Quale donna non ha mai sognato un abito da sposa tutto bianco? Se esiste, io non la conosco… Suor Maria Laura, monaca di clausura agostiniana, si è ispirata a questo desiderio del cuore femminile per inventare la sua particolarissima carità quotidiana.

Una promessa sposa prova l'abito nel parlatorio del monastero di Cascia


Prima di entrare nel convento di Santa Rita a Cascia, Maria Laura faceva la sarta. Non solo orli e cerniere, ma abiti disegnati per esaltare la bellezza. E adesso, in clausura, nei tempi di lavoro che accompagnano la preghiera quotidiana, continua a occuparsi di vestiti da favola, semplici o vaporosi, con lo strascico e il velo oppure senza, arricchiti dal pizzo o dal corpetto, sorretti da stecche e sottogonne. Abiti da sposa.
Non li vende, li regala. Alle tante donne che, come (quasi) tutte le altre, immaginano il giorno del matrimonio simile alle fantasie di quando erano bambine, ai film visti al cinema e riguardati in tv nelle sere d’inverno, con i capelli e le sete fruscianti al modo di Barbie o acconciati proprio nello stile Kate quando ha sposato il suo principe William.
Un giorno speciale, unico, da fissare nella memoria e negli album da sfogliare con figlie e nipoti tra sospiri di gioia incerta, gridolini ammirati e ingenui rossori. Un sogno bianco e vermiglio.
La crisi può riuscire a rubare i sogni più belli. Molte ragazze runciano all’abito, quando non alle nozze, per problemi economici.
Ecco, la sposa mistica del monastero, dalla sua cella d’amore, ha pensato alle spose umane. “Io accolgo te come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Parole così belle e impegnative hanno bisogno di un vestito che le festeggi, resti impresso nella memoria e poi nelle fotografie e nei filmini da consumare fino allo sfinimento.
Se non tutte possono permetterselo, ci pensa suor Maria Laura. Con l’aiuto dei benefattori che hanno imparato a portare in monastero i loro capi di cerimonia di alta sartoria.
Lei raccoglie gli abiti che le promesse spose possono andare a scegliere per il gran giorno. Molte mogli, sfiorandosi l’anello ancora luccicante al dito, riportano il vestito indietro perché altre fidanzate ne godano ancora. Se ne hanno la possibilità, fanno una donazione. Se no, l’abito diventa il regalo di matrimonio di questa donna speciale, che ha sposato Cristo amando con animo delicato le sorelle che vanno alle nozze al di là della grata.

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