Ma Rino Gaetano era anche altro
[photopress:foto2.JPG,full,alignleft]Ieri sera ho visto la seconda puntata della fiction su Rino Gaetano (Raiuno, con Claudio Santamaria, Laura Chiatti e Kasia Smutniak). Anzi, nel pomeriggio avevo anche parlato con Santamaria e poi ne ho scritto oggi sul Giornale (leggete qui se volete https://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=220218). La discussione era stata divertente, quasi intensa: il suo ricordo di Rino Gaetano, la scoperta della sua musica, i versi che il cantante scriveva fin da da ragazzino. E così (visto che oltretutto sono a casa con un raffreddorone), mi sono visto l’ultima puntata, dopo che la prima era stata premiata da un bell’indice di ascolto. Tutto bello: gli attori fanno bene la loro parte, la regia è meno patinata del solito, persino le ambientazioni sono abbastanza fedeli. Però poi alla fine uno si chiede: bene, ma dov’è Rino Gaetano?? Già la decisione di non raccontare esattamente come è morto mi ha lasciato un po’ scettico. Rino Gaetano è un caso di malasanità: dopo l’incidente stradale di cui rimase vittima, fu respinto da ben cinque ospedali prima di morire senza cure e solo come un cane. Dunque una vicenda di clamorosa attualità, anche se pochi lo ricordano: e quindi secondo me sarebbe stato meglio inserirla nel copione. E poi nelle due ore di puntata mancava quasi del tutto la musica. Rino Gaetano è il più strambo, libero e intuitivo cantautore italiano. Uno senza partito. Uno capace di andare a Sanremo per prendere in giro tutti e basta. Uno appeso al suo talento, senza altri paracadute. Dalla fiction non è uscito questo ritratto, ne è uscito un altro un po’ più vincolato ai soliti luoghi comuni che piacciono tanto quando si parla di cantanti: Rino Gaetano era un po’ alcolizzato, spendeva tanti soldi, aveva perso gli amici d’infanzia, gli piacevano le donne, eccetera eccetera. E’ mancato tutto il lato artistico, compositivo. Sono mancati i veri drammi che colpiscono il talentuoso quando si trova a comporre una canzone o a fare i conti con la sua bruttezza. E’ mancata la dimensione artistica. Perciò un po’ ha ragione la sorella Anna quando dice: mio fratello era anche altro. Dalla tivù non si è capito (o si è capito poco).
Ho visto la fiction in tv, bello, sì, un bel film, bravi attori, ma.. come hai scritto tu, dov’era Rino in tutto questo? Il film credo abbia tralasciato parti fondamentali della vita artistica di rino,le sue riflessioni personali, ciò che lo ha portato a scrivere determinate cose, determinate canzoni.. e poi.. la morte.. mi sento male se ci penso,la solitudine da lui cantata, il rifiuto, l’emarginazione e ciò che cantava in “la ballata di Renzo”.. tutto ciò.. è stato vissuto da lui, in prima persona, sulla propria pelle..
Omettere la realtà, la verità e il modo in cui è stato trattato è stato un sacrilegio, senza contare che da quel film sembra che alla fine fosse un bastardo, un menefreghista ed egoista, il personaggio fa evincere questo al pubblico ma rino non era così, no di certo.. Ammetto che la serie tv, purtroppo, mi ha deluso parecchio..
I miei omaggi a tutti.
KiraSakuya.
P.S. Rino sarà sempre nel mio cuore.
RINO grande GRANDISSIMO……. E BELLISSIMO!!!!!!!!!!
Ciao Paolo…volevo dire che Rino è un Artista unico uno dei pochi che cantava per amore e non per altro..tutti i suoi sentimenti emozioni quello che provava lo riportava nelle sue canzoni..!nella fiction volevo cambiare la fine facendo vedere Come i maledetti 5 ospedali hanno rifiutato di poter aiutare un giovane artista come lui,proprio quei stramaledetti ospedali che citò nella sua prima canzone la ballata di Renzo.. e ogni giorno mi domando sempre:”se non L’avessero rifiutato il mio Rino poteva essere ancora qui???maledetta Sanità…Cosi almeno chi non era a conoscenza di questo fatto con il film poteva esserlo!!!anche io devo ammettere che solo poche settimane fa lo saputo!!grande Rino purtoppo con la mia giovane età non ho potuto scoprirlo quanto era ancora in vita ma solo grazie a mio padre che me lo faceva ascoltare quanto ero piccola!mi fa molto piacere sapere che ragazzi sia piu grandi o piu piccoli di me portano in alto il nome di questo grande artista….Continuate cosi…..Susta!!!!
ciao paolo!
siamo agli sgoccioli finalmente!
è notizia di dagospia che la ventura condurrà THE X FACTOR. Format che va alla grandissima in UK che ha visto vincere Leona Lewis di cui si fa un gran parlare in questo momento e che io scoprii in tempi non sospetti. Però un dubbio mi viene, il format del programma in questione (che molti in modo ignorante hanno definito un anti-Amici, ma che nulla ha a che fare con il programma della De Filippi) resterà tale o al solito lo cambieranno. La peculiarità era non l’attenzione morbosa al privato del neo cantante ma al suo studio e soprattutto allo show. Che ne dici?
very interesting, but I don’t agree with you
Idetrorce
molto discretamente vorrei invitare all’ascolto di padre Livio(radio Maria potete ascoltarla senza staccarvi dal pc, anche in streaming sul suo rito http://www.radiomaria.it)che fra pochi minuti inizia la sua trasmissione(dalle 21.30 alle 22.30). Lui è molto,ma molto concreto e meno verboso di molti di noi(io in primis,ahimè). E dice cose interessanti.
Ogni Bene.
Eh direi che ti hanno riferito tutto per benino. Ma dai che piano piano si avvicina Natale e tutto tace 🙂 non demordere. Io ho già (quasi)chiuso la saracinesca faccio un po’ il muro di gomma. Quando ci vuole vi vuole…
Ciao Andrea. Non ho visto nessuno dei due purtroppo. La vita di redazione talvolta ti incatena al computer… Ho visto Bosè a giugno nella Plaza de Toros a Madrid ed è stato entusiasmante davvero, c’è il brivido tra la folla. Del concerto al Forum mi hanno parlato bene soprattutto del duetto con la Pausini. Nessuna notizia di Renga, invece. Se non che è stato un concerto all’altezza.
Ciao Paolo!!!
Hai gradito Bosè live?
Io ho visto Renga, bravo ma Il Forum era sinceramente troppo per lui.
sorry
quando dicevo “che”intendevo propio”che”
ok dammi tempo
ps
mi è scappata qualche che di troppo
sorry
Gioia queste cose mi piacciono da matti. Se potessi, scriverei un libro su quell’epoca, quei ricordi e quel modo di intendere e vivere la musica. E magari lo farò. Chiedi a tuo fratello su Reitano, dai.
ciao Paolo.
i tempi ai quali mi riferisco sono quelli del vecchio Palalido.
sono cresciuta nel mondo della musica,prima leggera,poi classica ,ora jazz
e’ facle parlre di droga e alcol.e sicuramente è anche una realtà ma non da generalizzare.
personalmente l’ho vista passare di piu’ nelle scuole o altro che in questo mondo.anche se non lo nego esista.
siamo in una realtà che è piu’ facile che giovani insoddisfatti ne facciano uso per loro castrazione.
per assomigliare a dei miti.
pesonlmente sono passata indenne anche se dalla mia casa,sono passati diversi musicisti, oggi ancora in auge,
faccio un nome a caso Franco Battiato per parlare di quello piu’ quotidano all’epoca.
di Reitano ricordo che era stata un vera vergogna, ma non mi stupisco,ricordo anche il dirttore di un teatro, di cui posso fare tranquillamente il nome, che aveva dovuto girare diversi ospedali per poter essere ricoverato.
già all’epoca veniva dato priorità ai primi extracomunitari.
per Reitano devo sentire la mia memoriastorica,mio fratello, che forse ricordeà meglio i dettagli
Ciao Gioia mi interessa quello che dici. Hai qualche ricordo in più, dai fammi capire meglio di che cosa stai parlando.
ciao.io ricordo perfettamente che gli ospedali avevano rifiutato Rino Gaetano.sono sempre stata dell’ambiente musicale e la vergogna ,subito tacitata dalla stampa,serpeggiava negli ambienti.
ma trent’anni fa quasi era una vergogna essere dell’ambiente perchè come sempre le persone dedite alla musica venivano tacciate dialcolismoe di droga.
Molti , ne posso fare i nomi, erano persone felici e realizzate, che avevano scelto questa strada.
personalmente,ero una sorellina, che veniva accompagnata sotto casa e solo quando veniva accesa la luce in casa, la
persona che mi aveva accompagnato poteva ripartire.
Ciao Paolo
ho letto la tua bella intervista a Elisa. Ho avuto l’impressione che fosse un vulcano di idee ma al contempo serena. Dopo il Best of stra consumato in tutte le sue declinazioni (dvd, caterpillar per il mercato internazionale e cd live)pensi sarà dura trovare una nuova direzione? Le idee che lei ha messo giù circa l’orchestrazione e quant’altro mi sembrano ambiziosi, ma sarà veramente possibile farlo? Lei è un’artista che ho sempre apprezzato ma quali saranno i campi che vorrà esplorare ancora? Ho avuto l’idea che fosse “uno nessuno e centomila” alla ricerca continua del sè, ma proprio per questo sarà che l’ho applaudita nella cattiva e buona sorte. Tu che ne pensi?
Caro Paolo, lo sai perché Celentano non graffia più, perché il nuovo corso, rappresentato dal duo Mogol-Gianni Bella, si sta ripetendo, anzi a dir il vero solo nel primo disco sono riusciti ad avere una sincera ispirazione, poi buon mestiere e nulla più.
Celentano che è un autore mediocre, ovviamente ha sempre cercato di appoggiarsi a dei bravi autori, e per fortuna, perchè quando ha avuto i suoi periodi autarchici si è impelagato nelle sue stucchevoli filippiche moralistico-ambientalistiche-cattoliche.
Personalmente le sue mossettine non mi hanno mai fatto impazzire.
Ultimamente, lui considerato fino a ieri di destra reazionaria dai critici con la puzzertta sotto il naso, furbettamente si è messo i panni dell’antiberlusconismo militante divenendo ancor più patetico perchè vuol dare un sovrappiù alla sua musica.
Però devo dire che nel mondo dello spettacolo non è il solo a cercare questo sovrappiù, anzi è in numerosa compagnia.
No mi riferivo a quella fisica. La bellezza di Rino Gaetano era proprio quella di non essere un sex symbol e di aver avuto uno strepitoso successo lo stesso.
l’ho letto sull’articolo : il talentuoso che si trova a comporre una canzone o a fare i conti con la sua bruttezza. A cosa si riferiva? Alla bruttezza della canzone in questione o alla propria? Anche se fosse riferito alla canzone la cosa mi fa lo stesso arrabbiare. Comunque scusa per aver scritto quello che ho scritto ma forse ho capito male. Ciao
@Gianluca, però Syria i panni in Arno li lavati bene tutto sommato, almeno dalle prime cose che trapelano. Staremo a sentire…
Ma Dora!! Qui nessuno ha detto che Rino Gaetano era brutto. Dove l’hai letto??
volevo lasciare un commento sulla fiction su Rino Gaetano. Sono daccordo su tutto tranne che per le ultime frasi: fare i conto con la bruttezza. Rino era brutto? Ma brutto sarai te!
Cosa non si fa per campare…
Bravo Gianluca, vedo che cominci a ragionare.
Syria fa “musica nuova”? Ussignur… Comunque da quel che so, la graziosa giovenca in questione (peraltro – a proposito di ombre lontane – maritata con Pierpaolo Peroni di Radio Deejay) sta preparando un album di cover di artisti italiani indie stile Perturbazione, Mambassa, Catto Ciliegia etc. In pratica risciacqua i panni in nell’Arno dell’Italia underground. Vedremo. E comunque volevo pubblicamente affermare che l’album di Giorgia è davvero… Ehm… Stupendo.
Per certi aspetti sono d’accordo con te. Allora sicuramente le major ‘frenando’ potebbe concentrarsi su progetti concreti e non contrattini da mezzo o due singoli e poi scaricare il ‘malcapitato/a’ di turno. Ma anche qui si aprirebbe un altro capitolo come le persone che ci lavorano. Su Internet ci sono sempre sorprese gradevoli è vero, ma in questo sono un po’ vecchio stampo i discografici devono tornare a fare i discografici.
Detto questo, ho divagato, capisco perfettamente che la legge dei grandi numeri imponga determinate scelte. Sarà per questo che il nuovo brano di Syria (autoprodotto e lontano dall’ombra della major Warner e dai grandi numeri) lo trovo molto bello http://www.myspace.com/syriaofficial dimmi che ne pensi. Anche se non sei “ben disposto verso la musica nuova” 😉
Andrea, io credo che a un big straaffermato come la Pausini o addirittura Celentano sia quasi impossibile chiedere una novità, uno strappo, un colpo di testa. Loro sanno che il pubblico (parlo di grandi numeri) non ha nessuna voglia di sorprese. Se compra la Pausini, vuole quello. Se, a maggior ragione, compra Celentano, si aspetta le canzoni di Celentano. Guai a chieder loro di osare, non potrebbero: hanno troppi vincoli contrattuali, troppe pressioni. Sulle major, io non credo che si debba chieder loro di osare. Anzi, io vorrei che osassero di meno, che pubblicassero meno dischi, che lasciassero correre. Solo in quel modo le innovazioni e le invenzioni verrebbero fuori (come sta succedendo su internet). Tu che ne pensi??
Lo show sicuramente lo vedrò, in fondo è solo una serata. Ma come mai così negativo verso “la musica nuova”. Io non dispero spero sempre in un arrivo apocalittico nella musica italiana in particolar modo. Una frattura, un risveglio, un bello schiaffo che risvegli dal torpore (neo) melodico. La cosa che più mi fa incavolare è vedere artisti “giovani” (data l’età) ricchi, affermati, vincitori di premi ovunque dentro e fuori l’Italia, non osare. Non aver coraggio e adagiarsi sulla melodia classica. Mi aspetto molto dalle donne, ma anche loro emulano i “colleghi” maschi. Insomma una Pausini altamente rock, con look agressive sarebbe veramente una bella sorpresa. E io sarei lì comunque ad applaudirla, il coraggio va sempre applaudito. Chissà… se i “Big” osassero, oserebbero anche le Major. O no?
Ciao Andrea. Lo ammetto: sono in fase negativa e quindi non ben disposto verso la musica nuova. COncordo con te nel definire il nuovo disco di Celentano molto pomposo. E soprattutto molto compiaciuto. Celentano non graffia più. Si autocelebra. E questo non è un buon punto di partenza. Credo però che il giudizio definitivo sul disco – purtroppo ormai le cose vanno così – si potrà dare solo dopo lo show in tv di lunedì.
Buongiorno Paolo!!
ho letto la tua recensione sul disco di Celentano. Ad un primo (ammetto veloce ascolto) solo una cosa m’è venuta in mente: orchestrazione pomposa. Appena ho letto gli autori sono corso subito a vedere i crediti, ho una fissazione per i crediti. Et oplà c’erano i collaboratori stretti del Molleggiato. Penso che avrebbe potuto fare un disco di “rottura” se avesse affidato ai varii Jovanotti (che comunque non mi fa impazzire) e Consoli (giusto per citarne un paio) tutta l’architettura della canzone e ci avesse cantato su. Ma ci pensi Adriano che canta sulle musiche inconfondibili di Carmen? E invece c’è sicuramente una qualità di arrangiamenti e di musiche che oscilla tra il buono e l’ottimo, guizzi come Anna Magnani, ma è pur sempre il solito Adriano. O si ama o si odia. Senza alcuna novità…sostanziale.
Non ha fatto mettere a posto l’orario del blog?! Continua a essere un’ora avanti.
Venditti è uno che cavalca la tigre facile, praticamente da sempre e i suoi testi non sono mai veramente nè profondi nè politicamente impegnati. Frasi ad effetto, Paolo, è la definizione migliore.
Hai ragione, Sergio. Parlando con Venditti, talvolta non capivo se mi prendeva in giro oppure se era consapevole di quello che diceva. La mia sensazione è che spesso parli per mettere insieme frasi un po’ ad effetto. Comunque sono d’accordo con te: in questo momento Venditti è il perfetto cattocomunista e mi dispiace davvero per lui.
Caro Paolo, a proposito di Venditti, il singolo come abbiamo già detto è brutto, ma i testi, da quello che si deduce dalla tua intervista, mi sa che sono di tipo cattocomunista.
Bella l’evoluzione di pensiero di Venditti, all’insegna del nuovo che avanza.
Il cattocomunismo è quella cosa ibrida e stucchevole e ipocrita che piace tanto agli italiani.
Venditti per non esserne da meno si è subito adeguato.
Mi sa tanto che è suo destino, arrabbiato quando si era arrabbiati, godibile musicalmente quando la gente non ne poteva più di impegno, cattocomunisti oggi.
In questo De Gregori, che non sempre mi attrae, ha perfettamente ragione a definirlo un pianista di piano bar.
Scusami per il post fuori tema, ma laggiù non l’avrebbe letto nessuno.
Confermo tutto. Gli ho parlato ieri e chiacchierare con lui è sempre una sorta di tuffo nella storia della musica italiana. Ma il disco non è granché e, se avrà un qualche rilievo, sarà per merito di alcuni testi di rottura, mica per le canzoni o per la musica.
Hai ragione. Ma fare un festival di tre giorni in radio e la finalissima in tv, proposta che lanciò Fiorello qualche tempo fa, io lo trovo stupendo… O no? Troppo rivoluzionaria come idea eh?
A proposito poi hai ascoltato il disco di Venditti? Confermi le tue impressioni?
Buongiorno Andrea, credo che la formula del Festival risenta molto dell’età anagrafica dello spettatore. Ormai le tv generaliste – e Raiuno su tutte – hanno un pubblico medio ultracinquantenne perciò meno propenso ad accettare cambiamenti. Il Festival di Sanremo, specialmente quando c’è Pippo, è una sarabanda conservatrice nella quale è meglio non cambiare nulla: le vallette mora e bionda, lo smoking del presentatore, l’orchestra, le melodie prevedibili. L’anno scorso Baudo ha aggiunto qualche piccola novità – ma piccola piccola – e gli ascolti lo hanno premiato. Quindi perché cambiare?? Non gli conviene. Preparamoci a un Sanremo identico a se stesso.
Ciao Paolo
oggi ho letto il tuo articolo sul toto vallette Sanremo. Ma è ancora valida questa formula? E soprattutto non ne basta solo una di “valletta”? Ma poi ancora una volta l’italiana e la straniera? Il nuovo è alle porte… Come sempre mi sa. Mi resta solo da sperare che gli “ascolti” che Baudo fa nell’hotel milanese dei possibili concorrenti Giovani e Big ci riservino delle sorprese. Ma dubito.
considerando poi che ha cantato dal vivo alcune delle canzoni. E’ stato molto bravo.
Mauro hai ragione. Santamaria è stato bravissimo. Mi è piaciuta molto la sua espressione quando Laura Chiatti gli ha detto: “Me ne vado perché non mi piaci più”. Lui era ubriaco, depresso e in quel momento il suo sguardo ha fatto capire davvero che cosa provasse. Molto bravo.
in ogni caso mi sembra da applaudire l’attore Santamaria, che mi aveva impressionato nel ruolo di “Dandi” in “Romanzo Criminale”: ma quanto è bravo? peccato che in Italia non ci sia più il Cinema, perchè qualche attore ancora c’è
Ciao Pina, naturalmente sono d’accordo con te.
Ho 27 anni, sono nata e cresciuta con la musica di Rino Gaetano, il vantaggio di essere la figlia più piccola è anche questo a volte…amare di riflesso la musica dei miei fratelli più grandi e dei miei genitori che negli anni ’80 mostravano ancora un pò di sensibilità per la musica vera. Ero molto curiosa di vedere questo film, per capire molto di più quanto fosse singolare, brillante e unico questo artista del quale conosco bene solo la voce….La delusione? E’ stata grande….le poche immagini di repertorio che riguardavano la sua vita e i suoi video sono state confinate agli ultimi minuti di proiezione…e il genio che era in lui perchè raccontarlo così superficialmente…non credo fosse solo uno che si sedeva in macchiana con la bottiglia di Wiskye….e le sue canzoni? Davvero troppo troppo pocheeeeeee!!!! Lui era bravissimo, la sua musica sempre viva e attuale ne testimonia la sua grandezza come musicista!! Grande Rino, spero in una pellicola che ti racconti meglio.