Fu un buffo capovolgimento di lettere a battezzare quel piccolo. Lo chiamavano Jumbo finché una scossa ai caratteri mobili della locandina trasformò in D l’iniziale. E da quel giorno l’elefantino con le orecchie smisurate da assomigliare ad ali divenne Dumbo. Nato in cattività, nelle gabbie di riposo di un modesto circo di provincia nell’America profonda del Missouri, voleva la sua mamma. Come qualsiasi cucciolo del mondo a due o quattro zampe. Ma il mondo degli umani non ha mai avuto il dovuto rispetto per gli animali e il vagone dove il piccolo aveva visto la luce era ancora di quei […]