Nella vetrina dell’home cinema: “Amore a seconda (s)vista”
Quella sensazione di leggero dèjà vu che stupisce e disorienta, quando la quotidianità assomiglia a uno ieri dai contorni sbiaditi. Il “già visto” si trasforma in “già vissuto” e la mente inizia il suo viaggio a ritroso. Fuga e scava per scoprire dove e in quale tratto di vita il passato sembra ancora presente. Un po’ come accade a Raphaël, un giovane con ambizioni da scrittore che inciampa in Olivia, timido talento del pianoforte, della quale s’innamora contraccambiato. A questo punto la sorpresa. Tutto procede a gonfie vele, il suo romanzo si afferma nel panorama editoriale ma qualcosa prende la solita maledetta piega. E una mattina, al risveglio, Raphaël si ritrova in una vita parallela. Una di quelle proiezioni in cui sembra di non aver fatto niente fino a quel giorno, eppure… Eppure era tutto drammaticamente diverso. I difetti di ieri, a ripensarli, diventano attimi meravigliosi oggi ma oggi è diverso da quel giorno passato. E, per di più, Olivia sta per diventare la moglie di un altro, dettaglio che – agli occhi di chi ama – diventa insopportabile. I parametri a quel punto cambiano. I successi effimeri di affermazioni professionali e di egocentriche narcisistiche proiezioni di sé diventano un nulla nella geografia del cuore che, senza palpiti, non sopravvive. Nella stessa misura in cui l’asincrono battito individuale, dal lato sentimentale, è una forma di morte. Amore a seconda vista di Hugo Gelin non è tutto qui, perché Raphaël non si arrende e pretende di tornare a quella mattina che avrebbe dovuto essere ben diversa. Risvegliarsi in un incubo è più traumatico che viverlo perché si ha consapevolezza di ciò che è stato e non è più. E, per certi versi, queste sensazioni sono più comprensibili oggi che all’epoca dell’uscita del film. Era aprile 2019 e, a meno di un anno, sarebbe iniziato uno dei tratti di vita più bui e difficili che si potessero immaginare, al punto che ora in molti rivorrebbero indietro quei giorni felici.
In Italia però Amore a seconda vista non uscì nemmeno allora, arriva adesso in versione home cinema per merito di Eagle pictures che lo diffonde in una fase difficilissima per il settore cinematografico. Portarlo a casa non significa soltanto assistere a una commedia gradevole e distensiva – perché non è scritto da nessuna parte che si debba sempre soffrire – ma significa soprattutto aiutare un comparto culturale in gravi difficoltà. La qualità delle immagini è perfetta in ogni declinazione dell’home video, blu ray o dvd, e i costi non sono poi insopportabili rispetto a prenotarne lo streaming. Attenzione, però. Quella di Hugo Gelin, regista francese già noto al pubblico per Famiglia all’improvviso del 2017, è una commedia leggera, non vuota o banale, pur nella sua prevedibilità e in quel titolo ben diverso dall’originale “Mon inconnue” – ovvero “mio sconosciuto” ben diverso per senso e significato ad Amore a seconda vista che sembra marchiare la solita commedia di serie B. Nel suo genere, invece,. il film ripropone una galleria di tutte quelle situazioni, codificate in un déjà vu di cui non si ricordano le origini. Tutto ciò che spesso, insomma, si compie e si vorrebbe dimenticare o da cui si vorrebbe recedere. Frammenti e spiccioli di una quotidianità ricorrente, guardata con il garbo educato della cinematografia francese, capace di scovare nella normalità temi e motivi di riflessione offerti con il sorriso sulle labbra. Meno allegro il destino di Edith Scob, presente con un cameo nel ruolo della nonna di Olivia, morta pochi mesi dopo l’uscita del film oltralpe.