Martina, che a 12 anni ha salvato il suo paese
Da “La Stampa” di oggi, Buongiorno di Massimo Gramellini
Martina Maturana ha dodici anni, vive sull’isola di Robinson Crusoe, al largo della costa del Cile, e non dorme. Ha appena sentito tremare il materasso sotto la schiena. Una vibrazione l’ha svegliata, ma neanche troppo. Potrebbe tranquillamente girarsi dall’altra parte e ricominciare a dormire, come stanno facendo tutti gli altri seicento abitanti dell’isola di Juan Fernandez. Martina invece scende dal letto. Vuole capire. Scuote il padre poliziotto, rintanato sotto le coperte. «Cosa è stato, papà?», «Cosa è stato cosa? Niente, torna a letto». Lei ci va, ma non riesce a prendere sonno. Allora, in punta di piedi, raggiunge la finestra, guarda in basso e vede. Vede ondeggiare le barche nella baia, al chiaro di luna. E capisce. «Lo tsunami!». Si precipita in piazza e suona il gong. Adesso sono tutti svegli e corrono all’impazzata verso la cima dell’altura che domina l’isola. Appena in tempo: nel volgere di qualche minuto un’onda gigantesca sommerge la baia, inonda la piazza, distrugge il municipio e le case circostanti. La bambina che non voleva dormire ha salvato la vita di tutti coloro che non volevano svegliarsi.
Ricordiamoci di lei, ogni volta che ci rassegniamo alle spiegazioni rassicuranti e rimuoviamo la realtà per non essere costretti ad affrontarla. Martina incarna lo spirito di ogni essere umano, com’era al momento della nascita e come dovrebbe essere sempre e invece non è quasi mai: presente a se stesso, capace di meravigliarsi. In una parola: vivo.
Se si fosse messa a “cercare il colpevole”, Martina non avrebbe salvato il suo paese. Invece ha seguito “lo spirito di ogni essere umano”: vivo, appunto; capace di stupirsi e reagire. Leggo nel blog un’altra noiosa polemica sull’inquinamento del Lambro, sempre per dare a qualcuno la colpa di qualcosa. I responsabili li cercheranno la magistratura e le forze di polizia, sono pagati per questo, speriamo li trovino in fretta e abbiano la punizione che si meritano. Noi ammiriamo e ringraziamo chi ha dato l’allarme e chi si è dato da fare per scongiurare danni più gravi, compresi Formigoni e la Protezione civile. L’Italia che continua a lamentarsi è destinata a finire come il Lambro, cioè male. Per fortuna c’è ancora qualcuno che non si gira dall’altra parte, ha fiducia nel futuro e si mobilita per cambiare ciò che si può cambiare.