Ci sono donne che si lamentano con Papa Francesco. Con grande affetto ma anche con solida convinzione. Capita al convegno milanese dell’Ordo Virginum, ‘Donne tra realtà e profezia’. Cento donne che sembrano come tutte le altre, molte anche nel look, e invece sono vergini e spose, consacrate nelle mani del vescovo. Si sono dispiaciute queste donne impegnate nella vita sociale e nella chiesa perché al Sinodo sulla famiglia di donne ce n’erano proprio pochine.

Suor Catherine Aubin

E pur nell’entusiasmo per il Pontefice, loro vorrebbero spingere sull’acceleratore delle promesse del Papa e su quella sua bella frase che ‘se la Chiesa perde le donne rischia la sterilità’. E però, a scanso di equivoci: ‘Ma non siamo qui a rivendicare diritti e neppure siamo femministe…’.
Sul palco una religiosa, Suor Catherine Aubin, classe 1959, domenicana, laureata in psicologia e teologia e con un dottorato in Teologia spirituale. Anche lei ha la sua piccola obiezione da fare (per così dire, da destra). ‘Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna’ ha detto Papa Francesco. No, risponde lei, che è docente all’Angelicum, ‘io propongo una teologia dell’incontro’. E cioè una teologia che tenga insieme l’uomo e la donna nel loro rapporto con Dio.
Al momento, mancano le donne al Sinodo della famiglia e una giornalista francese de ‘La Croix’ prossima alla pensione si è sfogata con suor Catherine: ‘Nell’ambiente del Vaticano non ho incontrato l’alterità’. Fin qui la lamentatio, che in verità ha avuto spazio e tempo molto esigui. Il pomeriggio del convegno è volato più in alto.
Due idee semplici e belle dalla relazione di suor Aubin. La prima è la parola ‘aiuto’. Dio crea la donna perché sia un ‘aiuto’ per l’uomo. Parola straordinaria, perché da lì in poi sarà utilizzata solo per parlare dell”aiuto’ che viene dal Signore. E così (ma questa è una sintesi mia…) c’è qualcosa di divino nell’aiuto che è la donna per l’uomo.
Seconda idea. I ruoli dell’uomo e della donna sono definiti non uno rispetto all’altra, ma nella relazione dei due rispetto a Dio. Così, in un certo senso, ‘mettere fuori Dio fa perdere all’uomo e alla donna la propria identità’. E ancora: ‘Gesù non offre una teologia dell’uomo e della donna, dona la luce per una possibile teologia dell’incontro’.
A me sono sembrate parole bellissime… Maschio e femmina li creò, perché si incontrassero tenendo lo sguardo rivolto a Lui.
A concludere, come ha fatto suor Catherine, l’invocazione di padre Teilhard de Chardin: ‘Nella mia preghiera ho chiesto che la donna trovi nei secoli che verranno la forma vera della sua azione che, continuando quella della Vergine, deve donarci (in qualcosa d’insostituibile) la visione e l’amore di Dio’.
C’è un po’ di cielo e lassù la Madonna…

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