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– di Gian Carlo Minardi –
Dopo 23 anni la Formula 1 è pronta a fare il suo ritorno all’Hermanos Rodriguez di Città del Messico. L’ultima edizione del 1992, vinta da Mansell su Williams davanti al nostro Riccardo Patrese, è passata alla storia anche per l’incredibile incidente di Ayrton Senna.

Si torna a correre sul tracciato storico, modificato in alcuni settori, specialmente nella sua parte più spettacolare quanto pericolosa, la Peraltada, una curva che faceva la differenza, da percorrere tutta in accelerazione che immetteva sul lunghissimo rettilineo del traguardo, portando alla prima curva a destra teatro di sorpassi, incidenti e duelli avvincenti. Nel nuovo layout i piloti passeranno in mezzo alla stadio di baseball prima di inserirsi nell’ultima parte dell’ ex- Peraltada

4304 metri posizionati ad un’altitudine nuova per le power-unit. 2300 mt s.l.m. che potrebbero creare problemi di competitività o affidabilità.

Occhio al meteo. Dopo la abbondanti piogge in Texas, per il week-end si attendono prove libere e qualifiche asciutta, con gara bagnata. Praticamente esattamente l’opposto di sette giorni fa.

Sul fronte della pista, l’attenzione sarà rivolta alla  lotta tra Rosberg e Vettel per il secondo posto. I portacolori Mercedes e Ferrari arrivano con umori decisamente contrastanti. Seb, avanti di quattro punti, è reduce dal podio dopo una bellissima rimonta, con Nico scottato dalla vittoria di Hamilton. La Pirelli riproporrà le mescole Soft e Medium, con le quali la Ferrari ad Austin si è dimostrata molto competitiva. In casa Toro Rosso, Max Verstappen e Carlos Sainz jr proseguiranno l’inseguimento alla Lotus, attualmente al sesto posto. Senza i vari problemi di affidabilità la STR avrebbe potuto lottare tranquillamente con la Force India.

Perez farà gli onori di casa, grazie anche agli ultimi buoni risultati. In casa Haas, al fianco di Grosjean, potrebbe essere annunciato Gutierrez.

Sul lato tecnico/politico proseguirà la telenovela motore Red Bull. La Honda si sarebbe fatta avanti, trovando però il veto di Ron Dennis. Renault invece aspetta, oltre alle scuse pubbliche, che salti qualche testa in RBR. Situazione certamente non facile. Siamo arrivati alla fine di ottobre e la situazione non si è ancora sbloccata

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