Quell’idea sempre sbagliata di Migliore
Era il 12 marzo 2014 quando Gennaro Migliore, allora capogruppo alla Camera di Sel, rivolgendosi all’aula, criticò aspramente l’Italicum: “È una legge elettorale “senza”, perché è senza la parità di genere, che non è una concessione, è una condizione naturale della rappresentazione della società, è qualcosa che dovremmo considerare connaturato alla nostra ricerca di rimozione delle diseguaglianze”. Il paffuto comunistello di Napoli iscritto al partito della Rifondazione Comunista del 1993 ci andò giù duro, testa alta, sicuro di sé: “È una legge elettorale senza la possibilità di scegliere, perché avete scelto di continuare sulla strada delle liste bloccate. State cercando di dire, fuori da quest’aula, che una lista bloccata più breve, fino a sei candidature conoscibili, in realtà non sia bloccata. Ma io voglio dire a chi è fuori di qui, che quelle liste bloccate in 120 collegi plurinominali in effetti eleggeranno quasi sempre solo il capolista. E siccome non avete voluto la parità di genere, i capi partito decideranno su principi di affidabilità, che, come si sa, sono innanzitutto principi maschili di affidabilità; una incapacità di mettere in pratica quella volontà della gran parte dell’elettorato di scegliere con due preferenze – un uomo e una donna – su liste che non avessero capi lista ripetuti e, quindi, si potrà avere nella vostra regione, in Campania piuttosto che in Puglia o in Lombardia, magari lo stesso nome che si ripete stancamente in tutti i collegi, alla faccia di quello che diceva la Consulta rispetto alla lunghezza effettiva delle liste bloccate”. E dopo questo sproloquio naturalmente votò contro.
Oggi che, invece, siede sui banchi del Pd e si è accaparrato la poltrona di relatore dell’Italicum dice senza provare alcuna vergogna che «le critiche all’Italicum sono ingiuste perché le modifiche hanno cambiato in meglio il testo emerso dalla prima lettura». Migliore continua: «Gli elettori avranno più opportunità di scelta e la soglia del 40% per accedere al premio di maggioranza senza passare al ballottaggio è sicuramente un cambiamento di sostanza», ha spiegato Migliore, replicando a quanti sostengono come questa quota sia «fittizia» perchè non ci sono partiti in grado di ottenere un simile score e quindi anche con il 25% si potrà ottenere un sostanzioso premio in seggi parlamentari: «Intanto va detto che un partito ha già raggiunto e superato quota 40 in una competizione elettorale. Ma sopratutto – ha sottolineato l’esponente dem – è bene ricordare come la logica del ballottaggio sia di garantire che la maggioranza di chi vuole andare a votare possa validare il risultato». Insomma da nemico giurato dell’Italicum a suo più strenuo difensore. Quando si dice la forza della coerenza.
Qualcuno molto saggio diceva: “La maggior parte di coloro che pensano di cambiare idea, non ne hanno mai avuta una”. Bravo Migliore, continua così. Cosa si farebbe per una poltrona.