Se Renzi diventa il migliore “alleato” di Salvini.
Ho sempre considerato Matteo Renzi un leader politico dotato di indubbie qualità politiche, sia strategiche sai tattiche, e di un certo coraggio. Tuttavia credo che la mossa di questi giorni, cioè l’avvio del percorso di costruzione di un nuovo partito politico, non sia stata una mossa giusta.
Renzi punta chiaramente ad emanciparsi da un partito che ritiene gli sia estraneo, anche se i dati empirici di cui disponiamo sul PD, almeno dalle primarie 2013 per la selezione del segretario nazionale, dicono chiaramente che quel partito, fra selettori (cioè partecipanti alle primarie), elettori e quadro militante attivo (delegati dell’Assemblea nazionale, da un po’ di anni a questa parte aveva chiaramente assunto un’impronta renziana. E le difficoltà incontrate prima da Martina e oggi da Zingaretti nella guida di quel partito dimostrano chiaramente che Renzi per i democrats non è stato un incidente della storia. Il punto che più conta non riguarda la compatibilità o meno del Partito Democratico con il suo ex party leader. Il punto è che Renzi pensa con questa operazione di guadagnare non soltanto una più ampia autonomia da quella sinistra che ha sempre contrastato ma di costruire un nuovo soggetto politico à la Macron che gli permetta di conquistare un quinto dell’elettorato italiano, rappresentando così una proposta attrattiva non solo per parte del centro-sinistra ma anche per una fetta consistente di elettorato del centro-destra.
In vero, i sondaggi gli attribuiscono non più del 3-4% dei consensi. Ovviamente stiamo parlando di un dato che è prematuro considerare stabile, dato che la nascita di Italia Viva, il nuovo partito di Renzi, è una cosa di questi giorni. E per avere una stima attendibile delle sue reali possibilità occorre poter disporre di una serie di rilevazioni nel tempo che permetta di saggiare con maggiore attendibilità le potenzialità di questa proposta politica.
Però, al di là dei sondaggi, che solo nei prossimi mesi saranno in grado di dirci se e quanto il partito di Renzi potrà avere successo, ciò che rende – qui e ora – il progetto di Renzi alquanto velleitario è il fatto che nell’attuale scenario politico nazionale non sembra esserci grande spazio per una proposta politica in grado di attrarre le simpatie e i consensi dell’elettorato moderato, sia di centro-destra sia di centro-sinistra.
Con la sua operazione politica, infatti, Renzi ha ulteriormente indebolito il campo progressista, rendendo ancor più irto di difficoltà il percorso che il Partito Democratico ha davanti, dalla prova di governo alla risalita nei consensi degli italiani. E, al tempo stesso, qualora Italia Viva dovesse esercitare una qualche attrattiva nei confronti del ceto politico e degli elettori moderati, a partire da Forza Italia, ciò sottrarrebbe di fatto spazio a qualsiasi possibile iniziativa di stampo conservatore e liberale per offrire agli elettori di centro-destra una credibile alternativa alla destra sovranista e più radicale di Salvini.
In questo senso, il partito di Renzi finirebbe col rendere la vita difficile sia al centro-sinistra sia al centro-destra. Dubito peraltro che il Renzi di oggi, dopo le vicissitudini che hanno accompagnato la sua vicenda politica dalla sconfitta subita nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, possa risultare particolarmente attraente per quegli elettori moderati che ancora tre anni fa, ai tempi del Renzi “rottamatore” dei post-comunisti (e, in parte, anche dei post-democristiani) sarebbero stati disposti a scommettere sull’ex Sindaco di Firenze. Oggi quell’elettorato moderato, che si appresta a risultare orfano della leadership di Silvio Berlusconi, è assai probabile preferisca consegnarsi nelle mani di Salvini invece che di un ex Presidente del consiglio di un governo di centro-sinistra.
Ciò mi porta a concludere che alla fine Renzi, con la costruzione di Italia Viva, risulterà favorire l’affermazione di Salvini, cioè un leader uscito sconfitto (in larga parte, per suoi errori) dalla crisi di governo di questa estate potrebbe in occasione delle prossime elezioni politiche conquistare un consenso così ampio (si parla del 38-40%) da egemonizzare il campo politico, mettendo nell’angolo Forza Italia (anche qualora riesca a costruire una rinnovata coalizione di centro-destra con la Lega e Fratelli d’Italia), il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico.
Proprio per questo, credo che se da un lato, Renzi è riuscito oggi, con un’intelligente manovra di tattica politica, a isolare Salvini all’opposizione, dall’altro domani non potrà che essere un impotente testimone dell’affermazione di Matteo Salvini.
Chi vivrà vedrà, e forse è ancora troppo presto per fare previsioni di questo tipo. Se l’attuale governo dovesse reggere fino al 2012, assicurando alla maggioranza che lo sostiene le condizioni per eleggere il futuro Presidente della Repubblica, e se dovesse risolvere alcuni importanti problemi in cima all’agenda di governo (riforme istituzionali, legge elettorale, stabilità economica, occupazione, riduzione del debito pubblico, immigrazione), l’appeal di Salvini potrebbe risultare di conseguenza appannato. Ma l’azzardata scommessa del governo giallo-rosso è assai difficile da vincere. E dall’opposizione la Lega per Salvini premier potrebbe avere gioco facile nel costruire la sua marcia vittoriosa verso Palazzo Chigi.