Edoardo Leo non sa fare i miracoli Dove “Io c’è” Dio non c’è. Per fortuna

L’intraprendenza non è reato. L’originalità di re-inventarsi può essere una forma di disperazione. O invidia. Ed è su questo scacco, peraltro abbastanza inutile, che si regge l’irrisolta alternativa di Io c’è, pessima prova di Alessandro Aronadio, che qualche anno fa ha firmato Orecchie, accolto con stupita curiosità. In questo “capolavoro” al contrario, Massimo (Edoardo Leo), titolare del bed and breakfast “Miracolo italiano” va in crisi mentre l’attiguo convento fa il pieno di ospiti, chiedendo solo un’offerta pertanto non soggetta a imposizione fiscale. Morale, le suore fanno affari mentre Massimo fallisce. La via d’uscita è la religione e il giovane imprenditore figlio di […]

  

“Petit paysan”, il latte cagliato somministrato al pubblico

Dall’uccisione alla strage. Dai sospetti al terrore. Dal desiderio di salvare le mucche allo sterminio per circoscrivere ed eliminare il virus. Petit Paysan di Hubert Charuel è l’ultima escursione – in ordine di tempo – del cinema francese in provincia. In particolare in quella zona che vive di pastorizia, allevamento o agricoltura. Il film è la triste storia di Pierre, trentenne produttore di latte, che altro non ha e non conosce se non le sue mucche. Quando la febbre emorragica comincia a diventare una minaccia per molti fattori, il protagonista si lascia cogliere dalla paura che anche i suoi animali […]

  

“Tonya”, talento gettato in una bugia

Lei non rappresenta l’America. Nessuno vuole riconoscersi in lei   Tonya ha il volto di bambola e una sorte malvagia. Camminare per mano a una madre crudele. Il primo incontro della sua vita è di quelli che segnano. Il secondo non è molto migliore. Un padre cacciatore le insegna a sventrare i conigli, sparando loro in mezzo agli occhi per poter poi scuoiare il disgraziato animaletto, ricavandone una pelliccia perfetta. I genitori non si amano ma a Tonya tocca il terzo dramma, un fidanzato – poi marito – tanto manesco quanto ignorante, che si accompagna a un figuro suo pari. […]

  

“Ready player one”, i volti e le storie nascosti dietro una password

Mi sono rifugiato nel virtuale, ma ho capito che solo nella realtà si  può mangiare un pasto decente. La vita è molto meglio di una simulazione.   Come un videogioco in cui vita reale e e virtuale si fondono e si confondono. Il confine dove finisca l’una e cominci l’altra è labile come vapore all’orizzonte. Nel 2045 una società morta di noia e povertà sopravvivrà dimenandosi davanti al nulla ma immaginando che sì, sta combattendo contro robot agguerriti. Droni impazziti. Mostri giganteschi. A caccia di una monetina. Una chiave. Un uovo magico. E un’eredità. Qualcosa che potrebbe valere quanto Facebook […]

  

“Hostiles”, in viaggio con gli indiani diventando amico del nemico

Ognuno di noi ha colpe. Io chiedo solo una seconda opportunità.   I cheyenne non hanno rispetto per i loro capi. Sono sanguinari e implacabili anche con loro. E non guardano mai indietro. Falco Giallo lo sa bene. Prima che una malattia lo prostrasse, aveva steso una scia di morte dietro di sé e il capitano Joe se lo ricorda. Sul campo aveva lasciato molti amici. Li aveva visti morire. Non li aveva potuti salvare. È l’anno del Signore 1892. Ma anche nel New Mexico il mondo è piccolo, troppo per pensare che non avrebbe più incontrato quel dannato indiano. […]

  

“Insyriated”, guerra di una famiglia asserragliata in casa sua

La guerra si combatte porta a porta, nulla è più come prima e l’appartamento diventa un bunker. A insidiarlo non sono però i combattenti che, dall’alto del sibilo inquietante delle armi, risultano addirittura meno terrorizzanti dei criminali che vivono ai margini del conflitto. S’intrufolano ovunque per rubare stracci della disperazione di chi è fuggito o è morto. Non rinunciano a violenze o abusi fisici. Insomma il lato turpe – peraltro unico – di devastazioni e saccheggi. Insyriated del belga Philippe van Leeuw ha raccolto consensi alla Berlinale ed è lo sguardo su questa realtà attraverso il claustrofobico soggiorno di una famiglia […]

  

“Il sole a mezzanotte”, quelle lacrime da fiaba per giovani innamorati

Preferisci un viaggio o l’estate più bella della tua vita…   I suoi occhi sul mondo erano una finestra a vetri, dirimpetto sulla strada. A Katie Price la vita aveva giocato un tiro maledetto, sotto forma di una di quelle malattie da cui non si guarisce, ma con le quali si può solo imparare a convivere. Aveva un nome strano – xeroderma pigmentoso – e dietro questo geroglifico scientifico si nascondeva l’ordine di non potersi far sorprendere dal sole. Per questo usciva solo di notte e le tenebre erano la sua luce. Possibilità di guarire zero. La patologia è rarissima […]

  

Vite da incubo in un motel: ecco “Un sogno chiamato Florida”,

Lungo la highway 192 si stende la ricchezza spensierata dei parchi a tema. Orlando, capitale Disney del nord America, è la stella di un’opulenza fatta di carta e distrazione. Pupazzi che sorridono e scugnizzi a stelle e strisce. Si vive anche ai margini e il motel è la culla di una disperazione mascherata. Sorrisi incoscienti e figli abbandonati a se stessi. Tra le briciole di un fast food che ammannisce cibo spazzatura ai bambini ricchi solo del nulla. Un sogno chiamato Florida è il titolo fuorviante del film di Sean Baker, The Florida project, accompagnato da una locandina altrettanto sconclusionata che […]

  

“Foxtrot”, uno spaccato di Israele raccontato come una tragedia greca

Con quell’incubo mi sono addormentato ogni sera e svegliato ogni mattina. Un soldato era morto al mio posto.   Ballare con il destino una danza di morte. Attesa e silenzio. La sorte gioca la sua partita da un Olimpo invisibile. Il mito dell’eroe causa della sua punizione è sotto scacco in un incrocio maledetto di coincidenze. In Israele il crocevia tra la sciagura e il fato è una quotidianità inquietante. Ripetitiva. Sembra quasi tramandarsi di generazione in generazione. Foxtrot di Samuel Maoz, già Leone d’oro alla Mostra di Venezia come miglior film nel 2009 con il suo precedente Lebanon, ha bissato […]

  

Xenofobia tedesca, attualità europea “Oltre la notte”, ingiustizia è fatta

La vendetta finisce talvolta nel cupio dissolvi generale. È storia attuale quella descritta da Fatih Akin in Oltre la notte, presentato a Cannes nel maggio 2017 e ispirato a fatti realmente accaduti, che purtroppo mantengono intatta la loro validità anche con il trascorrere del tempo. È storia di emigrazione e di emarginazione anche quando finisce quella vita fatta di spaccio di piccole quantità di droga. Non è il mondo della criminalità a esigere pedaggi, ma quello di una politica costruita sull’intolleranza. La civilissima Germania fa i conti ormai da lungo tempo con i residui ma accaniti avanzi del neonazismo, che nulla hanno di ideologico […]

  

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