15Ott 14
Tanti auguri a Teresa, la più donna tra le sante
La più santa tra le donne e la più donna tra le sante. Così è stato detto di Teresa de Ahumada y Cepeda, nata il 28 marzo del 1515 ad Avila.
I cinque secoli trascorsi sono la cosa più incredibile da credere, quando si legge la Vita di Teresa. E questo nonostante le grazie mistiche del Signore non siano poche… ma l’introspezione psicologica, la capacità di leggere l’animo umano, di proporre soluzioni semplici alle voragini interiori, hanno tratti di modernità che a me sembrano davvero sorprendenti. (Bisogna sempre superare qualche asperità di linguaggio, come accade con chi ci parla da lontano, ma ne vale certamente la pena).
Teresa di Gesù (il suo nome da religiosa carmelitana) era figlia di don Alfonso. Lui non voleva schiavi, nonostante ai tempi la cosa fosse assolutamente anticonformista e anzi guardata con un certo sospetto. Non trattava da schiavi le persone che lavoravano nella sua casa, una casa di persone abbienti. Questo mi ha fatto riflettere su come la santa crebbe in un ambiente in cui la fede era amore molto concreto. Un ambiente capace di leggere l’ingiustizia del tempo, anche se tutti la consideravano giustizia, e superarla grazie al Vangelo, vincendo ogni condizionamento sociale.
È bello pensare ai doni enormi che ci hanno fatto i nostri genitori.
La mamma di Teresa amava i libri di cavalleria, che io ho sempre immaginato come fotoromanzi dell’epoca, in cui la vita era tutto sospiri e palpiti del cuore, poca realtà di ogni giorno e molte galoppate della fantasia (‘la pazza di casa’, dirà più avanti Teresa parlando dell’immaginazione, quando si scatena e fa sfracelli). Teresa si lamenta di queste letture a cui si era dedicata anche lei.
Senza ‘fotoromanzi’, io credo, Teresa non sarebbe stata Teresa. Non avrebbe avuto quei turbamenti del cuore nei rapporti con i gentiluomini del suo tempo che la rendono così autentica, appassionante, viva. Non avrebbe visto in un rospo che saltellava in parlatorio un rimprovero chiaro di Gesù perché dava troppa confidenza a un uomo che si apriva con lei. Nessun bigottismo, al contrario: la vita vissuta (e raccontata, condivisa) di una persona chiamata a una via di fedeltà totale e ricca di gioie, ma non facile da percorrere senza domande, cedimenti, passioncelle, che alla fine diventano carne per il fuoco d’Amore.
Sia chiaro, come dicono in modo un po’ formale i suoi biografi preoccupati di salvare la verità storica e l’onore di Teresa: la santa non fece mai peccati mortali.
E però la sua umanità squisita e femminilissima ce la rende più vicina, vicinissima, ci consente di seguirla mentre si arrampica, o meglio si lascia prendere per mano e tirare su da Dio, verso vette dello spirito e della felicità che sono anticipi di paradiso.
‘Il mio angoletto di cielo sulla terra’ diceva Teresa parlando del suo monastero e dei tanti monasteri che ha fondato. In questi colombai della Vergine le ragazze e anche le cinquantenni come lei vivevano quel che promette Gesù: il centuplo già in questa vita. Un dono enorme narrato in dettagli vivi e a volte sconvolgenti. Davvero, non slogan da immaginetta.
L’intimità con Lui, la possibilità di pregare più forte per gli altri, per il bene della Chiesa, che era una delle ragioni principali di sofferenza e preoccupazione di Teresa. Due Papi, tre Papi, nel secolo precedente! Con scontri tra cardinali e deposizioni. E poi i luterani, la Riforma protestante, tutto sembrava attentare all’unità del mondo cristiano.
Altri saranno capaci di fare analisi storiche o spirituali dotte e competenti.
Mi perdonerete se ho voluto solo condividere con qualche piccola nota personale il mio affetto e oso dire la mia amicizia per questa donna eccezionale, perché ricolma delle grazie di Dio. Donna del suo tempo e anche del mio. Oggi, 15 ottobre, la Chiesa la festeggia.
Tanti auguri, Teresa!
I cinque secoli trascorsi sono la cosa più incredibile da credere, quando si legge la Vita di Teresa. E questo nonostante le grazie mistiche del Signore non siano poche… ma l’introspezione psicologica, la capacità di leggere l’animo umano, di proporre soluzioni semplici alle voragini interiori, hanno tratti di modernità che a me sembrano davvero sorprendenti. (Bisogna sempre superare qualche asperità di linguaggio, come accade con chi ci parla da lontano, ma ne vale certamente la pena).
Teresa di Gesù (il suo nome da religiosa carmelitana) era figlia di don Alfonso. Lui non voleva schiavi, nonostante ai tempi la cosa fosse assolutamente anticonformista e anzi guardata con un certo sospetto. Non trattava da schiavi le persone che lavoravano nella sua casa, una casa di persone abbienti. Questo mi ha fatto riflettere su come la santa crebbe in un ambiente in cui la fede era amore molto concreto. Un ambiente capace di leggere l’ingiustizia del tempo, anche se tutti la consideravano giustizia, e superarla grazie al Vangelo, vincendo ogni condizionamento sociale.
È bello pensare ai doni enormi che ci hanno fatto i nostri genitori.
La mamma di Teresa amava i libri di cavalleria, che io ho sempre immaginato come fotoromanzi dell’epoca, in cui la vita era tutto sospiri e palpiti del cuore, poca realtà di ogni giorno e molte galoppate della fantasia (‘la pazza di casa’, dirà più avanti Teresa parlando dell’immaginazione, quando si scatena e fa sfracelli). Teresa si lamenta di queste letture a cui si era dedicata anche lei.
Senza ‘fotoromanzi’, io credo, Teresa non sarebbe stata Teresa. Non avrebbe avuto quei turbamenti del cuore nei rapporti con i gentiluomini del suo tempo che la rendono così autentica, appassionante, viva. Non avrebbe visto in un rospo che saltellava in parlatorio un rimprovero chiaro di Gesù perché dava troppa confidenza a un uomo che si apriva con lei. Nessun bigottismo, al contrario: la vita vissuta (e raccontata, condivisa) di una persona chiamata a una via di fedeltà totale e ricca di gioie, ma non facile da percorrere senza domande, cedimenti, passioncelle, che alla fine diventano carne per il fuoco d’Amore.
Sia chiaro, come dicono in modo un po’ formale i suoi biografi preoccupati di salvare la verità storica e l’onore di Teresa: la santa non fece mai peccati mortali.
E però la sua umanità squisita e femminilissima ce la rende più vicina, vicinissima, ci consente di seguirla mentre si arrampica, o meglio si lascia prendere per mano e tirare su da Dio, verso vette dello spirito e della felicità che sono anticipi di paradiso.
‘Il mio angoletto di cielo sulla terra’ diceva Teresa parlando del suo monastero e dei tanti monasteri che ha fondato. In questi colombai della Vergine le ragazze e anche le cinquantenni come lei vivevano quel che promette Gesù: il centuplo già in questa vita. Un dono enorme narrato in dettagli vivi e a volte sconvolgenti. Davvero, non slogan da immaginetta.
L’intimità con Lui, la possibilità di pregare più forte per gli altri, per il bene della Chiesa, che era una delle ragioni principali di sofferenza e preoccupazione di Teresa. Due Papi, tre Papi, nel secolo precedente! Con scontri tra cardinali e deposizioni. E poi i luterani, la Riforma protestante, tutto sembrava attentare all’unità del mondo cristiano.
Altri saranno capaci di fare analisi storiche o spirituali dotte e competenti.
Mi perdonerete se ho voluto solo condividere con qualche piccola nota personale il mio affetto e oso dire la mia amicizia per questa donna eccezionale, perché ricolma delle grazie di Dio. Donna del suo tempo e anche del mio. Oggi, 15 ottobre, la Chiesa la festeggia.
Tanti auguri, Teresa!