Muri e Monti
“Bisogna dare atto a Monti di non averci promesso la luna, infatti siamo al buio”, ha scritto qualche giorno fa Jena sulla Stampa. Concordo e condivido con i lettori e le lettrici del blog. Una delle quali mi scrive, riferendosi a un paio di miei recenti articoli sullo sbando della sinistra:
Che bel quadro infernale ha dipinto sugli orfani del Cav! Mi ha fatto pensare alla Danza macabra di Hyeronimus Hesse. Ma anche a un ritratto di Arcimboldo: fatto con le rape. Però è un peccato che dall’altra parte non siano messi molto meglio. Io appartengo alla scuola di pensiero che si sta disperando per la débacle di B (prescindendo da qualsiasi spiegazione machiavellica che ne viene data), con in più il cupo retropensiero di capire se e/o che cosa crede di ottenere in cambio. Comunque, the show must go on…
Ripercorriamo le ultime settimane. Era mercoledì 9 novembre quando Berlusconi ha annunciato le dimissioni. Dopo una settimana esatta, Monti ha formato il governo. Il Cavaliere, reduce da un G20 in cui ha nuovamente dimostrato di sottovalutare la crisi (ristoranti pieni, aerei al completo, eccetera), è stato travolto dall’ennesima bufera finanziaria. Giorni fa un broker italiano che lavora a Londra mi ha descritto il panico che quel 9 novembre ha investito gli operatori di borsa. Monti è arrivato con un imperativo: fare presto. Il Fondo monetario, la Banca europea, i principali leader dell’Ue chiedevano azioni immediate e incisive. Il Sole24Ore ne fece un titolo cubitale.
Sono passati quasi venti giorni dall’addio del Cavaliere. Di decisionismo non si vede l’ombra. Monti ha il passo non del gattopardo ma del plantigrado. Eppure gli indicatori finanziari sono gravemente peggiorati e la tempesta sui debiti sovrani investe apertamente anche Francia e Germania. L’euro stesso è a rischio. Il direttorio franco-tedesco è profondamente diviso sulle ricette anticrisi. Monti ha fatto proprio il programma del governo uscente (imposto dalla Bce) al punto da proporre alla Merkel gli eurobond, esattamente come Tremonti. Si prepara una tosatura vecchio stile: rincaro dell’Iva, aumento dei ticket, revisione degli estimi catastali, ritorno dell’Ici. Per quest’ultima la motivazione è curiosa: sarebbe un’anomalia in Europa. Allora aboliamo anche il limite dei 130 in autostrada, visto che i tedeschi a casa loro sfrecciano a piacere.
Per giudicare compiutamente il nuovo esecutivo, tuttavia, occorre aspettare le vere riforme – sempre che Monti sia in grado di approvarle – cioè quello che Berlusconi aveva promesso e non è riuscito a realizzare: riforma delle pensioni, liberalizzazioni, privatizzazioni, misure per la crescita economica. Su questo c’è assoluta incertezza. Il premier ha imposto il silenzio ai ministri: saggia regola. Si è però premurato di illustrare riservatamente le misure alla coppia Sarkozy-Merkel. Berlusconi parlava agli italiani in tv e sui giornali facendo divampare i dibattiti, Monti sussurra alle cancellerie europee. Ognuno si rivolge al luogo da cui trae legittimità.
Nemmeno sui sottosegretari Monti ha impugnato la situazione, preferendo la mediazione con le segreterie dei partiti. Vecchia scuola democristiana, che comunque non è priva di ragioni. D’altra parte, in questo esecutivo più che in precedenza, i posti di sottogoverno servono a tenere buoni i partiti, non a governare, perché i provvedimenti veri non vengono decisi a Roma.
Ora è chiaro a tutti che il problema non è Berlusconi, ma la debolezza dell’euro. Il problema è un’Europa fondata sulla moneta e non sulla coesione dei popoli, senza un ideale forte, in grado di accomunare non i portafogli quanto i destini di noi abitanti del Vecchio continente. Tutti possiamo vedere che cosa succede quando si costruisce un’entità politica o economica (o un monstrum che non è né l’uno né l’altro) priva di legami, ultimamente individualistica e utilitaristica.
E’ un vero governo di emergenza, quello al potere oggi in Italia, e in questo momento non ci sono alternative. Berlusconi era troppo logorato per reggere mantenendo la forza necessaria. L'(ex) opposizione è messa anche peggio, con le profonde lacerazioni interne al Pd e il lavorio carsico del Terzo polo, convinto di provocare frane da una parte e dall’altra che gli porteranno maggiori consensi. Siamo come nel ’43: c’è una guerra in corso combattuta con armi non convenzionali, siamo sconfitti e non in grado di porre condizioni alla troika Fmi-Bce-Ue. Che non mollano la presa, anche se a Palazzo Chigi siede il professor Monti: le ispezioni sul nostro operato si intensificheranno.
La nuova fase politica ha comunque il merito di aver allentato le contrapposizioni e avviato un percorso di collaborazione. Non significa annullare le differenze, ma fissare le priorità. Se la casa brucia bisogna spegnere il fuoco in qualche modo, non litigare su come fare o discettare se sia o no rispettata la legge 626.
Chiede il lettore: che cosa crede di ottenere Berlusconi in cambio dell’appoggio a siffatto governo? Nel 1999 Ciampi fu eletto al Quirinale anche con i voti del centrodestra, allora minoranza parlamentare, e quando Berlusconi vinse le elezioni il presidente lo trattò diversamente da quanto fece Scalfaro. Nei momenti di crisi, meglio stare vicino alla stanza dei bottoni. La Lega ha preferito un’altra strada, guadagnare consensi come minoranza. Si è fatta carico dell’opposizione parlamentare, un ruolo-chiave in questo momento. Non credo che l’asse Berlusconi-Bossi si sia rotto: di certo, visto che tra un anno si vota (finché Merkozy ce lo consente), ognuno deve cominciare a coltivare il proprio elettorato. Alfano non si sta muovendo male. Se Monti avrà successo – cosa che auspico per il bene del Paese – il centrodestra avrà una rilevante parte di merito. E potrebbe trarre vantaggio dal non aver eretto muri a Monti.
Ps. Sarò all’estero qualche giorno per lavoro e la moderazione dei commenti subirà inevitabili ritardi, di cui mi scuso subito con tutti. Qualcuno si lamenta per le censure. Ripeto che detesto la volgarità, lo dico soprattutto a Carlo Martello, sia pure con nessuna speranza di essere compreso. Mi infastidiscono anche certuni che abbandonarono il blog tempo fa e vorrebbero tornare con nuovi nick e nuove mail (probabilmente false come le precedenti): gli indirizzi IP parlano, lasciate le maschere per il carnevale.