Presidente Berlusconi, mi consenta di darle un consiglio. Fini le ha imputato la “strategia del paracarro”, cioè l’assoluta immobilità di fronte al venir meno della maggioranza. Bossi fa capire che lei sta puntando a un profilo basso. I cinque punti su cui aveva chiesto e ottenuto la fiducia un mese e mezzo fa sono sostanzialmente rimasti sulla carta. Se si voterà in primavera, non è detto che dalle urne uscirà una maggioranza solida, ed è certo che il centrodestra non ripeterà il successo del 2008. Se invece si tirerà avanti senza votare, nelle condizioni odierne il governo è destinato alla progressiva paralisi.

Allora prenda esempio da Angela Merkel. Lanci l’idea di una “grande coalizione”. Pdl-Pd-Lega. Tagliate fuori i vari cespuglietti, dai neo-centristi Fini-Casini-Rutelli-Lombardo i quali in questa palude non possono che accrescere il loro potere ostruzionistico fino a Di Pietro, per non parlare di Sinistra e libertà. I maggiori partiti si prendano la solenne responsabilità di gestire questa fase di emergenza economica e politica e realizzare almeno tre delle cinque riforme da lei proposte: direi federalismo, giustizia e sicurezza.

Assuma lei l’iniziativa, come fece nel 2006 quando Prodi prevalse di poco e in maniera discussa e il centrodestra di allora propose un largo accordo per uscire dallo stallo. Non lo faccia per tatticismo, ma perché questo è un momento cruciale. Accetti il rischio di farsi affiancare da un Pd indebolito dalle primarie di Milano ma che resta pur sempre il maggiore partito del centrosinistra: meglio un Bersani arrancante piuttosto che la guerriglia quotidiana dei tupamaros finiani. Si tolga la soddisfazione di mandare Fini e Casini all’opposizione: per lei sarà uno spettacolo migliore che vedere l’Inter perdere lo scudetto.

Accordatevi su un “governissimo” di pochi punti programmatici chiari e fate come i tedeschi: lavorate qualche anno assieme per il bene del Paese, saltando a pie’ pari i continui ostacoli che i partitucoli – vecchi e nuovi, a destra e a sinistra – non smetteranno di porre. Proponga un’iniziativa nuova e ambiziosa, esca dagli steccati, allontani lo spettro di terzi poli, governicchi tecnici, draghi e montezemoli. Il leader sarà sempre lei, come lo fu la Merkel, anche se dovrà concedere qualcosa all’avversario. Vedrà che dal Quirinale non arriveranno più tanti colpi di freno sull’azione di governo. E alla scadenza della legislatura si tireranno le somme elettorali, con la ragionevole prospettiva di uscirne come la Merkel, cioè con la vittoria dei moderati.