[photopress:23k935d.jpg,full,alignright]Sì certo, la voce di Mariah Carey è splendida, scintillante: estensione da qui a là, registri che più alti non si può, intonazione umiliante per quasi tutte le colleghe. Però poi. Il suo nuovo cd ‘Memoirs of an imperfect angel’ merita il Guinness dei primati come miglior album senza canzoni. Neanche una, anche se ci sono diciassette titoli, da ‘Betcha gon’ know’ fino alla cover dei Foreigner ‘I want to know what love is’ (ah, gli Ottanta dei Foreigner…), più svariati e compiaciuti prologhi, interludi e riprese. I generi no, quelli sono ben rappresentati: pop, r&b, hip hop, pizzichi di soul e gospel. Mescolati tutti insieme, raccolgono più miele di tutte le arnie del Trentino e difatti l’indice glicemico di ‘Memoirs’ è altissimo. Quello creativo al contrario: più piatto di Cartagine dopo il passaggio di Scipione. Una rarità, in fondo.