Sadiq Khan, primo passo falso
Il nuovo sindaco di Londra, Sadiq Khan, deve ancora iniziare a operare e parte già molto male con alcune controverse dichiarazioni sulla campagna elettorale americana, prendendo di mira il candidato repubblicano Donald Trump e lanciandosi personalmente in mezzo con la ben nota retorica del vittimismo che però poco lo riguarderebbe.
Khan ha dichiarato al Time:
“Voglio andare in America e confrontarmi con i sindaci americani. Se Donald Trump diventa presidente, in virtù della mia fede mi sarà impedito di andarci”.
Khan si è detto fiducioso che la politica di Trump non vincerà in America.
Non è ben chiaro per quale motivo a Khan dovrebbe essere proibito l’ingresso negli Stati Uniti, visto che le procedure di blacklisting riguardano esclusivamente elementi con legami al terrorismo internazionale o ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale, non certo per l’appartenenza religiosa. Un’evidente strumentalizzazione politico-ideologica da parte del neo-sindaco, a meno che non sono alcuni legami familiari con Makbool Javaid (ex marito della sorella), estremista islamico legato al famigerato gruppo “el-Mouhajiroon”, a preoccuparlo, oltre che alcune sue presenze a convegni con esponenti non proprio moderati dell’Islam britannico. Difficile dirlo.
A volte ci si lascia “prendere” dalle cariche acquisite, solo che Khan ha dimenticato un piccolo particolare, è stato eletto sindaco di Londra, non premier del Regno Unito.
Se dovesse vincere, Trump se ne farà una ragione, il signor Khan non vorrà incontrarlo.