16Gen 14
I poveri rinunciano alle medicine
Qualche giorno fa, durante un convegno, sono emersi nuovi dati sulla povertà in Italia. Dati allarmanti. Riguardano la spesa sanitaria degli italiani meno abbienti. Chi si trova in difficoltà economica rinuncia a curarsi. Si risparmia su vestiti, alimenti, altri beni di consumo, e ora si tagliano medicinali e visite mediche. La fotografia di questo drammatico fenomeno è in un dossier realizzato dalla Fondazione Banco Farmaceutico assieme con la Caritas tramite l’Osservatorio nazionale sulla donazione farmaci.
Le famiglie povere spendono in media 16,34 euro il mese per la sanità, circa il 2% del loro budget, contro una media di 92,45 euro di una “famiglia tipo” italiana (pari al 3,7% del bilancio familiare). Di questi 16 euro e qualcosa, circa 12,50 vanno in farmaci: una proporzione sbilanciata a danno di altre spese mediche (visite specialistiche, esami clinici, controlli periodici, ticket, eccetera). La “famiglia tipo” invece spende metà in farmaci (44 euro al mese su 92,45) e metà per altre voci legate alla salute.
Dunque, tra gli indicatori della crisi economica non bisogna considerare soltanto la disoccupazione, il calo dei consumi o il numero di imprese chiuse, ma anche la povertà sanitaria. Un modo per affrontare questa situazione è partecipare, sabato 8 febbraio, alla Giornata nazionale di raccolta del farmaco, iniziativa simile alla Colletta alimentare di fine novembre: si entra in una delle farmacie aderenti e si dona un medicinale (soprattutto antiacidi, analgesici e antinfiammatori), che il farmacista consegnerà al Banco Farmaceutico per essere distribuito a circa 1.500 organizzazioni non profit che raggiungono 700.000 indigenti, in particolare famiglie numerose, anziani con la pensione minima, immigrati e persone assistite da enti e associazioni di carità.
Tra il 2007 e il 2013 il Banco Farmaceutico ha incrementato la raccolta di medicinali del 241 per cento grazie alla Giornata nazionale di raccolta e anche alle donazioni aziendali. Ma se nel 2007 si riusciva a coprire il 55% della richiesta di farmaci, oggi – nonostante l’aumento della raccolta – la copertura del bisogno è scesa al 43%.