Nardella sette mesi dopo, otto bischerate
Il 26 maggio Dario Nardella ottiene il 59,15% dei voti diventando così ufficialmente sindaco di Firenze. Appena sette mesi dopo le figuracce e i fallimenti della giunta Nardella riempiono già un intero bloc notes. Il paggetto di Matteo Renzi ha inanellato un insuccesso dietro l’altro. Lo slogan di Nardella quando correva per diventare sindaco era «Firenze, più di prima». Forse voleva dire, «Firenze, peggio di prima».
Iniziamo con San Lorenzo, quartiere storico di Firenze a due passi dal Duomo. I residenti sono infuriati col sindaco per come non ha saputo gestire il problema dei rifiuti nella storica piazza del Mercato Centrale. Dai gusci di cemento che accolgono i cassonetti dell’immondizia esce un odore insopportabile. L’interno è invaso da una putrida gelatina di batteri con rifiuti fuoriusciti dai cassonetti che si rompono con facilità e una volta danneggiati vengono sostituiti in fretta e furia a botte di 60/80mila euro a cassonetto.
Il degrado regna sovrano: si vedono senzatetto che all’ingresso dello storico Mercato Centrale si abbassano i pantaloni e fanno la pipì davanti a tutti; zingari che dormono, immigrati che delinquono. L’abusivismo al mercato rionale di San Lorenzo dilaga, anche dopo che Renzi lo ha fatto spostare coattivamente in un’altra strada, liberando la piazza. Centinaia di immigrati stendono i loro teli e vendono indisturbati merce griffata contraffatta. La polizia municipale abbassa la testa e fa finta di niente.
Il degrado intorno alla stazione di Santa Maria Novella ha raggiunto livelli insopportabili. I viaggiatori che vanno verso lo scalo ferroviario trovano dune di sabbia invece del prato verde, lamiere divelte, il bicipark incompiuto. La ditta che ci lavorava è fallita e i lavori, finanziati dal Cipe per 27 milioni di euro, sono fermi. Non c’è una data di ripresa del cantiere che nel frattempo è una latrina a cielo aperto.
Per non parlare della notte, rifugio per tossici, zingari e immigrati. Il turista viene accolto da una distesa di biciclette, semi abbandonate, una moltitudine di vu’ cumprà che vendono merce contraffatta davanti al Mc Donald’s. Dall’altro lato della strada stesse scene, stesa Casba davanti a una gioielleria, a una tabaccheria e a un negozio di scarpe. Le forze dell’ordine passano e se ne vanno.
Secondo fallimento: la linea 2 della tramvia. “Alla fine del 2017 avremo le linee 2 e 3 della tramvia per una città che sarà meno inquinata, più dinamica, più efficiente”. Considerati i dieci anni che ci sono voluti per fare la prima e i ritardi che attualmente investono le altre due linee sarebbe da considerarsi già un successo se finissero alla fine del 2020. Gli operai non si vedono mai, i lavori sono compleatamente fermi investiti da difficoltà logistiche di ogni tipo.
Sui comuni a rischio idrogeologico dopo i disastri in Liguria il sindaco Nardella non ha avuto di meglio che compiacersi del fatto che i lavori sull’Arno siano «finalmente» iniziati dopo 48 anni, dall’alluvione di Firenze. «Finalmente i lavori per mettere in sicurezza l’Arno sono partiti con gli interventi per realizzare quattro casse di espansione, ma anche con azioni dolorose come le demolizioni lungo gli argini del fiume. Difendere il territorio significa difendere il futuro dei nostri figli. Avanti così». Quell’avverbio “finalmente” dimostra un acume non comune.
La procura della Repubblica di Firenze, seguendo il solco già tracciato dalla Corte dei Conti della Toscana, ha aperto un’inchiesta sulle procedure che portarono alla pedonalizzazione completa di piazza del Duomo. La magistratura contabile sta da tempo indagando per danno erariale, mentre la procura di Firenze ipotizzerebbe il reato di abuso d’ufficio.
Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati, ma adesso si capisce cosa siano andati a fare gli uomini della Finanza in Comune, in particolare negli uffici della Direzione mobilità e nuove infrastrutture. Da Palazzo Vecchio, in quelle ore, si era minimizzato cercando di non dare importanza a quella che comunque rischia di essere un’inchiesta delicatissima, dato che va a toccare direttamente Matteo Renzi.
Da pochissimi spifferi salta però fuori che al centro dell’indagine ci sono i tempi e i modi con cui la pedonalizzazione del Duomo venne decisa «d’imperio» dall’allora sindaco Renzi che la annunciò nel settembre 2009 in consiglio comunale per farla partire il 25 ottobre successivo.
Quattro casi di assunzioni sospette al Comune di Firenze. E’ stato presentato un esposto anonimo al procuratore della Corte dei conti di Firenze e al procuratore della Repubblica su presunte assunzioni anomale fatte da Nardella perché promesse a Renzi. E’ stato assunto anche il nuovo responsabile segreteria dell’assessore alla Cultura. Ma manca l’assegnazione della delega (detenuta dal sindaco stesso) e, di fatto, l’assessorato non esiste.
Negli ultimi quattro anni il bilancio della Fondazione del Maggio Musicale è stato sempre in rosso, arrivando a perdere oltre 31 milioni di euro dal 2010 ad oggi. Un risultato che ha una responsabilità precisa: quella di chi ha guidato la Fondazione e scelto i sovrintendenti, una responsabilità politica di fronte alla quale prima Renzi ed ora Nadella si tirano indietro.
Infine, il calcio storico fiorentino, conosciuto come calcio in costume, manifestazione che affonda le sue radici già sul finire del Quattrocento, che grazie a Nardella è al capolinea. Un’ipotesi di truffa aggravata ai danni del Comune. Una gara d’appalto vinta con un’offerta che prevedeva prestazione di manodopera ad un costo inferiore rispetto a quanto previsto dal Ccnl e senza alcun costo aggiuntivo previsto per la sicurezza dei lavoratori. Il calcio storico sospeso con la relativa perdita da parte del comune di Firenze dell’incasso della finale. Un servizio effettuato con meno uomini di quanti ne fossero stati previsti dal disciplinare di gara e dalle autorità di pubblica sicurezza. Una fattura inspiegabilmente maggiorata rispetto al servizio prestato.
Insomma, bravo Nardella. Avanti così. E presto sarà tutto finito.