[photopress:IMG_0889.jpg,full,alignleft] Di sicuro un pezzo di storia del rock sarebbe cambiato. Io non lo sapevo e l’ho scoperto leggendo il libro ‘The Doors by The Doors’ pubblicato pochi giorni fa da Sperling & Kupfer. Dopo la morte di Jim Morrison, i tre Doors superstiti hanno pubblicato due album (più per la riconoscenza della loro casa discografica che per effettivo interesse di mercato). Poi hanno trascorso un po’ di tempo allo sbando. Infine, era il 1973, si sono rimboccati le maniche per rimettere in piedi la loro carriera. E qui cito testuali i ricordi del tastierista Ray Manzarek: “Poi pensammo: è tempo di trovarci un cantante. Nel 1973 andammo a Londra. Tra i possibili candidati c’erano Joe Cocker – che cantante grandioso! – e Howard Werth, di una band chiamata Audience. Parlammo di un sacco di gente. A un certo punto venne nominato Iggy Pop ma io dissi: “Ehi, Paul McCartney sarebbe perfetto, canta e suona il basso”. Non avrei più dovuto suonarlo io se avessimo avuto Paul McCartney! Avremmo potuto compensare con la nostra cupezza alla John Lennon la leggerezza di Paul MCartney e allora sarebbe potuto succedere qualcosa di molto interessante. Ma non si realizzò niente di tutto ciò in sala prove”. Quindi è vero: i Doors e McCartney si trovarono in qualche studio per fare qualche prova, per mettere insieme le loro carriere. Volevo chiederlo a McCartney l’altro giorno quando l’ho incontrato a Parigi ma nel bailamme, nella fretta, nella mostruosa concitazione mi è sfuggito e non ci sono riuscito. Accidenti, che rimpianto. Ma magari è una cosa già nota (anche se non la conoscevo) e ho solo evitato di essere noioso.