aCinecittà fatta di limoni e arance. Un mosaico agrodolce di agrumi mediterranei che, nelle prime propaggini della Costa Azzurra, ritrova colori e profumi classici di italianità. Perché forse non tutti sanno che Mentone, prima cittadina francese dopo il confine di Ventimiglia, va famosa proprio per questo frutto, solitamente associato ai limoncelli più familiari in quel di Sorrento. E invece… Invece il carnevale, celebrato in ritardo tra Roquebrune Cap Martin e la frontiera con l’Italia, è fatto proprio a base di agrumi. E quest’anno la tradizionale “Fete du citron”, in corso fino al 2 marzo, è dedicata al cinema di casa nostra. Un’esposizione di creazioni che richiamano alcune fra le più note pellicole degli anni Cinquanta e Sessanta sono ricostruite proprio con aranci e limoni, in una doppia tonalità dall’effetto di colori sgargianti, ancor più brillanti nella luce radiosa di una primavera anticipata in riviera.

dMarcello Mastroianni e Anita Ekberg nel famoso bagno nella Fontana di Trevi ne La dolce vita danno il benvenuto a chi s’intrufola nelle suggestioni della Settima arte uscita appunto da Cinecittà. Ma la rievocazione non si ferma a Fellini, ricordato peraltro anche per altri suoi capolavori come 8 e mezzoAmarcord, con una statua della prosperosa tabaccaia alta una decina di metri a sovrastare le risa e le suggestioni di chi cerca una parentesi di svago e relax in riva a un mare invitante, ma ancora gelido per il recente inverno al capolinea. Il museo degli agrumi in salsa cinematografica ricorda anche l’esperienza di Poveri ma belli di Dino Risi, Il colosso di Rodi di Sergio Leone oltre naturalmente alle suggestioni circensi care a Fellini e a tanti capolavori di casa nostra. Un po’ in secondo piano il Neorealismo che tuttavia trova spazio nella cartellonistica d’appoggio all’esposizione con i manifesti e rievocato attraverso capolavori di Vittorio De Sica come Ladri di biciclette e Umberto D. oltre a Mamma Roma di Pasolini. E l’elenco potrebbe continuare.

fUna mini rassegna di cinema – quello vero, stavolta – con film restaurati e proiettati gratuitamente nell’auditorium del Palais de l’Europe comprende La dolce vita di Fellini, I soliti ignoti di Monicelli, Il Gattopardo di Visconti e Il capitale umano di Paolo Virzì, omaggio al repertorio nostrano più recente, per la verità un po’ in distonia con opere che appartengono alla storia della Settima arte italiana e mondiale. Sculture per sognare e un posto in platea, gratuito e vero, per assaporare fotogramma dopo fotogramma quei pezzi da cineteca in versione originale sottotitolata in francese. La cultura italiana insomma è di scena con un ruolo da protagonista che dovrebbe dominare anche la parata dei carri, ma le sfilate non sono certo all’altezza delle aspettative. Molte le repliche, due volte alla settimana con spettacolo pirotecnico il giovedì sera, ma scarsa la qualità. E se non fosse per clown, sbarazzini e scanzonati, il carnevale di Mentone ha le forme prosperose e un po’ ambigue di tante parate alla brasiliana, dove i lineamenti di molte ragazze emarginano la delicatezza di volti troppo spesso assenti. Ma tant’è. Si paga per entrare e il mosaico di limoni e arance a ritrarre Cinecittà merita il biglietto d’ingresso. Non altrettanto si può dire per il pacchiano e paesano corteo dei carri, mentre i fuochi d’artificio… Quelli si vedono bene anche da lontano.

cehi

Tag: , , ,