31Ott 15
Gli ultimi saranno i primi: Rossella da Roma vince la sfida di Expo
Si chiama Rossella, ha due figlie, arriva da Roma ed è stata l’ultima visitatrice del padiglione della Santa Sede, all’Expo, prima che questo luogo piccolo e accogliente chiudesse i battenti. Ha piantato sul suolo dell’esposizione la bandiera gialla della Santa Sede come gli scalatori conficcano i loro stendardi sulle cime da espugnare. E un po’ è stato così: una conquista, in mezzo a una folla di gente che si affannava per dire c’ero anch’io a questa festa finale dell’Expo. E c’è un po’ di cielo in questa visitatrice romana, la città di Pietro, che è l’ultima a essere entrare nel padiglione milanese di Expo.
Alla cerimonia di chiusura c’era anche lui, il cardinale Angelo Scola, seduto quasi come un ospite qualsiasi, solo o almeno senza corte, tanto che ti veniva da chiederti se avesse freddo in quel semplice cappotto nero che sembrava anche un po’ leggero. stato il cardinale Scola a chiudere il padiglione di questa Expo in cui ha tanto creduto: ‘Siete stati la dimostrazione del modo in cui siamo chiamati a vivere la testimonianza in una società plurale, in cui ognuno deve proporre la propria visione tendendo al massimo riconoscimento’. Lo ha detto ripetendo ciò che è un po’ la filosofia del suo essere pastore: una testimonianza integrale nel rispetto di chi pensa, vive, parla, crede in modo totalmente diverso. Eppure è attratto da Gesù e dalla Chiesa. Come spiegare i due milioni di visitatori? Un milione e ottocentomila persone sono entrate al padiglione della Santa Sede e 250mila all’edicola della Caritas. Molti hanno lasciato un’offerta per la carità del Papa, alcuni si sono limitati a godersi le opere d’arte di Rubens e del Tintoretto, a guardare i fimati sui campi profughi, a riposare sulle panchine, che all’Expo erano una vera rarità.
Non mancano le ombre, la fame che uccide e non è stata fermata, la Carta di Milano ma è qualcosa ma non è ancora abbastanza per i poveri del mondo. Forse però non è oggi il giorno per parlare di quel che tanto da rimane da pensare, da risolvere.
Questo è il momento della festa, l’ora di Rossella da Roma che ha chiuso l’Expo della Santa Sede.
Alla cerimonia di chiusura c’era anche lui, il cardinale Angelo Scola, seduto quasi come un ospite qualsiasi, solo o almeno senza corte, tanto che ti veniva da chiederti se avesse freddo in quel semplice cappotto nero che sembrava anche un po’ leggero. stato il cardinale Scola a chiudere il padiglione di questa Expo in cui ha tanto creduto: ‘Siete stati la dimostrazione del modo in cui siamo chiamati a vivere la testimonianza in una società plurale, in cui ognuno deve proporre la propria visione tendendo al massimo riconoscimento’. Lo ha detto ripetendo ciò che è un po’ la filosofia del suo essere pastore: una testimonianza integrale nel rispetto di chi pensa, vive, parla, crede in modo totalmente diverso. Eppure è attratto da Gesù e dalla Chiesa. Come spiegare i due milioni di visitatori? Un milione e ottocentomila persone sono entrate al padiglione della Santa Sede e 250mila all’edicola della Caritas. Molti hanno lasciato un’offerta per la carità del Papa, alcuni si sono limitati a godersi le opere d’arte di Rubens e del Tintoretto, a guardare i fimati sui campi profughi, a riposare sulle panchine, che all’Expo erano una vera rarità.
Non mancano le ombre, la fame che uccide e non è stata fermata, la Carta di Milano ma è qualcosa ma non è ancora abbastanza per i poveri del mondo. Forse però non è oggi il giorno per parlare di quel che tanto da rimane da pensare, da risolvere.
Questo è il momento della festa, l’ora di Rossella da Roma che ha chiuso l’Expo della Santa Sede.