Il “salto di qualità” dell’Isis
Con gli attentati di Parigi il terrorismo internazionale di matrice islamista ha raggiunto un nuovo livello operativo con modalità che ricordano più il filone qaedista piuttosto che l’azione di lupi solitari ideologicamente legati al “brand” Isis. Una serie di attentati complessi, nel cuore dell’Europa, meticolosamente organizzati, coordinati e che richiedono un supporto logistico non indifferente. E’ evidente che se gli esecutori materiali degli attacchi sono otto, i fiancheggiatori devono per forza essere molti di più. Ci troviamo di fronte a un piano che richiede mesi di preparazione e una notevole raccolta di informazioni. Trattasi di uno scenario con caratteristiche simili a quelle di Mumbai del 2008 e con tre tipologie di attacco:
– Sparatoria indiscriminata sulla folla.
– Presa di ostaggi ad evento con conseguente esecuzione di alcuni dei presenti, in stile Dubrovka 2002, anche se con le dovute differenze.
– L’utilizzo di IED (ordigni esplosivi improvvisati) fatti detonare da attentatori suicidi.
Modalità che vanno ben oltre quelle degli attentati di Madrid 2004 e Londra 2005. D’altro canto era prevedibile che i terroristi prima o poi avrebbero puntato su un piano coordinato nel cuore del Vecchio Continente; bisognava solo aspettare il momento giusto e il sito più idoneo, identificato ancora una volta nella Francia, forse a causa anche di un’intelligence transalpina che ultimamente non sembra brillare in quanto a prevenzione (vedere casi Charlie Hebdo e Hyper Kasher).
Se le indagini dovessero confermare le responsabilità di al-Baghdadi, allora ci troveremmo davanti a un vero e proprio salto di qualità da parte dell’Isis che sembra non operare più come una specie di “franchising” del terrore attraverso l’utilizzo di volontari che si improvvisano attentatori: lupi solitari o piccolissimi gruppi privi di consistente supporto logistico-operativo da parte dell’organizzazione con base a Raqqa.
Si tratta di cellule dormienti composte da foreign fighters ritornati? Individui radicalizzatisi in Francia? Personaggi con precedenti penali provenienti dalla periferia “casbah” di Bruxelles? Jihadisti fatti infiltrare recentemente magari sfruttando il flusso di immigrati proveniente da est? E’ presto per dirlo con certezza; non resta che attendere ulteriori sviluppi.