…. Ha detto «sì, ho pagato».

Tranquillamente.

Lui il Supremo delle corse, come lo chiamano Oltre Manica, lui il boss della F1 come viene spesso e sbrigativamente indicato, lui Bernie Ecclestone ha candidamente – si fa per dire – ammesso di aver versato tangenti da 10 milioni di dollari («ma non sono tangenti, quelle persone non ricoprivano incarichi pubblici, le ho pagate perchè accettassero la mia proposta»). Era l’anno 1998, e quei soldi – ha raccontato – vennero accreditati sui conti personali di patron o figure di spicco di team per avere la loro firma sul Patto della Concordia che tutto regola nel Circus. I nomi che Big Bernie ha fatto sono quelli di Alain Prost, all’epoca proprietario dell’omonimo team, di Eddie Jordan, idem, e di Tom Walkinshaw, capo della Arrows.

Ovvio che adesso ambiente e tifosi s’interroghino sull’esistenza di altri destinatari e nomi e cognomi illustri.

Si vedrà. Si saprà. Forse.

Come ormai noto, tutto è emerso l’altro giorno davanti all’Alta corte londinese dove è in svolgimento un procedimento a carico di Ecclestone e collegato al caso Gribkowsky, dal nome del banchiere tedesco che vede il manager della F1 coinvolto con l’accusa di averlo corrotto per ottenere i diritti commerciali della F1.

Si vedrà e si capirà, forse, anche su questo.

Quel che invece si è già capito da un pezzo è che la F1 ama schiantare la propria immagine contro il muro convinta com’è – e per ora i fatti le hanno dato ragione – non solo di risorgere, ma nemmeno di scalfirsi.

Certa di svagarla sempre.
Sicura che gli appassionati resteranno tali nonostante tutto.

Penso al recente scandalo del test gomme segreto di Barcellona che ha visto coinvolte Mercedes e Pirelli. Vicenda prettamente sportiva ma di una tristezza infinita.

Penso al Singapore gate 2008 e scoperto nel 2009, a Piquet jr, a Briatore, alla Renault, ad Alonso che poi vinse la corsa, penso a quella vicenda che pose fine alla carriera in F1 sia del brasiliano che del manager italiano accusato da Nelson stesso di avergli ordinato di uscire di strada.

Penso al processo del 2008 all’ex presidente della Fia, Max Mosley, le cui immagini nudo mentre si faceva frustare da prostitute vestite da deportate nei lager fecero il giro del mondo.

Penso alla Spy story da copisteria che nel 2007 vide coinvolte McLaren e Ferrari, l’una con un tecnico che aveva copiato 700 pagine del progetto di una Rossa F1 e l’altra con il capo meccanico traditore che quei disegni aveva fatto uscire da Maranello.

Penso a tutto questo spettacolo fuori pista…

Poi penso a quello in pista…

E a quel punto non so più che cosa pensare.

Tag: , , , , ,