La Toscana non è più rossa. È rossa e verde
La Toscana non è più rossa. È rossa e verde. Cambia il vento per il Pd, ora soffia un vento freddo che viene dal Nord. L’unica novità politica di rilievo a queste Regionali, infatti, è la Lega Nord. Sull’onda di un iperattivo Matteo Salvini, cavalcando gli umori anti rom e anti clandestini, il Carroccio ha raccolto, con Claudio Borghi Aquilini, un sorprendente 21,9%. Un miracolo se si pensa al 4,6% del 2010 e al 0,67% delle Politiche 2013. «Il nostro è un risultato straordinario, siamo il primo partito d’opposizione. Questi dati, se confermati, dimostrano una netta inversione di tendenza e un grande cambiamento. Porteremo l’opera di denuncia del malgoverno di Rossi, perchè continuerà, a livello nazionale», commenta Borghi. «Un cambiamento del genere premia il nostro lavoro», osserva l’economista che critica la legge elettorale della Toscana: «Ci hanno scippato il ballottaggio». La vittoria in questa regione – aggiunge Borghi – «è anche merito del nostro leader Salvini e dell’impegno che ha messo in campagna elettorale». La Lega, insomma, ce l’ha di nuovo duro e anche più di una volta e diventa seconda forza in Toscana, a scrutinio in corso, con il 18%, appoggiata da Fratelli D’Italia con il 4,4%. Perché come dice giustamente Silvio Berlusconi, il centrodestra può tornare a vincere in Italia solo se resta unito.
Per tutto il resto nulla di nuovo all’orizzonte. Non sono bastate le inchieste, le voragini nei bilanci delle Asl, l’aumento delle tasse, le scellerate politiche di accoglienza degli immigrati, i campi rom che invece di diminuire aumentano. Ai toscani, evidentemente, va bene tutto così com’è. Si sono scrollati di dosso i danni della scorsa giunta e hanno confermato, seppur con un netto calo, il governatore Pd uscente Enrico Rossi con il 45% (il più votato anche fra i marocchini). Nel 2010 il comunista ex sindaco di Pontedera, sfiorò il 60% dei consensi alleando il Pd con Idv, Sel, Riformisti, Verdi e Federazione della Sinistra. Stavolta il Pd, in una regione come la Toscana, è fermo al 40%. «Forse possiamo anche pensare che io possa essere il presidente più votato a livello nazionale», sbruffoneggia Rossi.
Da sottolineare con matita rossa il dato dell’affluenza. Anche nella rossa Toscana in cui i comunisti, alle Comunali di qualche mese fa, hanno dovuto piegarsi al Movimento 5 Stelle nella Livorno di Gramsci, l’affluenza si è fermata al 47%. Un dato preoccupante per l’Istituto Luce del Pd, segno che tanti elettori di sinistra hanno preferito la spiaggia della Versilia ai seggi.
A proposito, Giacomo Giannarelli, candidato del Movimento 5 Stelle, ha raggiunto il buon traguardo del 14,9%. Per tutto il resto nulla è cambiato nel Granducato di Matteo Renzi. Disastro assoluto per il candidato di Forza Italia Stefano Mugnai che vede il miraggio del ballottaggio solo in sogno (9,9%). Massimo Parisi, coordinatore regionale, si è dimesso ancor prima degli exit poll, in netto ritardo. Avrebbe dovuto farlo già da due anni. Elettrocardiogramma piatto per Gianni Lamioni (Ncd e Udc), Tommaso Fattori (sinistra anti-Pd) e Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta). In Toscana, grazie a Renzi, il Gattopardo è vivo e vegeto.