Dunque, ricapitoliamo. Dal 17 al 19 di questo mese si tengono i famigerati tre giorni di test a Silverstone. Quelli originariamente dedicati ai giovani di questo sport. La qualcosa, lo ammetto, lo confesso, mi ha pure intenerito. Ho pensato che la decisione Fia, conseguente agli scoppi di Silverstone, di utilizzare quei collaudi per sistemare la questione gomme, fosse sacrosanta ma andasse a cozzare col futuro di questo sport, con le nuove leve, con giovanotti speranzosi che tanto attendevano questo evento epperò se lo ritrovavano depauperato del senso perchè costretti a girare per la Pirelli e a cedere un giorno ai piloti titolari.

Poi ho ragionato un poco e mi sono detto altre cose. Per esempio che due giorni su tre, con l’emergenza sicurezza gomme in ballo, con la necessità, il bisogno di avere certezza matematica che le soluzioni gommifere da adottare da Budapest in poi fossero efficaci, ecco, due su tre fossero persino pochi. E non a caso la Fia aveva dato libertà ai team di utilizzare per i titolari tutti e tre i giorni.

Per cui ho pensato: cari giovani e speranze del futuro, stavolta fatevene una ragione, meglio soprassedere, meglio lasciar fare ai titolari che conoscono perfettamente le condizioni di stress a cui portano i pneumatici in gara.

Poi ho pensato: ma perché diavolo non è successo così? Perchè i team, eccetto la Ferrari, hanno detto di no (dovevano decidere a maggioranza per modificare la formula della sessione estiva da young test a test per titolari)?

Ho anche pensato: vabbè, sarà perchè in anni in cui i giovani vengono allenati soprattutto ai simulatori e arrivano in F1 arrugginiti di vera pratica, questa era occasione unica e rara.

Mica vero.

Vero questo invece: molti team avevano già venduto il posto nell’abitacolo a giovani promesse. La maggior parte di queste con la valigia zeppa di dollaroni ed euroni.

Alla faccia de romanticismo, dello sport che guarda al futuro e, soprattutto, alla sicurezza.

Adieu!

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