinistra da “Berlinguer ti voglio bene” a “La vita è bella”. Poverino, c’è da capirlo.
Prima di incontrare Renzi il suo curriculum vantava appena un lavoro, dal 2001 al 2004, alla Coop Italia Scarl, racimolato grazie alla tessera dei Ds che si porta in tasca da quando ha compiuto la maggiore età, e l’esperienza da sindaco di Vinci, il paese di Leonardo.
Laureato in Scienze Politiche con una tesi sul ruolo di Alcide De Gasperi nella politica italiana dei primi anni ’50, si è iscritto al Pds nel 1992, appena diciannovenne, e ai Ds fino al 2007. Dal 2007 ha ovviamente tramutato la sua tessera nel Pd. Questi sono meriti che specialmente in Toscana valgono molto e se c’è qualcosa di buono nella sinistra è che non si dimentica mai dei propri iscritti. I più fedeli prima o poi ritirano il premio. Proprio come nella raccolta punti al supermercato.
Forte di questo palmares Parrini è stato nell’ordine: segretario comunale dei Ds di Vinci dal 1999 al 2004, assessore allo Sviluppo economico nel Comune di Vinci dal 2003 al 2004 e sindaco di Vinci dal 2004 al 2013, quando è decaduto dall’incarico per la proclamazione a deputato.
Ma Parrini ha fatto davvero Bingo alle elezioni primarie di “Italia. Bene Comune” del novembre-dicembre 2012 quando ha sostenuto la candidatura di Matteo Renzi. Quella sua dimostrazione d’amore lo ha fatto subito classificare al primo posto nelle primarie tenutesi nel 2012 nella zona Empolese-Valdelsa per la scelta dei candidati parlamentari del Pd in vista delle Politiche del 2013.
Infatti viene eletto deputato senza sorprese. A parte il fatto che Parrini sia un deputato della Repubblica. Ma questo vale per tanti, non solo per lui. Alla Camera fa parte della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Sarà per questo che ogni giorno sull’autorevole Facebook ci grazia dei suoi prestigiosi post. Discetta su tutto: politica, economia, finanza, esteri. Presenta grafici, fa da spalla a Napolitano (“Io sto con Napolitano. E contro la volgarità”) e da copri spalla alla Boschi (nella foto).
Si diletta anche a insegnare tecniche di giornalismo, criticando 11 giornali a suo modo di vedere faziosi, guarda caso senza citare Il Giornale. “Faccio un esercizio che mi facevano fare quando studiavo teoria e tecnica dei comunicazione dei mezzi di massa all’università. Prendiamo 11 quotidiani italiani: “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Messaggero”, “il Fatto Quotidiano”, “Libero”, “La Nazione”, “Il Secolo XIX”, “Il Mattino”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Osserviamo titolo e catenaccio (sottotitolo, in gergo giornalistico) della prima pagina. Qual è la cosa che spicca di più? La cosa più evidente è che su 11 ce ne sono 3 che riescono a non dir nulla, né nel titolo né nel catenaccio, della cosa principale della legge di stabilità e cioè il forte taglio delle tasse. Indice di una certa faziosità, avrebbe detto il mio prof. Ma io non voglio pensar male”.
Noi siccome, invece, pensiamo sempre malissimo, consigliamo a Parrini di lasciar perdere certi argomenti e soprattutto chiediamo umilmente di risparmiarci i suoi “Parrini quotidiani” che sanno di marchetta della peggior pasta nei confronti del suo capo. Ci eviti le lezioncine moralistiche da grande statista, da economista illuminato, da cultore della materia Stato, dato che fino a un anno fa si occupava della festa dell’Unicorno di Vinci.
Nel novembre 2013 Parrini ha anche pubblicato un libro. “Un’agenda per Renzi”, scritto con Giorgio Tonini, Enrico Morando e Antonio Funiciello. Una vera dichiarazione d’amore per il suo Matteo.
Sostiene ovviamente Renzi nelle primarie dell’8 dicembre 2013 per l’elezione del segretario nazionale del Pd e grazie a questo l’11 dicembre 2013 è stato eletto dal gruppo parlamentare del Pd alla Camera membro dell’Assemblea nazionale del Pd. Il 16 febbraio 2014 è diventato segretario del Pd della Toscana ed è entrato a far parte della direzione nazionale del Pd. En plein per lui e premio partita.
Oggi come non potrebbe difendere il premier dei miracoli. O dei miracolati?