Ma quant’è global Manu Chao
La canzone Toda joia, toda beleza è uno dei tormentoni dell’estate e persino Zelig l’ha scelta come sigla della prossima edizione. Bravo il suo autore, Roy Paci, che finalmente conquista il grande successo dopo aver sbancato tutti i circuiti alternativi. Con lui però c’è anche Manu Chao il cui apporto nel brano è pressoché insignificante. Però molto conveniente. Manu Chao sta per pubblicare il suo nuovo cd, la sua fama va di pari passo con quella dei no global che vuole rappresentare (quindi in calo) e aveva bisogno di nuova visibilità. C’è qualcosa di meglio che sfruttare quella di un altro artista in ascesa e, soprattutto, il traino della tanto odiata televisione commerciale? No. Per carità, nessuno scandalo, sono le strategie commerciali cui ci hanno abituato le grandi case discografiche, le cosiddette major che secondo Manu Chao sono affamatrici, fasciste e perverse globalizzatrici (ma che lo pagano, visto che lui è della Warner). Insomma, anche stavolta predica bene ma razzola male. E anche stavolta pochi (o nessuno) glielo faranno notare, trasformandolo nell’unico artista che gode di un’impunità da far invidia ai diplomatici.
Vedo che sul Boss siete d’accordo, ehehe… Peace & Love! 😉
Beh, The rising è bellissimo. L’ho consumato!!
premesso che è assai difficile che parli male del Boss (un po’ come di manu… eh eh eh…), anche io ho avuto un percorso un po’ tortuoso.
quando ho sentito il singolo in radio è stato un botto e mi aspettavo un disco capolavoro.
saranno state, appunto, le grandi aspettative, ma quando l’ho sentito per intero non mi ha entusiasmato.
bello, certo (i dischi brutti sono ben altri), però tra gli ultimi devo dire che mi sono piaciuti di più the rising e devils & dust.
tra l’altro mi sembra che sia un po’ “basso” il volume della voce (o alto quello delle chitarre?) in alcune canzoni e in altre la strizzatina d’occhio al pop è quasi a rischio…
ma tanto lo so che poi a s.siro mi verranno comunque i lucciconi…
paolo
No Paolo, devi intervenire… Il disco di Bruce Springsteen è il mio disco più complicato del 2007. Al primo ascolto, non mi è piaciuto. E neppure il singolo mi sembrava bello. Diciamo che il singolo mi annoiava e le altre canzoni mi lasciavano indifferente. Per carità: ben suonato, ben cantato, ben prodotto, ottimamente mantenuto “alto” nei contenuti e nei testi da uno Springsteen che stupisce ogni volta. Ma c’era un ma. E c’è tuttora, anche se l’ho visto dal vivo a Madrid ed era entusiasmante (si è entusiasmato anche Scorsese che era lì). Ho riascoltato Magic almeno 20 volte, a volume basso o alto, in auto o in cuffia. Ma secondo a me, a parte il quartetto di canzoni Magic”, “Last to die”, “Long walk home” e “Devil’s arcade”, il cd è abbastanza sottotono. E tu che ne pensi??
urca, per la mia fidanzata sarebbe molto meglio di un bel solitario da 50 carati!
grazie, alla prossima
paolo
ps: curiosità: che voto dai all’ultimo cd di springsteen?
ps2: migliori dischi 2007?
ps3: uffiii… devo trattenermi… ho visto che nell’altro topic hai scritto che “i manu chao durano lo spazio di un mattino”…
daiiii… è dal 1988 che è in giro…
se parlavi del “fenomeno manu chao” allora è diverso…
ma allora non si parla più di musica…
ma giuro che non intervengo…
Beh, diciamo che se al mio collega avessi pagato un albergone e tutto il resto, forse lo manderei a quel paese sic et simpliciter…
Sul progetto sudamericano, sono d’accordo. Anche se Cristicchi l’anno scorso ha fatot più o meno la stessa cosa qui da noi e di sicuro i testi che lui ha rintracciato non parlavano di politica internazionale….
Quanto al Boss (ex Boss), ci vediamo a San Siro. Magari – se dovrò scrivere i pezzi io – vieni su tu (e massì: anche la tua fidanzata, eh eh eh) in sala stampa.
beh, anche tu ti incazzeresti se il tuo collega ti tirasse bidone all’ultimo…
non per questo, spero, lo taccieresti sic et simpliciter di professionalità e rispetto zero.
capita. dipende poi dai motivi.
sacrosanta poi la reazione Warner.
riguardo La Colifata sinceramente non saprei rispondere con certezza (e, lasciamelo dire, probabilmente neanche tu).
resta il fatto che sono venuto a conoscenza di una realtà che ignoravo totalmente e che trovo comunque interessante.
da altri artisti le uniche cose che vengo a sapere sono ville faraoniche, matrimoni che durano una settimana, centri di disintossicazione ecc ecc…
ci si vede al meazza (prato?)
paolo
Bentornato Paolo!! Per il concerto io direi che andrebbe benissimo Bruce SPringsteen (a occhio e croce). Neil Young non lo “faccio” io anche se mi piacerebbe moltissimo.
Quanto a Manu Chao, sono stato tranchant perché ho ricevuto commenti pazzeschi e furibondi dalla sua etichetta in merito a quell’argomento…
Intanto tu ed io rimaniamo di due idee diverse e questo in fondo è il bello della musica. L’unica cosa che ti chiedo (così ci portiamo avanti…) è: ma tu credi davvero che nell’ospedale psichiatrico Borda di Buenos Aires i Colifatos (la band di malati mentali che Manu Chao produce) abbia scritto davvero versi come quello dedicato a Bush, che recita: “Sono egoista, ambizioso, crudele/ Voglio che l’umanità sparisca per diventarne l’unico padrone”??
Arieccomi!
Mi spiace per Sissi ma stavolta mi tocca concordare con il titolare del blog.
Anche perché, diciamolo, in fondo è solo una discussione che non fa né morti né feriti.
Intanto vorrei ringraziare Cristina per l’acuto ed equilibrato intervento di cui invidio soprattutto la misura e la pacata lucidità che sicuramente è mancata ai miei interventi e a quelli di altri (ognuno poi è libero di sentirsi chiamato in causa secondo coscienza… eh eh eh)
Ma torniamo al punto, che sennò paolo g. mi sgrida.
1 Manu Chao si fa distribuire da una major. (sottolineo distribuire e non produrre, poi se volete parliamo anche della produzione Virgin con Manonegra e primi tre dischi di Manu)
2 Manu Chao parla male delle major.
3 Quindi Manu è un incoerente.
Oppure si può vedere l’altra faccia della medaglia.
Manu Chao si fa distribuire da una major.
Manu Chao parla male delle major.
Manu Chao detta le sue condizioni alla major (singoli scaricabili gratis su internet prima dell’uscita ufficiale, tour non imposti, niente sponsor, niente merchandising, nessun imposizione sulla produzione di altri dischi ecc ecc).
La major accetta, nonostante ‘sto pistolino impertinente la offenda a ogni piè sospinto, di distribuire i dischi del birbaccione no global.
Dunque dunque…
Allora, a esser obiettivi, anche la major non è poi tanto “coerente”.
Forse sputa nel piatto “da” cui mangia?
Ma vedo di spiegarmi meglio.
Se su “L’Unità” trovasse spazio una rubrica a firma di una penna “di destra” di chi sarebbe l’incoerenza?
Secondo me di nessuno.
Paradossalmente arrivo a dire che sarebbe una testimonianza di apertura mentale (ahinoi, merce rara in questo paese).
Sarebbe incoerente se questa penna “pensasse” di destra ma “scrivesse” di sinistra solo per portarsi a casa la pagnotta (e anche qui ci sarebbe da discutere perché la fame è la fame, ma non è certo un problema di Manu quindi non voglio divagare).
Manu Chao non ha mai negato di “dover fare i conti” con le major e con le multinazionali (ci son fior di interviste a testimoniarlo). Lui, esattamente come ognuno di noi ogni giorno, aggiungo.
La possibilità di una visibilità internazionale passa inevitabilmente dal circuito distributivo delle multinazionali, tutto il resto è sterile utopia (sarebbe come voler fare una campagna di comunicazione mondiale con volantini in ciclostile…).
Quello che ha sempre sostenuto è di cercare di avere una coerenza, o forse sarebbe meglio dire una dignità, anche in questo dicendo sempre ciò che pensa e cercando di non farsi schiacciare dalle regole ma di dettarle nei limiti del possibile.
E testimoniando poi la sua “vera” coerenza con tutto ciò che fa al di fuori di quella “macchia indelebile” rappresentata dalla “Warner” e che ho ampiamente citato già nel mio primo post ma che, chissà perchè, non è mai stata citata né da te, caro giordano, né da alcuno dei tuoi fans.
Quindi se qualche quattrino della vituperata major serve (a lui) per produrre qualche artista (che altrimenti non avrebbe nessuna possibilità), se serve a far conoscere qualche realtà difficile e sconosciuta, se serve a sollevare qualche domanda e a cercare qualche risposta, se serve a farci riflettere su certe storture del nostro mondo (difficile, come cantava con triste ironia con il suo amico Carotone), se serve ad animare qualche discussione che si eleva anche solo un dito sopra la banalità che ci opprime ogni santo giorno, beh, non lo ritengo sinonimo di incoerenza ma anzi di impegno civile che va al di là del mero valore musicale dell’artista e di valutazioni superficiali sullo stesso.
Come diceva giustamente Cristina qui sopra, la coerenza non sta solo in un fatto, ma in un complesso di comportamenti, scelte, impegni, iniziative, idee, progetti, fatti e azioni che non possono essere ridotte con miope testardaggine ad un solo aspetto. E nemmeno questo, a mio parere, analizzato con obiettività fino in fondo.
Infine solo un’ultima riflessione.
Non credo che Manu Chao sia l’unico cantante/artista che abbia criticato “il sistema”, lo squilibrio del mondo, la prepotenza dei paesi più ricchi, lo sfruttamento del terzo mondo da parte delle multinazionali ma, chissà perché, non mi sembra che a certi artisti sia mai stata rinfacciata alcuna mancanza di coerenza (nonostante siano prodotti da fior fior di multinazionali).
E non parlo di quattro straccioni, ma si potrebbe partire da Clash e Bob Marley fino ad arrivare a Pearl Jam o U2 passando per Rage against the machine e Public Enemy.
Per non tacer del fatto che poi molti di questi artisti (non mi riferisco, ovviamente, a quelli citati) viaggino in business e si blindino in suite a caviale e champagne…
Idem si potrebbe dire del fatto che Manu Chao abbia bidonato la conferenza stampa: quanti artisti mandano all’aria conferenze, concerti ecc ecc per capricci qualsiasi? Per carità, non è un comportamento encomiabile, ma può succedere (per motivi più o meno validi) e non mi sembra che un incontro mancato possa far scattare giudizi così trancianti sulla professionalità e sulla coerenza delle persone. (Scusa una domanda: a te non è mai capitato? A me, sinceramente, sì.)
Il mio dubbio è che la parola no-global faccia venire l’orticaria a qualcuno e che l’etichetta di capopopolo no-global affibbiata (da altri) a Manu gli abbia riservato più problemi e critiche feroci che vantaggi.
Per inciso, non sono no-global e detesto in egual misura black bloc e picchiatori di Bolzaneto.
Alla prossima
Paolo
Ps: infatti, se leggi bene, riguardo a Doherty ho detto che “probabilmente” è un furbetto.
Magari tu la sai molto più lunga e magari conosci molte cose che non so.
Ma permettimi un’impressione (che, ripeto, non è un giudizio): kurt kobain, lui sì, mi sembrava una persona sola, che evitava paparazzi e tabloid, che non si faceva fotografare – spesso deliberatamente – mentre assumeva stupefacenti, che evitava top model e jet set e che non si faceva certo vestire da Cristian Dior (campagna pubblicitaria annessa).
Pete e la sua corte dei miracoli non mi sembra abbiano mai fatto nulla per sottrarsi ad una morbosa e famelica invadenza mediatica.
Poi, per carità, magari faranno la stessa triste fine (cosa che, ovviamente, non mi auguro), ma dietro i Babyshambles e tutto il loro hype qualche sospetto di un’ambiguo scandalo “preconfezionato” c’è (magari ordito da qualche “vampiro” alla Malcom Mc Laren, sia chiaro…).
Nota a margine: devo dire che ieri ero andato al concerto con il forte timore di assistere ad un concertaccio per ragazzine svenevoli e paparazzi in cerca dell’ennesimo scoop.
Invece è stato un buon concerto, lui mi è sembrato più “in riga” (senza doppi sensi…) del solito e alla fine sono uscito più che soddisfatto.
al prossimo concerto andiamo insieme?
io ho già i biglietti di neil young, eels, feist, kooks, shout out louds e bruce springsteen…
fammè sapè
Hai ragione Sissi. Però qualche volta è anche bello discutere animatamente perché significa che ci si crede, nelle cose… E poi tu non sei per nulla banale, mi sembra.
Suvvia, trovatevi tutti al prossimo concerto di Manu Chao…. ognuno di voi continuera’ a pensarla allo stesso modo ma magari capirete di essere meno distanti….. siamo tutti sulla stessa barca: loro,i rocker, i rapper, i cantautori a far soldi, noi, qualsiasi siano le nostre professioni scelte, belle o subite, a sgobbare per pochi miseri euri!! Scusate le banalita’…. io non conosco cosi’ bene Manu Chao…e’ solo un tentativo di farvi smorzare i toni…. 😉
Brava Cristina. Bella lettera: è così che mi piace essere criticato. Di sicuro non lavoro in miniera e spero non lo faccia neanche tu. Volevo solo sottolineare il fatto che le cose non stanno sempre come sembrano e che ognuno di noi, per fare il suo lavoro, fa dei sacrifici. La mia passione è ormai un lavoro e, come tutti i lavori, comporta costi e sacrifici che spesso non vengono percepiti dall’esterno. E’ per questo che mi lamento dei luoghi comuni.
Quanto alla relazione Manu Chao/Roy Paci, bisognerebbe chiedere alla casa discografica: ma credo che la risposta non sia molto diversa dalla mia tesi.
Quanto infine a Manu Chao, nessuno qui critica la sua capacità di intrattenimento né la qualità complessiva del suo lavoro. Si critica come sia “sceso a compromessi”. Per carità, i compromessi ci sono per tutti e spesso sono inevitabili e pure auspicabili. Ma quando il compromesso delegittima le proprie scelte di base, la propria ragione sociale, allora è criticabile. Perciò io faccio quel paragone azzardato cui Paolo non risponde e anche tu non hai risposto. Fermo restando le necessità di compromessi, che cosa pensereste del Giornale se domani iniziasse a fare la campagna elettorale per Veltroni o l’Unità per Berlusconi?? Manu Chao alla Warner mi sembra come se l’Unità appoggiasse Forza Italia. Come se, per usare un paragone già sfruttato, Dracula diventasse segretario generale dell’Avis… Sarebbe un compromesso o una scelta incomprensibile o, peggio ancora, utilitaristica?? Ecco, io credo che Manu Chao sia delegittimato sotto questo profilo, mica sul resto. E’ un artista nettamente al di sopra della media ma è sempre più frequentemente percepito come poco credibile. Tutto qui, il resto non si discute.
“mi dispiace che la tua email si concluda con un luogo comune sul Giornale” vorrei iniziare con questa sua citazione.
Gentile Giordano, credo che se luoghi comuni desidera mascherare, allora identifichiamoli fin da subito: la critica di incoerenza nei confronto di un artista riconosciuto a livello mondiale è un topos. Siamo onesti, ognuno di noi, fin dal suono della sveglia, compie infinite azioni di incoerenza rispetto ai propri credo ed eventuali valori. Si faccia una domanda, cosa diamine è la coerenza? Siamo tutti, volenti E nolenti, vittime dei meccanismi delle società in cui ci troviamo a vivere. E più si sale di livello, più la coerenza è difficile da mantenere. Riconosco solo poche persone che si sono dimostrate realmente “coerenti” fino alla fine, una di queste è stata crocifissa.
Spero che l’esposizione della mia idea di base sia chiara.
Ma arrivo all’oggetto del contendere, ho letto il precedente intervento in cui si tracciavano con precisione le linee di coerenza di Manu Chao, da quello che leggo credo che Paolo sappia ciò che dice quindi non incalzerò in questa direzione, anche perché non ho la medesima conoscenza storica dell’artista, anche se lo stimo e lo apprezzo. Tuttavia non riesco a risparmiarla da una mio intervento a proposito, che si basa su tre punti coincisi che potrebbero aprirsi in mille parentesi e che hanno quale leitmotiv quanto scritto in principio:
1. il mio giudizio su Manu Chao s’impernia sul suo talento artistico e sulla sua capacità di coinvolgermi, e per quanto ne vogliate dire la sua capacità di trascinare è unica, rara e non si sta certo smorzando.
2. Se poi attraverso la stessa ispira anche folle di fans a riflettere su questioni topiche quali il gap nord e sud, credo sia un ottimo effetto collaterale. Del resto, musica e artisti hanno sempre ricoperto un ruolo di valore sociale, non è forse d’accordo? Oppure vuole anche disquisire sulle reali intenzioni di John Lennon quando predicava la pace o più recentemente quelle di Bono Vox & co? Insomma, eventualmente critichi il sistema tutto e non si concentri su un unico personaggio che per quanto intuisco io è molto più coerente di molti altri, nonostante anche lui (credo, ma non mi interessa) sia costretto a scendere talvolta a compromessi (le ricordo il leit motiv).
3. un commento Manu Chao – Roy Paci: personalmente non credo che Manu Chao necessiti di legarsi ad una figura che è nata da una sua costola per far crescere il suo favore in Italia. No, non lo credo proprio!! Cielo, è un’affermazione davvero azzardata…
Infine, quello che tale Paolo stia facendo nel fine settimana credo siano affari suoi quindi eviterei di fare puerili versi.
Come iniziato concludo, con sua una citazione: “Spero tu capisca quanto sia umiliante – più per te che per me – rinfacciarmi che io vada ai concerti gratis”. Ecco questa le chiedo gentilmente di risparmiarsela. Suvvia, non esageriamo infondo non mi pare lei lavori in miniera. O che salvi vite.
La Saluto e ringrazio.
Cristina
Ma Paolo, sei una cosa incredibile!! Sarò conciso e concettoso: io rimprovero a Manu Chao solo la sua evidente incoerenza. Un no global che si fa pagare la busta paga da una multinazionale è incoerente. Un no global che manda a quel paese il lavoro dei dipendenti della sua società è un incoerente maleducato e impunito (oltre che impunibile). Punto e basta. Tu invece sei il furbetto della situazione, perché ti ho chiesto di rispondere a una mia domanda e di evitare lunghe disquisizioni e invece hai tirato giù una lenzuolata che dalle Negresses Vertes arriva fino alla tua fidanzata ma non risponde alla mia richiesta. Che ripeto: che cosa penseresti se l’Unità sposorizzasse Berlusconi o il Giornale sponsorizzasse Veltroni?? Li giudicheresti incoerenti e ti fideresti ancor di meno delle loro valutazioni e dei loro consigli?? Oppure non farebbe differenza per te?? Non c’entra la politica, non c’entra l’obiettività, c’entrano solo la coerenza e la credibilità. Quanto a quest’ultimo argomento (l’obiettività e la credibilità), ti invito a pensare che il dichiarare i propri orientamenti politici è un sintomo di obiettività, a meno che tu non voglia ipocritamente ritenere (come Eugenio Scalfari) che sia davvero possibile mantenere i fatti separati dalle opinioni, salvo poi fare un giornale volutamente schierato a sinistra. E’ chiaro??
Quanto al tuo sabato con la fidanzata, me ne rallegro. Se fossi al mio posto, magari vedresti qualche concerto in più ma faresti anche molta fatica in più: io è dal settembre 2004 che lavoro tutti – ripeto tutti – i fine settimana e tutte le feste comandate a parte il Natale e la Pasqua (perché non escono i quotidiani) fino alle 22,30/23 di sera, se va bene. A me non piacciono i paragoni ma questo serve a dire della superficialità delle tue accuse. E infine: sono contento che tu possa andare a parlare di musica su altri blog. Ti seguo volentieri se mi indichi quali sono. Ciao.
PS. Pete Doherty è un disgraziato con il fegato a pezzi, solo come un cane, incapace di prendere una decisione lucida. Ha molta esposizione sui giornali ma vende pochissime copie e di conseguenza guadagna pochissimo. E solo chi si nutre di luoghi comuni può giudicarlo un furbetto quando è un poveretto che sta devastando la sua esistenza.
PS: dimenticavo….stasera vi saluto Pete Doherty, quello sì che, probabilmente, è un furbetto…
eccomi qua!
sono paolo, quello dei luoghi comuni noiosi ma che, guarda un po’, si è beccato subito l’accusa di essere uno “scroccone delle linee internet dell’ufficio”… strano nè???
comunque, tanto per chiarire un po’ di punti, non perdo nemmeno tempo a disquisire sulle tue elucubrazioni riguardo alla fortuna, credo innegabile, di svolgere una professione che coincide con la propria passione e che, altrettanto innegabilmente, comporta vantaggi che altri che nutrono la stessa passione non hanno.
credo sia superfluo anche sottolineare che la tua professione, così come altre, compresa – permettimi – la mia, comportano sacrifici che nessuno ha mai messo in dubbio.
un’altra cosa che non mi quadra è la coerenza che tu (e alcuni tuoi fans) rinfacciano tanto a Manu.
all’inizio della tua prima risposta sostieni che accusare Il Giornale di essere un quotidiano schierato fosse un luogo comune (il mio ennesimo, parrebbe…) e che i fatti dimostrassero il contrario.
salvo poi, il giorno dopo, ammetterlo candidamente con l’ironica domanda se Il Giornale” “deve ricordarlo ad ogni riga?”…
che è successo? la notte ha portato consiglio?
ma torniamo al punto…
credo di essere abbastanza informato su Manu Chao fin dai tempi della ManoNegra (vista dal vivo all’arena di milano nel lontano 1991, e ancor prima degli Hot Pants.
figurati che mi ricordo pure la polemica tra ManoNegra e Negresses Vertes (altro grande gruppo) scaturita dal fatto che questi ultimi avessero accettato “finanziamenti politici” da parte dell’allora ministro della cultura mentre la ManoNegra aveva voluto restare “vergine” da certi aiuti “istituzionali”…
ho letto parecchio sulla sua vita e sulle polemiche che gli sono piovute addosso per una presunta incoerenza riguardo le sue scelte musicali e professionali.
probabilmente qualcuno qui ignora le polemiche seguite al suo contratto con la Virgin (che gli aveva imposto, diciamo così, una creatività “a comando”) e che lo ha portato a sciogliere il contratto che altri più furbi e opportunisti di lui avrebbero sfruttato a proprio favore.
credo sia inutile anche chiarire quali siano modi e metodi con i quali una major può mettere guinzaglio (e museruola) ai propri artisti (contratti capestro, mancate spinte commerciali, produzioni ad hoc ecc ecc…) e che solo pochissimi artisti al mondo possano davvero dettare le regole della propria produzione artistica.
una scelta come quella fatta dai radiohead (scaricamento dal sito ad offerta libera) se la può permettere solo chi ormai ha conti correnti a 10 cifre…
per finire credo che ognuno resterà della propria opinione: io continuerò a seguire manu, a comprare i suoi dischi e a seguirlo dal vivo almeno fino a quando continuerà a piacermi la sua musica e le sue scelte.
voi continuerete a pensare che sia un furbetto chiudendo poi entrambi gli occhi (e le orecchie) di fronte a centinaia di altri “artisti” che magari sono molto più furbi di lui e fanno uscire un greatest hits con soli due dischi all’attivo, che poi ne fanno un altro con un imperdibile inedito giusto prima di natale, che poi lo ristampano in edizione limitata con due tracce video un mese dopo, poi buttano fuori il live, poi fanno pagare il concerto 100 euro in un posto gigantesco con un acustica indecente, vendono magliette inguardabili e i cuoricini luminosi da agitare in platea…
tranquilli, vivo bene ugualmente, ma vorrei fosse chiaro che sono intervenuto nel blog solo per manifestare una mia opinione musicale e le polemiche su come impiego il mio tempo mi han fatto venire il latte alle ginocchia…
ah, per la cronaca, in effetti ieri ho passato una bellissima giornata con la mia fidanzata…
passo e chiudo (scusate l’interferenza in questo blog….preferisco parlare di Manu con chi se ne intende, con chi parla di musica e non lo giudica in base al suo pensiero politico)
paolo
PS: a chi diceva che le sue tournee fossero finanziate dalle grandi multinazionali ricordo che l’ultima tournee in sud america era stata completamente autofinanziata….
Dai, magari io convinco lei a darmi una seconda possibilità e la porto con me 🙂
Vediamo, non so. E’ un’idea che mi è venuta così ma io naturalmente non ho nessuna copertura economica. Bisogna valutarlo al momento. Però mi piacerebbe.
E ci fai entrare tutti gratis tu? 🙂
Sarebbe bello che un giorno tutti i visitiatori di questo blog si trovassero a un concerto. Mettiamoci d’accordo su di un nome e proviamo a farlo (purché non sia in uno stadio altrimenti sarebbe un casino).
Lo dico riferendomi anche a me stesso, sia chiaro.
Sto sempre come al solito, cioè piango sul latte versato e vedo che non mi passa.
Per quanto riguarda il discorso di farsi dare degli scrocconi, parte tutto da una certa invidia, perchè tu hai possibilità che Paolo non ha, anche se lui può farsi gli affari propri al sabato e alla domenica. Ognuno ha quello che ha voluto avere.
Ciao Giorgio, come stai, prima di tutto.
E poi magari è semplicemente così: Paolo è a casa a farsi gli affari suoi e non si collega a internet. Di solito chi incolpa i giornalisti come me (che purtroppo lavorano tutti i giorni, feste comprese) di essere degli scrocconi, sono quelli che si collegano a internet solo in ufficio e poi al sabato e alla domenica si fanno (giustamente) gli affari loro. Per carità, tutto legittimo. E’ solo fastidioso farsi dare degli scrocconi quando non lo si è, ecco.
Aspetta almeno fino a lunedì, poi puoi tacciarlo di codardia, perchè quelli che non rispondono alle domande scomode non sono altro.
Sarà a divertirsi con la fidanzata.
Scusate, qualcuno mi sa dire dove sia finito il Paolo di Manu Chao?? Ieri era torrenziale, pieno di accuse. Poi improvvisamente è sparito senza rispondere alle mie domande. Ma insomma!!
Bravo, questo è il nocciolo del problema: sputare nel piatto in cui si mangia, oppure predicare bene e razzolare male.
No Paolo, mi sa che non hai capito quasi niente. Innanzitutto, non ho perso neanche un minuto per Manu Chao. Mi era stata chiesta la disponibilità ad incontrarlo e avevo accettato (anche se sono del Giornale cattivone e poco obiettivo). Poi mi è stato comunicato che lui aveva annullato tutto e bye bye. Tutto qui. Tempo impegnato da me nella questione Manu Chao: 2 minuti totali. Ma non è questo il problema. Mi sembra che tu parli di cose che non conosci o che conosci per sentito dire: e questo ti porta a deduzioni e ragionamenti che sono noiosamente vicini al luogo comune.
Ho la fortuna di fare questo mestiere e ti risparmio tutti i sacrifici che, chiunque come me, ha sopportato per farlo. Spero tu capisca quanto sia umiliante – più per te che per me – rinfacciarmi che io vada ai concerti gratis. Se vuoi ne parliamo, ma temo sia inutile visto quanto sei pregiudiziale. Con tutto il rispetto, è un po’ come rinfacciare alle maschere di teatro che si godono gli spettacoli gratis. Il livello della tua accusa è questo e si giudica da solo.
Poi Manu Chao.
Per evitare discorsi chilometrici, ti chiedo solo di spiegarmi quali sarebbero le “punizioni” che la major farebbe scontare “al soldatino uscito dalle righe” (mamma mia che espressioni)?? Non fare tanta fantasia, dimmi solo quali.
Infine il Giornale. Comn fai a imputare a un giornale che tu definisci “apertamente schierato” di non avere il coraggio di dirlo. Ma non ti basta che sia apertamente schierato?? Cosa deve fare, mettere un avviso a ogni riga??
Qui non si parla della legittimità delle idee politiche o dell’opportunità di schierarsi. Non si parla di chi scrocca a chi. Si parla solo di categorie normali e comuni della vita come il rispetto per il lavoro degli altri (che neppure tu mostri di avere) e di coerenza delle scelte con le proprie idee.
Mettiamola così: Manu Chao che sta con una major è come se il Giornale appoggiasse Prodi. O l’Unità Berlusconi. Pensaci su e poi fammi sapere, senza perdere tempo in tanti inutili distinguo.
solo un’aggiunta, anzi due:
per mondo avariato: probabilmente non sei mai stato ad un concerto di manu chao: zero merchandising, zero sponsor ecc ecc… non è una tua colpa non esserci andato, lo è il fatto di parlare senza conoscere. (sono stato ad amburgo due mesi fa: so quello che dico)
per paolo giordano: mi sono dimenticato un’ultima riflessione
dato per scontato che manu sia stato molto ingrato e irrispettoso nei confronti della major che si era fatta in quattro per lui, sei forse ingenuamente convinto che sia la major che ne pagherà le conseguenze maggiori??? non è forse più probabile che la major la farà pagar cara al soldatino uscito dalle righe?
oppure pensi che le major siano le vittime e gli artisti i carnefici???
siamo seri, dai…
paolo
aahhh, adesso capisco…
il “peccato originale” di manu chao è quello di averti fatto perdere, poverino, un intero pomeriggio ad aspettare un incontro che non è mai avvenuto…
beh, ti dirò, io assisto a circa 50/60 concerti all’anno e più di una volta mi è capitato che l’artista di turno tirasse un bel pacco ai suoi “fans” senza farsi il minimo problema…
con la differenza, caro paolo, che a me non pagano per andare ai concerti, anzi pago il biglietto con un certo anticipo (e con i diritti di prevendita – che avdo regolarmente a perdere) e non entro certo con accrediti giornalistici o pass di qualsivoglia natura…
questo, detto per inciso, è successo sia con artisti legati a major che (più o meno) indipendenti (ultimi esempi concerti annullati da The Enemy e The Coral) .
infine, tornando al tuo primo intervento, credo che pensare che manu abbia partecipato al disco di roy paci per trainare il proprio cd sia quantomeno ridicolo.
forse (eufemismo) è più ragionevole pensare che fosse conveniente per roy paci poter scrivere “special guest manu chao”…
roy paci e un buon trombettista ma dovrebbe ringraziare manu ogni mattina che sorge il sole…
nemmeno io ho ascoltato l’album di roy, ma mi è bastato vedere il video con pau dei negrita per farmene un’idea e capire chi sta “scroccando” a chi…
“giramundo…
Y por la calle chaval
Gira el mundo
Y por la calle chaval
Giramundo gira gira entre verdad y mentira”
ah ah ah…
comunque, per concludere, manu chao può piacerti o no, può esserti simpatico o no, ma quello che trovo inaccettabile è prendere una cosa e ignorarne molte altre con la consapevolezza (o, a esser buoni, l’ingenua incoscenza) di dare un quadro assolutamente parziale (o, a pensar male, apertamente strumentalizzato) della situazione.
infatti non fai alcun riferimento alle cose da me citate nel precedente post.
sarebbe come giudicare tutta la carriera di zidane per la testata a materazzi (e non sai quanto mi costi dire ciò vista la mia antipatia innata verso i cuginetti transalpini…)
più in generale non ho nulla contro Il Giornale o contro qualsiasi altra rivista apertamente schierata, ma mi piacerebbe che le persone avessero almeno il coraggio di dirlo e non la spudoratezza di voler sembrare obiettivi pensando che le persone siano passivamente prone ad accettare i vostri “illuminati” punti di vista.
paolo
Ciao Paolo, mi dispiace che la tua email si concluda con un luogo comune sul Giornale. Mi pare che l’attualità (non solo politica) dimostri il contrario e che comunque oggi sia difficile trovare obiettività nell’editoria italiana. Però qui si parla di Manu Chao. Mi sono soltanto limitato a dire che in Italia il suo ultimo album non ha ottenuto molti risultati di vendite e in classifica. E mi pare che non ci siano dubbi. Infine, per quanto riguarda il suo rapporto con la multinazionale Warner, anche quello è sotto gli occhi di tutti e ciascuno capisce che è quantomeno incoerente che l’alfiere dei no global si faccia pagare lo stipendio da una multinazionale molto global. Manu Chao ha in un primo momento accettato di far fronte a molti impegni promozionali in Italia, lasciando che la casa discografica organizzasse meeting e impiegasse tempo ed energie per farlo, visto che aveva investito denaro (non so quanto, ma presumo tanto) sul suo nuovo album. Poi improvvisamente Manu Chao – fregandosene del lavoro degli altri – ha annullato tutto, creando un indubbio danno alla Warner che si è trovata newll’impossibilità di far promozione al suo artista. Anche questo è sotto gli occhi di tutti. E’, quello di Manu Chao, un comportamento che si qualifica da sé, a prescindere dal reale valore musicale dell’artista che comunque si presenta come il difensore dei deboli ma quando gli fa comodo si comporta come tutti i potenti: fregandosene del suo prossimo. Neppure artisti che di solito sono spernacchiati perché fanno il cosiddetto pop modaiolo e consumista si sarebbero mai permessi una tale mancanza di professionalità. Il vero problema sai qual è, caro Paolo?? E’ che nessuno te lo abbia detto. Che nessuno ti abbia spiegato che tutti i giornalisti erano stati convocati per l’inizio di settembre ma poi all’improvviso l’appuntamento è saltato con conseguente danno di tutti e il silenzio di Manu Chao. Forse le accuse di scarsa obiettività le dovresti girare a qualcun altro. Ma dubito che tu lo faccia. E’ molto più comodo continuare a dare la colpa agli altri e ad aggraparsi ai luoghi comuni come hai fatto tu.
purtroppo ho trovato molto tardi questo topic.
ma forse è meglio così, visto che “a caldo” sarei stato molto più aggressivo…
manu chao globalizzato?
manu chao che vive a scrocco delle multinazionali?
forse prima di far prender aria alla bocca bisognerebbe conoscere le cose…
oppure dire anche che ha prodotto dischi come quello di amadou e marian o di akli d che altrimenti non sarebbero mai arrivati fino a qui.
che si è autoprodotto “siberie m’etait contèè” che è stato distribuito praticamente solo nelle edicole e nelle librerie francesi (e che a mio parere è un gioiellino, ma qui tanto della musica non si parla)allegato ad un album di disegni di Wozniak
o forse che ha prodotto un disco chiamato “la colifata” in cui suona lui e molti altri gruppi della scena di barcellona e di cui una parte dei proventi è stata destinata all’ospedale psichiatrico di buenos aires da dove appunto trasmette Radio La Colifata con “dj” con problemi psichiatrici.
e che adesso sta producendo un disco proprio con i pazienti di quest’ospedale (fonte IoDonna di sabato scorso)
o magari che ha fatto la tournee di sciogliemnto dei ManoNegra partendo dalla terra del fuoco fino alla colombia con un treno scassato ricostruendo con l’aiuto della popolazione anche pezzi di ferrovia dismessa (leggere a riguardo il libro La ManoNegra in Colombia)
poi, se ti piace dire che l’ultimo disco, prodotto come giustamente detto sopra da Because Music e SOLO distribuito da Warner (e non mi sembra particolarmente “spinto” dalla stessa) fai pure.
cerchiamo pure la pagliuzza mentre fregiamocene della trave…
ma in fondo cercare obiettività in chi è legato a Il Giornale è esercizio inutile e vano…
ciaobbbello
paolo
Ciao Polly, forse è più sfigato – oltre che molto più immorale – chi dice che la globalizzazione fa schifo ma poi prende soldi e si fa mantenere da una multinazionale che della globalizzazione – come anche tu sai – è il simbolo. La promozione dell’ultimo cd di Manu Chao è stata curata dalla Warner Bros, che è la stessa casa della globalissima Madonna. In pubblico Manu Chao se la prende con i cattivi e corrotti globalizzatori ma poi da loro prende soldi e benefici. Se tu ritieni che sia da sfigati sottolineare questa enorme incoerenza, allora sono uno sfigato. Per me è il contrario.
quindi se uno è contrario alla globalizzazione non può dirlo al grande pubblico? deve solo mettere le bombe secondo voi?
(mi sembra un topic un po da sfigati scusate..)
=)
Manu Chao global?Se ha usato Roy Paci è giusto per avere una seconda possibilità qua in Italia…visto che purtroppo nel nostro Paese sta veramente scarseggiando la bella Musica, quella che ha un valore profondo.
Manu Chao nel mondo è molto apprezzato e famoso, soprattutto nei Paesi poveri. Di certo non perchè la gente lì compra i suoi dischi visto che non hanno nemmeno soldi per mangiare…ma evidentemente perchè lo sentono molto vicino nei testi e nella musica.
global -no global
uff!”
date fiato alle trombe – i grandi critici musicali
ma non è di musica che si parla e non di messaggio
e dove la mettiamo la cover del globalissimo robbie williams???lui sta zitto ed intasca i soldi poi va in giro a fare le prediche,CHE SCHIFO!!!!!!!!!!!
manu chao tiene concerti pubblicizzati da enormi multinazionali… lui è certamente un grande esponente del global altro che “no global” (e tutti i miliardi che ha incassato dai “no global” cui ha venduto i dischi?)
Ciao Emanuele, grazie di partecipare così assiduamente alle discussioni.
Secondo un meccanismo sempre più consolidato vista la crisi discografica, il nuovo disco di Manu Chao è prodotto da un’etichetta indipendente ma sarà distribuito in Italia dalla Warner, che si sta già occupando della promozione con quelle logiche molto globalizzanti che Manu Chao apertamente contesta (ma solo quando parla con la stampa amica). Quanto alla quantità di copie vendute, credo che le sue siano ampiamente al di sotto dei milioni di dischi cui fai riferimento tu. Sulla collaborazione con Roy Paci ho semplicemente sottolineato la furbizia nella scelta dei tempi: di sicuro loro sono due artisti che si frequentano da molti anni e, in questo momento, in Italia sono sulla carta commercialmente più o meno equivalenti, anche se ormai la diffferenza di fatturato la fanno i concerti e non più le vendite sul mercato. Sta di fatto che non vedo differenze sostanziali tra questa operazione e quella, tanto per dire, di Beyoncè e Shakira in Beautiful Liar: sono stratagemmi per aumentare le vendite. Tutto legittimo, per carità, ma mi pare che Manu Chao abbia fatto della battaglia contro le logiche commerciali uno dei suoi cavalli di (finta) battaglia.
Ti do ragione quando sottolinei quanto sia scomoda la posizione dei “profeti di determinati valori”. Volendo, tutti sono contestabili. Manu Chao lo è forse di più perché c’è una differenza spesso abissali tra ciò che dice e ciò che poi, in realtà, fa. Beppe Grillo è andato in barca e per due giorni lo hanno bombardato di critiche con uno dei soliti giochetti estivi della stampa ma poi tutto finisce lì. Manu Chao è un no global che in realtà è globalizzato come i Rolling Stones.
Infine la musica: del disco di Roy Paci ahimè conosco solo il singolo e quindi non posso che fidarmi della tua valutazione. L’ispirazione di Manu Chao è latitante da un pezzo. Il disco Clandestino era il frutto ispirato dei quasi tre anni da nomade in Sudamerica. In “Proxima estacion: esperanza” l’unica sorpresa erano le cinque lingue diverse in cui cantava. Ma nel complesso mi sembra che Manu Chao abbia dato il massimo nei grandiosi Mano Negra.
Non amo particolarmente le persone che si ergono a simbolo di particolari movimenti, ma ho sempre avuto l’impressione che il ruolo di Manu Chao sia stato costruito più dai media che da lui stesso.
Certo si trova in una posizione abbastanza scomoda, perché quando uno viene identificato come profeta di determinati valori, lo sport preferito della gente diventa quello di trovare tutti gli atteggiamenti incoerenti possibili (vedi l’inutile querelle su Beppe Grillo in barca).
Ma che Manu Chao “sfrutti” Roy Paci per farsi pubblicità mi sembra un’ipotesi un po’ridicola..
Stiamo parlando di un artista che vende milioni di dischi in tutto il mondo da 20 anni e di uno che se è fortunato quest’anno ne venderà 50-60.000 in Italia…
Manu Chao è sempre stato un po’ un “jolly” all’interno della cosiddetta musica alternativa, partecipando a numerosissime collaborazioni (a memoria mi vengono in mente Amparanoia, Jane Birkin, Noir Désir, Amadou e Mariam, Tonino Carotone…insomma si parla di almeno 4-5 collaborazioni ogni anno).
Roy Paci è un suo amico di lunga data che ha suonato con lui nel corso di diversi live.
Il nuovo disco disco di Manu Chao non è della Warner ma è di un’etichetta francese che si chiama Because Music, così come il precedente era autoprodotto.
Invece di parlare degli aspetti di costume (peraltro condendoli di inesattezze), trovo che ogni tanto si potrebbe parlare di musica.
E per esempio dire che il disco di Roy Paci è veramente poca cosa, e che Manu Chao ha definitivamente perso l’ispirazione, dato che il suo nuovo singolo è identico a ciò che ha fatto sentire in “Proxima estacion: esperanza”, che a sua volta ricalcava già troppo le sonorità di “Clandestino” (che a mio avviso resta una pietra miliare).