Sull’immigrazione ci stanno prendendo in giro
Un blog sintetico per mettere in luce le assurdità della nostra politica sull’immigrazione, e le bugie che ci raccontano i nostri politici.
1) Circa un mese fa, prima ancora che scoppiasse lo scandalo delle presunte collusioni tra scafisti ed alcune ONG, ho suggerito un metodo per arginare una invasione che quest’anno ci potrebbe portare 200.000 nuovi migranti, che in buona parte non hanno diritto di asilo: lasciare che le navi delle ONG, che battono le bandiere più strane, facciano il loro lavoro, permettere loro se necessario anche di attraccare nei nostri porti , ma impedire poi lo sbarco a chi (cioè tutti) non ha i documenti in regola, visti compresi. Non si comprometterebbe la sicurezza di nessuno, nel senso che una volta salvati dal mare quelli che ho chiamato “naufraghi volontari” non corrono più pericoli, si osserverebbe la legge che presiede agli ingressi nel nostro Paese e si inviterebbe poi i comandanti che, in buona fede o no, hanno provveduto ai salvataggi a sbarcare i migranti nel Paese dove le loro navi sono immatricolate (o, se preferiscono e glielo consentono, a tentare la fortuna in qualche altro porto mediterraneo. Q ualcuno ha obbiettato che, una vota coinvolta la nostra Guardia costiera, noi ci assumiamo automaticamente la responsabilità di prenderci cura dei migranti, ma questo sarebbe vero solo se i salvataggi avvenissero nella zona a noi assegnata dalle convenzioni internazionali. Dal momento che non è così, e che comunque i nostri porti non sono i più vicini ai luoghi dei naufragi (sarebbero Sfax o La Valletta), il nostro intervento è puramente umanitario e non ci può obbligare a prenderci cura di tutti quelli che, sapendo in anticipo di essere salvati, si avventurano in mare con natanti non adeguati.
2) Il governo, sbandierando la creazione di nuovi centri di identificazione, cerca di farci credere che rimedierà all’invasione con l’accelerazione dei rimpatri. E’ una presa in giro. Con 7.000 persone che sbarcano in un solo weekend, non ci sono né i mezzi, né i soldi (oltre alla difficoltà di sapere in quale Paese rispedire la gente e di ottenerne l’assenso) per effettuare rimpatri allo stesso ritmo. Diciamo che andrebbe già bene se riuscissimo a rispedire a casa il 2-3% dei non aventi diritto all’asilo politico o alla protezione umanitaria.
3) Un’altra presa in giro è sostenere che si potrebbe impedire questa invasione investendo più soldi nei Paesi di maggiore emigrazione, il famoso Migrant compact inventato da Renzi. Come è possibile, in tempi relativamente brevi, creare in Paesi che hanno complessivamente centinaia di milioni di abitanti, che per giunta aumentano al ritmo del 2-3% l’anno, condizioni sociali e abbastanza posti di lavoro perché i giovani siano indotti a restarsene a casa. Ci vorrebbero decine, anzi centinaia di miliardi che nessun ha, oltre a una volontà politica che non mi pare ci sia in Europa. Qualunque cosa facessimo in questo senso farebbe certo contento papa Francesco e quelli che la pensano come lui, ma non fermerebbe certamente la marea migratoria.
Quindi, smettiamola di prenderci in giro. Se non vogliamo che, tra qualche decennio ci siano in Italia più africani che italiani, bisogna intervenire in maniera ben più energica, invece di farci dire da Juncker che stismo salvando l’onore dell’Europa. Il collega Gomez, l’altra sera in TV, ha detto che dobbiamo prepararci a gestire una immigrazione sempre più massiccia per i prossimi 25 anni. Naturalmente non ha spiegato come (cioè con quali soldi, con quali mezzi e con quale capacità della popolazione di subire il fenomeno),perchè un come razionale non esiste. Altri Paesi sono riusciti a chiudere le porte, dobbiamo provare a farlo anche noi.