Le quattro stagioni di Gianluca Corona. Quattro capolavori di un grande maestro della pittura italiana.
Vi racconto di un’eccellenza tutta italiana, di un artista di chiara fama che -posso dirlo a gran voce- ho tenuto a battesimo artistico anni fa. Un artista lombardo, umile, produttivo, selettivo, capace com’è stato di dare e lasciare un segno nell’arte figurale italiana.
Gianluca Corona è un pittore lombardo quarantenne, che da oltre quindici anni si dedica alla pittura di genere still life con una perizia tecnico-artistica che non ha eguali in Italia. Expo2015 è quindi un’occasione “ghiotta” per esporre quattro grandi opere dedicate alle 4Stagioni eseguite magistralmente dall’artista. Quattro oli su tavola che mostrano la maturità di un grande talento, un artista che negli ultimi anni ha saputo raggiungere un armonioso equilibrio nelle composizione e con una rinnovata e raffinatissima tavolozza colori. L’esposizione vive nella galleria che lo rappresenta da anni, la Salamon&C. di Milano, in palazzo Cicogna, in via San Damiano, 2.
Come sappiamo la natura morta è un genere considerato di nicchia fino a pochi anni fa, soprattutto dalla critica nazionale di tendenza, ora è tornato alla ribalta per la significativa presenza di opere di pregio nelle fiere internazionali più blasonate e nelle mostre istituzionali di risonanza. Un ritorno alla bellezza e alla poesia di soggetti che appartengono alla più nobile delle arti, la pittura, quella vera. Gianluca Corona, il più significativo dei pittori figurativi italiani di questo segmento dell’arte contemporanea, dopo il successo di vendite a Londra e a Brussels, dove è stato ospitato negli ultimi tre anni, ora mostra al pubblico italiano quattro capolavori realizzati appositamente per Expo. Quattro opere che stupiscono per maestria esecutiva e attualità. Nature morte di sapore antico, eseguite mirabilmente e con estrema attenzione ad ogni dettaglio, dalla piega della foglia alla macchia sul frutto, riportandolo su tavola con una tecnica iperrealista. Da oltre 15 anni Gianluca Corona propone “still life” di frutti e ortaggi, fiori e foglie, formaggi e pane, che ricordano le pitture fiamminghe, per la ripresa di procedimenti antichi, con la stesura ad olio lucida e compatta, le velature accurate e i tagli particolari. “Ciò che mi interessa è ricercare la vita degli oggetti che ritraggo” dichiara l’artista; “metto in posa questi soggetti illuminandoli in modo particolare come se fossero un ritratto, per far trasparire il carattere dell’oggetto pur inanimato, far percepire la sua superficie e come la luce lo colpisce, il sapore, la morbidezza”. Una vibrante tensione che porta oltre la fotografia, un realismo magico che parla con il corpo della pittura e i colori sapienti e naturali, come nelle tele dedicate alle “Quattro stagioni” raccolte nella personale alla Galleria Salamon, che per l’inaugurazione della mostra ha organizzato anche un concerto con il violoncellista barocco Antonio Fantinuoli. L’inaugurazione della mostra ha offerto l’occasione anche per presentare una storica collaborazione fra Corona e una raffinata casa discografica, che da anni utilizza i dipinti di Gianluca Corona -e non solo- per le copertine dei propri dischi. Sarà proprio Andrea Panzuti, fondatore della casa discografica a organizzare un intrattenimento musicale e la presentazione del ricco catalogo della sua etichetta.
Vorrei dire ai tanti collezionisti che mi chiedono giornalmente dov’è la vera pittura, cosa c’è di nuovo nell’arte, dove occorre e su chi investire, che Gianluca Corona è un giovane artista ormai cresciuto che ha tutto il rispetto e la stima della critica che conta, e dunque anche mia.
Carlo Franza