Da Antony & The Johnsons a Jack White, ecco i re degli anni Zero
[photopress:Jack_White.jpg,full,alignleft] Si fa presto a dire un decennio: ma per la musica leggera è un’eternità. Si alternano le tendenze, spuntano cantanti e altri ritornano, scoppiettanti fenomeni di vendita segnano un’estate e poi evaporano subito. Qual è stato il disco degli anni Zero, in Italia e all’estero? E il personaggio rivelazione? Di sicuro colpisce la fluidità del mercato ma non quello dei concerti, dove come sempre dominano Rolling Stones, Madonna, U2 e, qui da noi, Vasco Rossi esattamente come vent’anni fa. Le classifiche invece sono state un tourbillon più del solito. Nei Novanta hanno regnato il grunge e il rap nel mondo anglosassone mentre in Italia c’era una canzone d’autore ancora incerta su quale strada prendere. Invece gli ultimi dieci anni sono stati (per fortuna) più vari ma non necessariamente migliori. Il rap è sempre meno gangsta (alleluja), l’r&b è esploso dilagando ovunque, il rock è ritornato roll e gli italiani sono diventati da esportazione perché, ebbene sì, l’Italia oggi ha alcune corazzate come Bocelli e la Pausini che all’estero ce le invidiano. Comunque, se si guardano le classifiche di inizio Duemila, oggi i desaparecidos sono un esercito, da Ricky Martin agli Eiffel 65, e l’armata dei dimenticati è stata frullata dal web, che è un gigantesco generatore di entusiasmo ma anche di oblio. Insomma, il bilancio è che la musica non è mai stata così bene – nella storia dell’umanità non se ne è mai ascoltata così tanta ovunque – mentre la creatività e l’industria hanno il fiatone. Infatti Mogol, uno che se ne intende perché è il re degli autori musicali, dice che «non c’è molto che mi abbia colpito in particolare. Sì, Jovanotti e Tiziano Ferro. Ma negli anni ’70 e ’80 ci sono stati molti più capolavori». Così, tra i musicisti del Duemila vota Gianni Bella perché «anche se lavora in parte anche con me, la sua opera ha un valore mondiale. Comunque talvolta sento canzoni di grande fascino anche di altri cantanti». Chi negli ultimi anni ha ascoltato migliaia di brani è stato Gianmarco Mazzi, che sta per iniziare il suo quinto Festival di Sanremo da direttore artistico musicale. Per lui, i protagonisti italiani sono i Negramaro di Mentre tutto scorre perché «hanno mantenuto le promesse e sono riusciti a influenzare una generazione di band». Il suo disco internazionale preferito è Back to black di Amy Winehouse, mentre i personaggi di questi anni sono i Black Eyed Peas, «capaci di essere un fenomeno mondiale». Anche Mara Maionchi ha le idee chiare e impiega soltanto un attimo a dire Tiziano Ferro. D’accordo, lei è stata il suo talent scout però è indubbio che, come spiega, «anche se i dischi di Vasco Rossi hanno ribadito la sua creatività, l’album Rosso relativo di Tiziano del 2001 è stata una novità assoluta». Poi in questo decennio hanno lasciato un’impronta determinante anche i Coldplay di Parachutes e pure Lady Gaga, che è una pivellina appena esordiente ma «ha delle potenzialità enormi: sa comporre le proprie canzoni e potrebbe ancora migliorare». E difatti molti dicono che sarà la regina del prossimo decennio. Molto rock, come è giusto, il direttore di Rolling Stone, Carlo Antonelli, che incorona i Radiohead di Kid A e Amnesiac, Jack White dei White Stripes e Tiziano Ferro perché «ha un incredibile talento». Ma non sceglie nessun disco italiano. Anche Nicoletta Deponti, una delle più grandi deejay italiane con 5 Telegatti e una Grolla d’Oro come miglior conduttrice, prima di andare in onda su Rtl 102.5 spiega che Tiziano Ferro non ha bisogno di presentazioni ma, negli anni Zero, «Laura Pausini si è consacrata ed è diventata una regina internazionale». Tra i dischi sceglie Parachutes dei Coldplay e Mentre tutto scorre dei Negramaro, anche se «Safari di Jovanotti è un gran bel disco». Idem per Claudio Cecchetto, da trent’anni fior di produttore musicale: «Safari è quello che tutti si aspettavano da un grande come Lorenzo Jovanotti: è una star di rilievo internazionale e quel cd è rimasto due anni in classifica, mica roba da tutti. Mentre il disco internazionale che mi ha più impressionato è stato l’ultimo dei Black Eyed Peas, The E.N.D.: ha dimostrato di saper divertire tutto il mondo e che la musica del futuro prenderà più spunti dal passato che dal presente». Tra i personaggi, lui sceglie Tiziano Ferro perché «ha sconvolto tutto e anche come autore per Giusy Ferreri ha dimostrato di avere una marcia in più». Infine Rudy Zerbi, presidente della Sony Music e golden boy della discografia italiana: «Scelgo Antony & The Johnsons di I am a bird now, dopo Morrisey e David Sylvian sono quelli che nel tempo mi hanno emozionato di più. Gli italiani? Tiziano Ferro per le mille cose che ha fatto e Soundtrack di Elisa, con almeno dieci delle più belle canzoni italiane del decennio». Insomma, evviva: ecco la classifica degli anni Zero. Ora, volendo, non resta che aprire la porta al futuro.
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Sì, stavo guardando sul tubo. Mi sa che è quello! Grande Paolo!
Lui Hard Rocker, dici che potrebbe essere quello girato da Douglas Hickox con Ian Richardson, Martin Shaw e Donald Churchill??
Grazie Paolo, anche a te. Tra l’altro mesi fa vidi un film (credo sulla Rai) basato sul “Mastino di Baskerville”. Non ricordo gli attori, ricordo solo che era davvero ben fatto.. mi mangio le mani perché non ricordo neanche il regista e soprattutto perché non lo registrai!!
Ciao Lui Hard Rocker, buon anno anche a te. Sono d’accordo con quello che hai scritto specialmente per quanto riguarda l’enorme Andrea Braido e The Hound Of The Baskervilles!!
Prima di tutto ciao e auguri a tutti!
Secondo me il decennio 2000/2009 ha dato, musicalmente parlando, cose interessanti ed anche “originali”: penso ad alcuni lavori degli Ayreon, George Harrison (Brainwashed il suo toccante testamento e saluto, Dark Tranquillity (Damage Done una sorta di rinascita dopo il deludente Projector), un fantastico Andrea Braido che si (e ci) diletta spaziando dal funky (genere da me quasi odiato) al jazz, dal blues al punk e all’heavy metal. Il ritorno di Roger Waters (ok, forse grazie al fatto che si è “ripreso” buona parte delle royalities delle canzone scritte coi Pink Floyd).
Steve Hackett che ha fatto (finalmente) capire che l’anima musicale dei Genesis era lui (To Watch The Storm). Sempre in territori Prog Rock la interessante collaborazione Clive Nolan & Oliver Wakeman (The Hound Of The Baskervilles a mio avviso un capolavoro), i Mostly Autumn ed i Karnataka.
I citati Muse, Maiden (Dance Of Death lo trovo su livelli importanti).
I Porcupine Tree che si son spostati dalla psichedelia a sonorità più heavy ed elettroniche.
La scena Brutal/grind italiana con uscite importanti di band debuttanti (Vomit The Soul) ma capaci di accasarsi con etichette importanti del genere e fare tour con “i mostri sacri” del genere.
..la lista potrebbe così continuare!!
Guglielmo hai ragione, qualcosa si può inserire nella lista di Zago. Gli Evanescence, ad esempio. O i Theatres des Vampires.
No Les, credimi, il grazie è soprattutto a voi!!
Ciao a tutti,buon anno, eccomi qui dopo lungo tempo. Volevo dire a Zago autore di una lunghissima dissertazione sui gruppi da ricordare in questo decennio, che ha completamente dimenticato il filone gothic/metal e quindi gruppi del calibro di Lacrimosa, Tristania,Stream of Passions, Evanescence, Lacuna Coil, Theatres Des Vampires,quindi il gothic/elettrodark, ossia Blutengel, Ame Immortelle,per non parlare dei vecchi leoni Siouxsie, Cure, Peter Murphy ex Bauhaus, Clan of Xymox…
Qualcuno potrà obiettare che molti di questi non sono noti…è sempre la solita storia,se i mezzi di comunicazione non li fanno conoscere al pubblico, nulla cambierà mai…
Grazie a te Paolo per come tratti democraticamente la musica, è molto difficile su internet, sai?!
Ovviamente sentirò tutte le novità che non conosco per farmi un’idea, gruppi alternative e Dente compresi.
Tra i migliori gruppi di successo americano degli ultimi anni metto senza dubbio i 30 Seconds to Mars, uno dei pochi “nuovi” che mi piace veramente.
Il Nu Metal si è sciolto nel pop nei primi duemila, i Limp Bizkit sono i miei preferiti della nidiata, un gradino sotto i Linkin Park che non mi hanno mai convinto per quel tasso eccessivo di romanticismo alla “Twilight” nei vocals “dolci” dei ritornelli.
Concordo pienamente con Whatta per Jack White, uno dei geni assoluti del decennio e tra le cantanti r&b metto, con alterne fortune, Christina Aguilera e Rihanna.
Ah, nel pop al primo posto KT Tunstall e Gavin DeGraw-Robbie Williams.
Massi io ci credo in un Relapse 2 magnifico. Ha sentito “Drop the world” di Lil Wayne? Eminem li spacca ma veramente tantissimo come ai vecchi tempi secondo me! Quanto a Tupac secondo me è il migliore: io ho una certa predilizione per Shady ma Tupac rimane comunque una leggenda anzi la leggenda del rap. Lui era l’anima dell’hip hop.
ciao a tutti e grazie a tutti,sono nella fredda Amsterdam (quanti bei ricordi anche qua) alla caccia di cimeli originali……..keep on rocking e grazie dei complimenti che non credo di meritare…..ps comunque qualcosa si muove intorno a Gabriel (album di cover a febbraio e 3 concerti “sinfonici”) mentre la solita fuga di Frusciante ha generato ovviamente l’assunzione da parte dei RHCP di un nuovo chitarrista,buon session man,mi pare si chiami Kingshofer o roba del genere ed ha solo 30 anni pps mentre qua nelle piazze non e’ raro trovare busker che suonano Pink Floyd “pari pari”.Piacevole,
SlimShadyGirl, ti dico la verità: anche io sento la mancanza di Tupac!! Quanto a Eminem, è davvero l’ultima speranza. Speriamo bene!!
Salve a tutti
Torno ora dalle vacanze. Leggo ora più o meno tutti i commenti.. Su molte cose sono d’accordo, su altre meno (del tipo la condanna totale di gruppi come My Chemical Romance, Paramore e 30 Seconds to mars, spesso considerati inutili e teenagers, e di conseguenza sottovalutati).
Sono d’accordo invece sulle inutili correnti nu-metal di Linkin Park e altri e sui talenti sprecati del tipo Christina Aguilera, Leona Lewis o Mariah Carey.
Spesso negli anni duemila la musica tende a commercializzarsi. Ma bisogna fare attenzione ai gruppi pop di valore che esistono ancora. L’ultimo Take That ad esempio supera enormemente l’ex Robbie Williams.
Per non parlare dei Muse, liquidati a volte come “commerciali”: probabilmente il gruppo che ha segnato nella maniera più originale questo decennio (sempre a mio parere). Radiohead troppo techno e sperimentali ma non da buttare, “Kid A” favoloso, un po’ meno i dischi successivi, a mio parere eccessivi.
Trovo personalmente un genio Jack White. Raconteurs, White Stripes o Dead Weather è sempre fortissimo, rock e originale in tutto.
Non si sono persi negli anni 2000 i Pearl Jam, capaci di far divertire e suonare splendidamente anche a 40 anni suonati. Negli ultimi anni addirittura ci sono state reunion abbastanza interessanti, tipo Skunk Anansie o Alice in chains(ottimo il nuovo disco)senza Layne per ovvi motivi.
Bello “Chinese Democracy” ma buttato via da chiunque senza essere ascoltato per pregiudizi ingiusti e spesso figli di ignoranza. Il nuovo Axl in tour n forma smagliante (a parte qualche chilo di troppo) non se la cava per niente male sui pezzi nuovi e le incredibili 4 ore di concerto a Tokio.
Ininfluenti i Velvet Revolver, seppure troviamo singoli proprio belli (Slither, Fall to Pieces, You got no right). Slash ridotto a far da spalla a Rihanna o Fergie.
Sigur Ros ottimi. Carini anche Death Magnetic dei Metallica. Ripetitivo il nuovo degli Acdc, sopravvalutato e sempre uguale ai precedenti.
U2 incredibili e galattici, al passo coi tempi;la miglior band in circolazione al momento.
Disco peggiore degli anni 2000 “Scream” di Chris Cornell.
Che ieri ha ben pensato di tornare dai Soundgarden.
Questa è la notizia bomba di oggi..
Saluti a Giordano, Buzz, Hard Rocker e tutti gli altri:)
Whatta
Les, ottima analisi anche la tua. Sono contentissimo che su questo blog scrivano persone come te (e Buzz e Nessuno e tanti altri) che di musica ne sanno davvero tanto, ne sono appassionati fino in fondo e spesso danno lezioni a me che di musica mi occupo quasi tutti i giorni.
Condivido una gran parte di quanto hai scritto. Mi colpisce anche che tu riconosca, secondo me giustamente, che qualcosa di nuovo e di significativo sia uscito da X Factor o dagli ultimi Sanremo. Bisogna riconoscere, volenti o nolenti, che è proprio così.
Quanto a Dente, l’ho intervistato per Vanity Fair e in qualche classifica di fine anno l’ho inserito tra i miei personali favoriti (forse era quella di Musica & Dischi?? Non ricordo). Quindi ti consiglio di ascoltarlo. Magari non ti impressionerà, ma è comunque significativo.
Secondo me c’è tantissima musica degna di ascolto e anche qualcosa che entrerà nelle enciclopedie, negli anni zero.
Ma gli anni zero sono gli anni della frammentazione totale e smaterializzazione del supporto fonografico, ormai esistono 15 classifiche di vendita differenti e queste hanno meno peso “qualitativo” rispetto a una volta.
Una volta la musica delle major era quella che vendeva in tutto il mondo e che lanciava le nuove mode, oggi non è più così.
Le case discografiche si sono moltiplicate, anche 5000 copie vendute sono qualcosa, i gruppi migliori diventano famosi su myspace senza avere inciso un disco.
Gli anni zero sono stati il trionfo della musica per target (bambini, adolescenti, ventenni, trentenni, quarantenni-cinquantenni che sono quelli che comprano più Cd) e del revival perenne.
Io che ascolto musica del passato dico che molta roba innovativa è arrivata dalla galassia alternative/indie con gruppi molto vari e creativi.
Sono i nomi sconosciuti che leggete sulle riviste inglesi, gruppi inglesi, Canada e USA che in Italia sono sconosciuti più che altrove.
Tra quelli che ricordo di più gli Strokes (dei “vecchi” per gli appassionati del genere) mentre in UK vanno gli Arctic Monkeys.
Negli anni “0” c’è stato il metal alternativo dei System of a Down e Queens of the Stone Age, il revival post-punk di Franz Ferdinand-Interpol-Editors, ultimamente l’alternative folk di Fleet Foxes e company.
Una lista del decennio merita una riflessione approfondita, al volo leggendo l’articolo di Giordano mi viene di parlare degli italiani: Negramaro i più incisivi, Vasco i migliori live, Ligabue una specie di clone di Vasco con i live brutti, Elisa deludente.
Sapete che vi dico? I migliori sono i cantanti della nuova generazione XFactor e Sanremo riserva sorprese come Malika Ayane.
Per la serie “non il mio genere” parlano molto bene di Luci della Centrale Elettrica e…Dente.
Dente, miglior artista italiano del decennio, leggo un pò ovunque.
Non lo conosco, chissà.
Non credo che usare un linguaggio offensivo sia un modo per far valere le proprie idee anzi mi sembra proprio un modo per nascondere il fatto che non si hanno argomenti a favore. Tutto qui. Lasciamo le parolacce al rap. Ormai morto. Come ha scritto lei stamattina su “Il Giornale”. Eheh l’ho letto subito appena l’ho visto. Credo che quello che dice sia (purtroppo) tutto vero: il rap ha finito. Certo c’è Jay Z c’è Eminem e ci sono artisti più underground che nessuno conosce i quali continuano a spingere questa musica più che bene. Ma non sarà più come prima. A Natale mi hanno regalato Dj Hero:Renegade Edition. Dentro ci sono un sacco di remix e moltissimi pezzi storici. Che nostalgia quando sento “The Message” di Grand Matester Falsh. E “All eyez on me” di Tupac?? Non ce n’è: o arriva un miracolo e tutti gli artisti in vetta alle classifiche di adesso a cui viene affibbiato erroneamente l’appellativo di rapper( che ormai viene superabusato) si convertono e iniziano a fare serio rap unendosi ai tuoi gigante Jay e Slim e la gente li continuerà a seguire o la forza dell’ hip hop rimarrà tra le mura di noi amanti del genere e basta. Lil Wayne è un fallito, diciamo ha fatto solo una piccola scintilla per poi darsi al “rock” come ha detto lui. Confido cmq in uno spettacolare Relapse 2 e aspetterei prima di fare qualsiasi pronostico. Em è un ritardatario, tutti sapevano che non ce l’avrebbe mai fatta a far uscire il seguito di Relapse entro l’anno. Meglio così. Un’ultima precisazione: Em è sobrio da 18 mesi!Ed Elthon l’ha aiutato in questo e continuerà a farlo. Baci!
Brava SlimShadyGirl, sei una blogger ideale: ragioni e non usi parolacce. Come tutti qui su Soundcheck, mi fate felice di avere questo blog!! Queste sono le discussioni migliori.
@Nessuno
Si è vero hai ragione… ci si è basati sulle vendite anche li.
Zago mi è impossibile non essere d’accordo con te. Ottima analisi.
@Zago
gran bel post!! posso aggiungere qualcosa? 😛
in ambito elettronico bisogna aggiungere il “peso massimo” Shpongle e i Carbon Based Lifeforms, che hanno cambiato il concetto di ambient (i primi con influenze etniche, i secondi con una straordinaria precisione e manipolazione dei suoni).
ottimo il dubstep che può diventare un genere veramente interessante!
per il resto l’IDM si difende bene, ma molta elettronica “nuova” è mescolata con l’indie (ne parlo anche più avanti).
nel metal hai dimenticato Nile (assolutamente fondamentali) e Behemoth in ambito death, che sono probabilmente tra i gruppi estremi più importanti degli ultimi anni.
in ambito black i Peste Noire (nuova linfa vitale), i Deathspell Omega (la decostruzione dei pezzi di matrice post-rock importata nel black), i Darkspace (space black metal), e assolutamente gli Alcest che oscillano tra black metal e shoegaze (due mondi apparentemente inconciliabili) [[forse andrebbero inseriti nello “shoegaze revival”, ma in realtà nel nuovo disco torneranno più spunti black metal, a cominciare da certe linee vocali]].
poi l’esplosione del viking/folk metal con gruppi come Amon Amarth (che però hanno un sound vicino al death), Korpiklaani, ecc ma soprattutto i Moonsorrow, uno dei gruppi più interessanti dell’intero metal odierno (gente che fa suite epiche da mezz’ora).
ah già, in ambito avant-garde gruppi geniali sono i Diablo Swing Orchestra (buttano dentro TUTTO) e gli sconosciutissimi H.O.P.E. (un francese che mescola in maniera geniali il post black metal ai Muse, assolutamente da sentire! forse troppo “avanti” per i metallari)
per il resto
in ambito hip hop, secondo me è da tenere d’occhio il frangente che si mescola con l’elettronica tipo dubstep (che alla fine è un incrocio di hip hop e drum&bass/jungle dei primi ’90, il tutto con piglio moderno) e ovviamente le cose più sperimentali (ormai nel mainstream c’è poco da salvare) [[ah, in questo caso gli italianissimi Uochi Toki sono una pecora nera nel nostro paese]].
in ambito indie più underground/pazzo (come hai detto tu) mi pare la situazione vada molto molto bene (ormai gli Animal Collective e Patrick Wolf sono conosciutissimi! ai gruppi che hai citato aggiungerei gli Yeasayer, veramente interessanti) e mi sembra molto positiva questa riscoperta della psichedelia, del folk e in generale di quell’atmosfera eterea quasi “innocente” ma di qualità.
ah già, ultimamente sempre in crescendo l’utilizzo di elettronica (effetti, sample, loop) anche nel mondo indie!
cosa molto positiva, cosa che il metal non riesce assolutamente a fare (tranne rari casi come i deathers The Monolith Deathcult)
il nuovo elemento del prossimo decennio potrebbe essere il loop unito agli effetti/filtri: ormai le loop station o comunque i laptop (già comunque usati nei ’00) sono a portata di tutti e potrebbero diventare la vera novità, specialmente nei live visto che è molto più facile usare questa tecnologia negli ultimi anni.
è applicabile ovunque (ne fanno già uso gli Animal Collective) e può dare nuove sfumature se usato sapientemente.
questo è un esempio molto molto interessante: http://www.youtube.com/watch?v=Xr4YRsa5DPo&fmt=18
chissà cose potrebbe fare una band intera con questi nuovi giocattolini!!
avevo citato l’australiano Dub FX (che rientra pienamente in questa categoria) tra i migliori del 2009: il suo modo di fare musica è assolutamente da tenere d’occhio! http://www.youtube.com/watch?v=bioYs6oAD8g&fmt=18
Zago, complimenti: sei preparatissimo. Concordo con tante cose tra quelle che hai segnalato tu. Ma a te e agli altri blogger vorrei ricordare che il mio pezzo è stato pubblicato dal quotidiano Il Giornale e quindi, per evidenti motivi, il taglio doveva essere più commerciale e comprensibile a tutti.
Prima di tutto buon anno a tutti e soprattutto all’ospite di casa!!
Concordo con Nessuno, che nomi… per fortuna la linea generale di fine decennio è ben altra (quella di Radiohead, Arcade Fire o Sigur Ros, solo per dirne tre di centinaia) e non considera (giustamente), neanche di striscio “musica” come quella della Pausini o compagnia, almeno questo è quel che ho visto in decine di classifiche di fine decennio…
tre mesetti fa avevo provato a tracciare un riassunto del decennio: (P.S. spero non sia troppo lungo!!!!)
ANDREBBERO RICORDATI
Fra le cose positive abbiamo avuto ottime cose da alcuni reduci degli anni ’90 (Radiohead e Tool su tutti, ma anche “Vespertine” di Björk e i Nine Inch Nails), ma la linea comune dei “reduci” è stata comunque quella di mantenere alto il successo con lavori di mestiere senza tantissimo da dire (magari giusto per andare in tour da sold-out), basti pensare agli album che hanno pubblicato gente come U2, Red Hot Chili Peppers, Oasis, Green Day (anche se “American Idiot” verrà sicuramente ricordato), The Offspring, Pearl Jam, Depeche Mode, Placebo, Foo Fighters, Dream Theater, Jamiroquai, Air, Lenny Kravitz, Weezer, Incubus, R.E.M., Dave Matthews Band e Metallica (questi ultimi tre in ripresa con i rispettivi ultimi album). Però li inserisco fra le cose positive perchè comunque sono rimasti fra i pochi punti di riferimento della musica che conta a livello mainstream. Altri reduci degli anni ’90 come i Manic Street Preachers e Primal Scream sono andati avanti per la loro strada non trovando più il grande successo. Mentre altri hanno avuto una vera e propria seconda vita come i Dinosaur Jr. degli ultimi due album. I Blink-182 invece hanno realizzato il loro miglior album prima di sciogliersi. Infine gli Audioslave, supergruppo formato da pesi massimi degli anni ’90 (R.A.T.M+Cornell al posto di Zack) hanno realizzato un buon primo album prima di perdersi per strada con due album dimenticabili.
L’Indie-Rock, il genere che probabilmente (nelle sue varianti) ha dato di più alla musica in questa decade. Dopo gli insegnamente anni ’90 di band come Pavement, Built To Spill e Neutral Milk Hotel, nei ’00 il genere è esploso definitivamente. Molto importante in questo senso l’album di debutto dei The Strokes, ma anche gruppi come Arcade Fire, The White Stripes, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Modest Mouse, Broken Social Scene, The National, The Shins, The Libertines, The Notwist, Tv On The Radio, Death Cab For Cutie, Bloc Party, The Hives, Idlewild, The Decemberists, Okkervil River, Yeah Yeah Yeahs, Fleet Foxes, My Morning Jacket, Spoon, Vampire Weekend, Belle and Sebastian, The Raconteurs, Black Rebel Motorcycle Club, Clap Your Hands Say Yeah, Deerhunter, Death From Above 1979, Wolf Parade, Art Brut, The Maximo Park, Glasvegas, Cold War Kids, MGMT, Kasabian, Kaiser Chiefs, The Black Keys, The Kills, The Walkmen, The Gossip e The Wombats. Bene anche alcuni padri dell’indie rock degli anni ’90 come Flaming Lips, Mercury Rev, Built to Spill e Yo La Tengo Importante anche la branchia dell’ indie rock alle prese con il Post-Punk revival dai toni dark con gruppi come Interpol, Editors, White Lies e The Horrors e quella che ha cercato di ricreare la fusione fra musica funk/dance e il post-punk con nomi come The Rapture, Liars, !!!, The Faint, LCD Soundsystem, Klaxons (e il movimento nu-rave) e l’ironia dei Electric Six
Il Post-Rock, o meglio la sua evoluzione “epica-sognante-in crescendo”. Negli anni ’90 il post-rock classico era quello della decostruzione e delle sperimentazioni di Slint e Tortoise. Oggi si usa lo stesso termine per un genere abbastanza diverso come i grandissimi Sigur Rós e Mogwai (che già nella scorsa decade pubblicarono capolavori ), i Godspeed You! Black Emperor, gli Explosions in the Sky e i giapponesi Mono. Interessante e degno di nota anche il post-rock elettronico dei 65daysofstatic
Un certo revival dello shoegaze, contaminato di varie influenze: elettroniche nei M83, post-grunge nei Silversun Pickups, sperimentali nei Have A Nice Life, più classiche nei A Place to Bury Strangers, più indie nei The Raveonettes
La parte buona del nu metal, movimento/moda evoluzione del rapcore di 15 anni prima contaminato con influenze di vario tipo, dal metal al pop passando per l’elettronica. Un genere (come l’Indie Rock) ombrello che ricopriva band molto differenti. Fra i gruppi spesso accostati al Nu Metal degni di “passare alla storia” ci sono sicuramente i System Of a Down (“Toxicity” è un must-have), i Deftones di “White Pony”, i Korn (fino al 2002), qualcosa degli Slipknot e i primi Mudvayne. Il crossover di Hed (PE), One Minute Silence e Disturbed. In ambito modern rock/ post grunge non male i Godsmack e anche i primi degli Staind e dei Chevelle, così come i post-creed Alter Bridge e il Post-Grunge elettronico dei Vex Red (durati troppo poco)
Poi ci sono casi isolati, lontani da movimenti/generi di massa, come i Queens Of The Stone Age e il loro stoner rock, il country-rock dei Wilco, i Mars Volta (soprattutto/quasi esclusivamente il debutto), il math-rock dei Battles (e Foals), gli A Perfect Circle, i Dredg, Oceansize, i Porcupine Tree, i Mew, i Trail Of Dead, i Parts & Labor, i tedeschi Rammstein, i francesi Phoenix, Joanna Newsom, meteore (purtroppo spente troppo presto) come i Grandaddy, i Gomez e gli Eels (già protagonisti sul finire dei ’90), i Soulsavers con Lanegan, l’hard rock revival dei Wolfmother, la pazzia di Animal Collective, Devendra Banhart, Panda Bear e Grizzly Bear i colori di Of Montreal e Polyphonic Spree, il chitarrismo di John Mayer (meglio live che su disco) e il Il pop artistico di Patrick Wolf e Bat For Lashes.
I nuovi gruppi da stadio, ogni generazione ha band in grado di raggiungere le masse con una proposta onesta e in alcuni casi personale e decisamente degna di nota. Il gruppo che forse più di tutti rappresenta questa categoria sono i Coldplay. Ma anche i Muse e in forma minore (almeno dal lato qualitativo) The Killers e ultimamente i Kings Of Leon (vedremo se il loro successo clamoroso di questi giorni sia solo un fuoco di paglia o meno). Questi sono fra quei gruppi che riempiranno stadi e continueranno a vendere molto bene.
Sul lato dell’ elettronica come non citare i Daft Punk (ottimo “Discovery”) dei ’00, ovvero i Justice, il dubstep di Burial, il genio di Four Tet, i Röyksopp di “Melody A.M.”, i The Knife, i Basement Jaxx, gli Avalanches, il primo album dei Goldfrapp, i Boards Of Canada, The Field, i vecchi Coil, l’electro-pop dei Ladytron, i Moloko, gli Hot Chip, l’electroclash dei Fischerspooner e Peaches, Tiga, Junior Senior, Hercules & Love Affair, il tango moderno dei Gotan Project, Moby (all’inizio del decennio perchè poi ne ha azzeccate poche), i Pendulum e il grandissimo ritorno dei Portishead del 2008
Per quanto riguarda il metal è stata una decade molto interessante, a parte i già citati Tool e System Of a Down, è stata la decade del post-metal/sludge, basti pensare a gruppi come Isis, Neurosis (già fondamentali nella scorsa decade), Mastodon e Cult Of Luna. Outsider i grandissimi Agalloch, il prog degli Opeth, l’evoluzione sonora degli Ulver, i Boris e i droni estremi dei Sunn O))) e “Dopethrone” degli Electric Wizard . Buoni i lavori degli Iron Maiden dopo una decade da dimenticare e buon successo per i Nightwish. A livello mainstream è andato alla grande il nuovo metalcore (discreti gli Avenged Sevenfold), spesso però con gruppi poco degni di nota, degni di nota invece i Converge, i Dillinger Escape Plan e i Protest The Hero. Mentre in ambito post-hardcore e le sue evoluzioni da ricordare i Brand New, i Thrice, i Rise Against, i Circle Takes the Square, i Gallows, i Fucked Up, “The Argument” dei Fugazi e il grandissimo “Relationship Of Command” degli At The Drive-In. Qualcosa di buona anche in ambito “emo” dai Jimmy Eat World, dai Finch e dai Dashboard Confessional. Da ricordare anche il periodo post-Departed che ha portato in alto per qualche mese il folk-punk di Flogging Molly e Dropkick Murphys
Sul lato cantautorale da ricordare sicuramente Damien Rice, Antony and The Johnsons, Sufjan Stevens, gli ultimi attimi di Elliot Smith, Cat Power, Bon Iver, Bright Eyes, Sun Kil Moon, Badly Drawn Boy, Bonnie “Prince” Billy, Ben Harper, The Tallest Man on Earth, Ryan Adams, David Gray, Rufus Wainwright, il Beck di “Sea Change”, il Brian Wilson di “Smile”, le cover di Johnny Cash e i sempre grandi Nick Cave, Tom Waits, Scott Walker e Bob Dylan. Abbastanza bene, fra alti e bassi, anche Bruce Springsteen, che comunque ha mantenuto un grande seguito in tutto il mondo.
Il post-brit pop molto in voga nella prima parte (grazie al successo dei Coldplay) di decade di Travis, Stereophonics, Embrace (questi tre gruppi già star nella decade precedente), Doves, Elbow, Starsailor, Snow Patrol e in forma meno interessante ma comunque di successo dei Keane. Il New Acoustic Movement che per qualche tempo sembrava potesse esplodere con gruppi come Kings Of Convenience e Turin Brakes
Molto importante anche l’evoluzione dell’ hip hop in questa decade. Se dal lato mainstream oltre ad un grandissimo decadimento ci sono state ottime cose da parte di Kanye West, Eminem (i primi due), OutKast e Jay Z (“Black Album” e “Blueprint”), le cose più interessanti sono arrivate dal lato più sperimentale e innovativo come il post-hip hop dei cLOUDDEAD / Why?, il compianto J Dilla, Common, Madvillain e DOOM, il grime/Uk hip hop di The Streets e Dizzee Rascal, i CunninLynguists, Lupe Fiasco, Matisyahu, Missy Elliott, “Tha Carter III” di Lil Wayne, l’ultimo di Mos Def, il rap claustrofobico dei Dalek e El-P, la grande M.I.A., i sempre ottimi The Roots, Atmosphere, i N.E.R.D e i lavori di confine dei Gorillaz di Damon Albarn (con Deltron 3030)
Da ricordare anche le meteore The Darkness (e il loro revival di certo glam-rock), The Dandy Wharols e Gnarls Barkley
In ambito pop, è sicuramente stata la decade di più grande decadimento (ne parlo poi dopo). Parlando di generi sono stati dieci anni in cui si sono alternati, teen-pop, r&b/pop, pop-rap, soul-pop, emo-poprock pseudo punk e ultimamente un certo revival di electro-pop. Fra le poche cose degne di nota Amy Winehouse (e l’ondata retro-soul…vedi Duffy e Adele), il milionario pop-jazz di Norah Jones, il pop-finto-stupido-ma-non-stupido di Lily Allen e Kate Nash, il debutto di Alicia Keys, il neo-soul della grande di Erykah Badu e di Maxwell, Amy MacDonald, Paolo Nutini, James Morrison, Corinne Bailey Rae, Dido, Jack Johnson, John Legend, Joss Stone, Kelis (all’inzio), KT Tunstall, La Roux, Mika, Regina Spector, Scissor Sisters, Nelly Furtado (quando ha fatto cose serie), le prime cose 2Step di Craig David (prima di perdersi), Melanie C (che ha saputo proporre qualcosa di diverso dagli sgambettamenti delle colleghe) e il pop di massa ma comunque decente di Madonna, Gwen Stefani, Kylie Minogue e Robbie Williams. Incredibile il ritorno al successo dei Take That in una veste più seria e credibile. Non da buttare neanche i lavori solisti di Justin Timberlake, decisamente meglio che quelli con gli NSych
VERRANNO RICORDATI, MA NE AVREMMO FATTO ANCHE A MENO.
Iniziamo con una serie di cose non completamente da buttare ma comunque trascurabili, in poche parole se ci fossero state o meno, sarebbe cambiato poco.
Il mainstream rock made in USA dei Nickelback, dei Daughtry, dei Saliva, dei Theory Of Deadman, degli Hinder, dei 3 Doors Down, dei Bon Jovi (non ne hanno azzeccata una in questa decade) e di quel furbacchione di Kid Rock. “Chinese Democracy” dei Guns n’ Roses, un flop in tutti i sensi e i Velvet Revolver, qulche buon pezzo l’han fatto ma troppo poco.
Buona parte dei gruppi in zona-nu metal, che definirei passabili e piacevolmente ascoltabili ma che musicalmente hanno fatto più danni che altro (rovinando un genere che in partenza aveva molte cose da dare): i Linkin Park (carino il primo, l’ultimo indecente), gli Evanescence (poco nu metal ma comunque siamo sempre in questa area), i Limp Bizkit (che nei ’90 qualcosa di buono l’avevano fatto), i P.O.D., i Crazy Town, i Lostprophets, i Papa Roach, gli Hoobastank. Tutte band di successo e poco altro. In ambito “truccati”, il “love-metal” degli HIM è appena passabile, mentre Marilyn Manson ha completamente perso di vista il lato artistico della sua musica.
Il punk-pop di questa decade ha accentuato ancora più il lato pop (diventando sempre più sola immagine) rispetto alle buone cose fatte da Green Day e Offspring la decade precedente. I Good Charlotte, i Sum 41, i Simple Plan, i Yellowcard, i Paramore sono ottimi (cattivi) esempi.
Il “nuovo emo”, che non ha nulla a che vedere con quello degli anni ’90, commercializzazione e conseguente moda adolescenziale, formata da gruppi con discrete capacità ma completamente sprecate…qualche nome? Fall Out Boy, My Chemical Romance, 30 Seconds To Mars, Panic At The Disco e The Used (il primo era buono), senza scomodare l’infinità di cloni e gruppettini vari usciti sulla scia del successo di queste band.
Tutti quei gruppi che si ostinano a proporre cose retrò, senza aggiungere nulla di personale come i Jet. Tante meteore, innocue, discrete ma che purtroppo a pare 1-2 pezzi di successo non hanno lasciato nessun segno: Feeder, American Hi-Fi, Agustana, A, The Fratellis, The Feeling, Hard-Fi, The Enemy, The View, The Last Goodnight, The Calling, The Ark, The Rasmus ecc..
Certo metal fine a se stesso dei Dragonforce, Bullet For My Valentine, Trivium, Atreyu, gli ultimi In Flames (i primi invece sono stati anche piuttosto importanti), i Bring Me the Horizon
Fra le cose di cui potevamo fare sicuramente a meno c’è tutto il rap stereotipato e pieno di clichè che ha invaso le televisioni (in USA soprattutto ma anche da noi non è passato inosservato) nella prima parte del decennio, i principali colpevoli? 50 Cent, Diddy, Akon, Soulja Boy, Chingy, The Black Eyed Peas, Flo Rida, Chamillionaire, Fabolous, Ja Rule o Nelly, solo per citarne alcuni. Così come alcune star dell’ epoca d’oro del rap si sono trasformate in questa decade nella parodia di se stessi.
Le cose mezze latine e mezze rap di Sean Paul, Daddy Yankee o Pitbull. A proposito di cose latine…un Santana completamente da dimenticare.
La sovraesposizione di Timbaland, che può avere avuto anche l’intuito giusto a metà del decennio, ma poi si è spinto troppo oltre, diffondendo le sue basi un po’ ovunque. Il Pop-R&B al maschile che vorrebbe imitare i vecchi grandi del genere ma con un occhio (e spesso tutti e due) alle classifiche…gente come Usher, Ne-Yo o Chris Brown.
Le dive-pop del decennio, alcune dotate da un oggettivo talento vocale (sprecato) come Christina Aguilera, Anastacia, Leona Lewis e Beyoncè (e le Destiny’s Child che potevano puntare ad essere le TLC del nuovo millennio ma han buttato tutto all’aria), altre messe li semplicemente a fare due passi di danza e poco altro come Britney Spears, Jennifer Lopez, Katy Perry, Lady Gaga, Rihanna o peggio ancora Paris Hilton. Ovviamente non potevano mancare i “gruppi” ed ecco Pussycat Dolls (no comment), Girls Aloud e Sugababes (qualcosa di simpatico l’hanno fatto all’inzio). Poi ci sono state chi sulla carta avrebbe avuto le capacità di proporre qualcosa di buono ma che si sono accontentate di stare alle leggi del mercato, vedi Pink e Shakira.
Le due vocal-dive degli anni ’90, Mariah Carey e Celine Dion non hanno fatto altro che riproporre se stesse sempre con meno idee, ribadendo la loro nullità in qualsiasi ambito musicale, voce esclusa.
Il peggio però lo si è raggiunto con il Teen-pop in tutte le sue varianti (credo però che il peggio sia quel teen-pop/rock che vuole spacciarsi come rock)… qualche nome.. Tokio Hotel, Avril Lavigne, Jonas Brothers, Blue, NSync, Miley Cyrus, Kelly Clarkson, Jesse McCartney, Demi Lovato, Hilary Duff, Alizee, Jessica Simpson, Ashlee Simpson, Michelle Branch, Ashley Tisdale, The Veronicas, Cinema Bizarre, Aaron Carter, Lindsay Lohan, Busted e Kelly Osbourne (vi sfido a fare una lista peggiore).
In USA, il country totalmente storpiato a favore dei numeri di Taylor Swift e Rascal Flatts.
I gruppi pop rock con niente da dire e da dare come i Maroon 5, i OneRepublic, i The Script o i The Fray.
Gli incravattati della nostra generazione di successo clamoroso, Michael Bublè, Josh Groban e il gruppo Il Divo.
“Scream” di Chris Cornell, disco assurdo nella sua bruttezza…scelta inspiegabile, un neo grosso come una casa all’interno di una grande carriera, tutti ci si chiede perchè?
La dance-tormentone di Bob Sinclar, David Guetta, DJ Bobo, Basshunter, Cascada, Tiesto ecc…fino ad arrivare agli abissi di Crazy Frog. A proposito di tormentoni come non dimenticarsi delle Las Ketchup?
Fra gli abissi sicuramente anche Kevin Federline, i ridicoli Attack Attack! (il crabcore!!!) e Brokencyde
@SlimShadyGirl
scusa se mi permetto, ma dire che questi elencati da Giordano non sappiano fare il loro lavoro ma poi citare la classifica di Billboard (con dentro gente come Kanye West, Creed, Black Eyed Peas, Destiny’s Child, ecc..) solo perchè mette per primo Eminem, mi sembra un controsenso 😉
Caro Sig. Giordano!! Ero venuta qui semplicemente per farle gli auguri ma letto questo articolo mi tocca dire la mia. Quindi prima di tutto: Buon Anno!! Le auguro un felice 2010 che le porti tanta felicità!
Passiamo all’articolo: concordo praticamente con Nessuno. Come artisti internazionali sono stati citati quelli che hanno fatto più successo nell’ultimo anno, senza contare che hanno fatto canzoni commerciabilissime volte solo a far ballare la gente senza riempirle con un messaggio che abbia almeno un minimo di intelligenza. I BEP erano bravissimi secondo me agli esordi, ora sono diventati ridicoli. Lady Gaga è ridicola pure, anche se concordo che ha un talento che non sfrutta però per niente. Non parlo della scena italiana poichè non la considero più musica da tanti anni; una piccola nota la aggiungo per Tiziano Ferro che ha comunque una voce nuova potente e molto bella. Ma dopo i primi album mi sembra di continuare a sentire un’unica identica canzone. Bho non so che dire solo che mi dispiace che gente nel campo musicale non sa più fare il proprio mestiere. Ricordo a questi che come artista della decade è stato incoronato Eminem. Baci e auguri a tutti!
Ciao Giginho, grazie degli auguri!! Sì credo anch’io che sia difficile essere innovativi come si è stati quando il terreno era ancora da arare, come dicono i contadini. Perciò adesso bisogna essere meno categorici, meno pretenziosi e cercare di individuare quel poco di buono che la scena di volta in volta presenta. Io l’altra sera ascoltavo un disco dei Led Zeppelin e per l’ennesima volta mi sono reso conto che più in alto di quel livello lì è difficile andare.
Caro Paolo, innanzitutto auguri per un buon 2010.
Ti volevo fare solo una domanda. Nel tuo post si parla della qualità musicale del decennio appena trascorso e, giocoforza, di innovazione e creatività. Ma, con tutto quello che è già stato creato, non credi che essere creativi e innovativi sia ormai molto difficile? Fare dei capolavori all’altezza di quelli del passato è davvero ancora possibile? Personalmente, non lo credo, tu che dici?
il problema non sono le classifiche in se, ma sono le intenzioni di queste classifiche.
da persone “normali” si possono tranquillamente pretendere classifiche di gusto personale, ma da persone che LAVORANO con la musica, direi di no!
da loro io mi aspetto classifiche che guardino alla musica, non al successo o alle tendenze!!
Lasciando stare il panorama italiano (che ormai fabbrica solo cloni! il che non è un male in se eh, non si può sempre fare qualcosa di nuovo: il problema è che questi cloni vengono spacciati per artisti “NUOVI”. niente di più falso) perchè è fatto o di mainstream o di underground (penso che il caso di Tabula Rasa Elettrificata dei C.S.I. in classifica nel ’97 sia stato un caso più unico che raro, figuriamoci nei ’00).
ma nel mondo?
ok, i “soliti vecchi” big, ok artisti molto famosi come Coldplay e White Stripes.
ma come si fa a non nominare i Sigur Ros (forse i più innovativi degli ultimi anni, insieme alla scena americana che comunque è probabilemnte troppo underground)?
i Queens Of The Stone Age?
i System Of A Down?
i Muse (leggermente famosi)?
gli Slipknot?
gli Strokes (revival, ma comunque hanno lanciato un movimento)?
i Tool (uno dei gruppi più importanti degli ultimi 20 anni!!)?
sottolineo che molti di questi non sono nè i miei preferiti, nè li ascolto spesso (anzi!!).
ma da gente che lavora nella musica, non mi aspettavo certo che si fermassero ai (patetici) successi degli ultimi 2-3 anni.
questo sarebbe l’autorevole parere di persone con decine di anni di lavoro nel campo musicale?
ma la musica l’hanno ascoltata o ci hanno solo fatto i soldi?
tristezza, veramente!
Ciao Nessuno, auguri!! Lo so, immaginavo questa obiezione. Il discorso è ormai lo stesso e vale per quasi tutte le arti figurative. Direi che anche il cinema è piazzato allo stesso modo. Per dire: la maggiorparte dei critici cinematografici ha detto che Gran Torino di Clint Eastwood è uno dei 10 film più belli del decennio. Anche gli altri nove erano tutte produzioni top, con incassi stratosferici e casta supermega. Direi che la via di mezzo è sempre la soluzione giusta. Magari è sbagliato indicare nelle classifiche solo musicisti famosissimi. ma lo è anche nominare soltanto artisti conosciuti solo a una nicchia estrema. E poi, diciamolo, le classifiche sono belle perché ognuno può fare la sua.
Tiziano Ferro, Laura Pausini e Negramaro i migliori italiani degli anni ’00?
siamo proprio messi male! un qualsiasi gruppo prog italiano dei ’70 se li mangia a livello artisico/personalità.
vabbè, in fondo neanche a livello underground c’è stato qualcosa di decente in Italia nei ’00, dunque pazienza.
ma nel mondo?
Lady Gaga e Black Eyed Peas? ma stiamo scherzando?!?!
una è una copia giovane di Madonna (talento dove?? il talento ce l’aveva nel 2005 quando faceva canzoni intense al piano tipo Tori Amos, ora è una lolita pop-dance anonima!), gli altri sono degli ultratrentenni che giocano a fare i ragazzini.
mi chiedo:
ma questi che fanno le classifiche, guardano al successo o guardano alla musica?
perchè se nominano gente del genere basandosi sulla musica, vuol dire che forse dovrebbero ripassarsi i concetti di “nuovo” e “talento”.
se questi hanno talento, i Sigur Ros cosa sono, degli dei?
e hanno avuto anche successo, ci sono decine di band clone; il movimento ambient/indie/post-rock è più vivo che mai!
e gli Animal Collective e tutto il movimento freak/neo-psichedelico americano?
vabbè, da gente che nomina Lady Gaga e i BEP non è che potessi aspettarmi molto.
bravi discografici, bravi, continuate a fare soldi sull’ignoranza musicale della gente che crede di ascoltare “nuovi talenti”.
complimenti per l’onestà!