Che cosa c’è sullo scaffale del cinema “Io e mr Wilder” sul set di “Fedora”
E se Hollywood, improvvisamente, finisse tra i passi incerti di un’adolescente greca a caccia di emozioni, che mai si aspetterebbe di trovarsi a tavola con un monumento della più celebrata commedia americana sul grande schermo… E se quella ragazza, vestita in modo inappropriato, a rimorchio di un’amica che se l’è data a gambe prima del tempo, riuscisse simpatica a quel regista che di nome fa Billy Wilder e di cognome l’autore di alcuni fra i più bei titoli di sempre, da A qualcuno piace caldo a Prima pagina passando per Irma la dolce, e L’appartamento… E se il regista la scegliesse come interprete – nel senso di una che traduce dall’inglese al greco – e se la portasse dietro anche quando non servono traslitterazioni… Se tutto questo accade, non può che aver luogo tra le pieghe della fantasia, benché l’ambientazione sia reale e il set sia quello di Fedora, una delle ultime fatiche del commediografo. Ebbene la storia di quella ragazza di nome Calista che si ritrova faccia a faccia con un mito è la trama di un romanzo avvincente e leggero – l’ideale per ore d’estate – firmato dall’inglese Jonathan Coe. Io e mr Wilder (Feltrinelli, pp. 240, euro 16,50) racconta la genesi di un film visto dagli occhi giovanili di un’adolescente, partita con un’amica che si è ritrovata in mezzo a una via, perché la compagna di viaggio ha inseguito un paio di pantaloni incontrati cammin facendo. Gli imprevisti regalano alla protagonista una conoscenza inattesa e, soprattutto, un’esperienza che ne segnerà la gioventù. Vivere su un set.
Billy Wilder aveva già passato i settanta quando mise insieme i pezzi di questo film, il penultimo della sua carriera e uno dei pochissimi a non aver avuto un successo pari alle attese. Se tutto ciò che il regista aveva toccato era diventato oro, Fedora rimase lì simboleggiare un tramonto. E, tutto sommato, di un tramonto parlava. Perché era la storia di un’attrice al capolinea e inevitabilmente riportava alla mente quel Sunset boulevard cui la legava un protagonista comune, William Holden, e un richiamo al passato. Erano trascorsi ventotto anni dal quel 1950 che vide l’uscita di una delle pellicole storiche di Hollywood e, nel 1978, arrivava questo ritorno alle origini. Attraverso gli occhi di Calista Frangopoulou e della sua scanzonata gioventù, le pagine di Coe portano il lettore nel backstage del film raccontandone aneddoti e sensazioni. L’amore che sboccia in una sera d’estate a Corfù. Il prendere e lasciarsi tra mille equivoci e i sentieri contrastati di due giovani in mezzo a un sogno più grande di loro. Profumi di un Mediterraneo che ha gli occhi senili di I.A.L. Diamond, ovvero l’uomo che con Billy Wilder ha costruito sceneggiature da Oscar. Per lui la terza età aveva già cominciato a seminare i primi ostacoli sulla sua strada. E Calista, assistente indefessa e amorevole, ne seguiva l’evoluzione. Io e mr Wilder trasuda l’aria calda e pungente di una serata sotto un cielo ellenico per alternarla con il soffio strangolatore di un set in Germania, avido e odiato passato di Wilder, per poi ritornare verso Parigi e Londra. C’è un afflato europeo e un sapore di sale sul tramonto di Fedora. E le pagine diventano ricordo.