concita de gregorio maschiofobica

E così Concita De Gregorio sogna un mondo senza maschi e lo definisce “Misterioso, affascinante”. Anzi, ci fantastica sopra: il maschio “non serve alla comunità in questo momento, è servito prima – forse è servito solo allora”. E per allora intende l’istante, magari asettico, della fecondazione.

Non si può non ringraziare Concita De Gregorio per averci mostrato in modo così cristallino dove è approdato quello che un tempo si chiamava femminismo: all’odio per i maschi e alla conseguente dissoluzione dell’identità maschile. Era ancora il 1967 quando Valerie Solanas (quella che cercò di ammazzare Andy Warhol) pubblicava il manifesto SCUM, il cui obiettivo era “distruggere il sesso maschile”. Quel seme gettato si è radicato in una parte della coscienza femminista (navigate un po’ sui social) e oggi nessuno si meraviglia che una donna influente sogni affascinata che spariscano gli uomini.

Per la cronaca, la Solanas aveva una schizofrenia paranoide.

Le parole hanno un peso. Questo non si può più chiamare femminismo – il cui intento sacrosanto era riequilibrare la presenza femminile nella società – ma misandria, ossia “odio per gli uomini”, o più modernamente “maschiofobia”.

É insomma tutta una questione di odio e paura.

Ciò che la “maschiofobia” vuole è infatti alimentare l’odio e il disprezzo nei confronti di tutto ciò che è maschio, eliminare qualunque punto di vista maschile dal dibattito, inseguire le frange più estreme della woke culture americana e seppellire e umiliare l’identità degli uomini.

Sognare un mondo senza uomini, appunto.

La risposta non può che essere pacata ma netta. E dovrebbe essere quella di chi disprezza profondamente posizioni come queste, che discriminano il maschio in modo inaccettabile. Va bene che si pensa per stereotipi che i maschi abbiano le spalle più larghe, ma se in prima pagina su Repubblica qualcuno avesse sognato un mondo senza donne, senza omosessuali o senza neri non avrebbe meritato un profondo disprezzo?

Sulla pagina FB di Repubblica Concita De Gregorio è stata crocifissa, segno che per fortuna in Italia spazio per queste derive ce n’è poco. Nonostante la presenza di così tante seminatrici d’odio.

Per avere una società armoniosa non serve odio, né paura, ma la capacità di abbracciare le diversità per creare equilibrio. Serve tanta arte e tanta poesia. E meno incubi come questo.