“Agadah”, decamerone settecentesco

Che cos’è mai la virtù se non un pregiudizio accettato senza discutere… In gergo cabalistico, “agadah” significa narrare. È affabulazione. Ricordo. Forse perfino mito. Un passato ricco di scorribande. Erotismo, meglio se multiplo, come va di gran moda nell’immaginario dell’alcova da terzo millennio. Armi e cavalieri. Il mondo onirico di una favola, a metà strada tra epopea e gesta individuali, ammantate di eroismo. Presunto o reale è un mistero. Quello dell’invenzione di una trama che mescola gli eterogenei confini dei valori in un tutt’uno denso di se stesso, da cui ogni composto e componente stenta però ad avere una fisionomia […]