A Robert Plant piace il nuovo che sembra vecchio
[photopress:Robert_Plant_perfetta.jpg,full,alignleft]Bravo, così si fa. Robert Plant è arrivato in Italia, ha fatto un passaggio tv da Fazio con (tanta) musica e (poche) parole e poi ha rilasciato qualche intervista parlando chiaro. E cioè: niente polemiche, concetti chiari, lucidità. Insomma, i Led Zeppelin non si riformeranno mai più, lui sta benone e se ne frega se Jimmy Page cerca di far cantare a Steven Tyler le canzoni dei Led Zeppelin. Ma la cosa più bella è che Robert Plant, dicesi Robert Plant ossia un tizio che ha venduto oltre trecentomilionididischi con lapiùgrandebanddisempre, evita di cadere nel discorso dei plagi. Gli piace un tipo di musica e va bene chiunque suoni bene quella musica. E così, quando cita i Fleet Foxes e Midlake, si limita a dire quello che leggerete più avanti, guardandosi bene da sterili polemicucce su chi ha copiato cosa. Se non altro perché loro ne uscirebbero male, la musica peggio e lui si dimostrerebbe un tipo meno rock di quel che è. Bravo e basta.
Robert Plant, viene da noi in tv ma sono cinque anni che non sale su di un palco italiano?
«Eh certo che lo so, il promoter Claudio Trotta ogni tanto mi telefona e mi dice: vieni quando vuoi. Ma io ci vengo solo per mangiare bene».
D’altronde in Italia ora c’è molto bailamme, anche politico. Berlusconi?
(sorride – ndr). «Berlusconi avrebbe potuto essere nei Led Zeppelin, magari solo come tuttofare. Così avrebbe imparato a nascondere le sue donne, come ho fatto io…».
Sempre così, le piacciono le battute.
«In realtà, per quanto riguarda i concerti in Italia, tutti noi della band abbiamo progetti, è difficile mettersi insieme per fare un tour e io ormai sono troppo vecchio, e troppo saggio, per pensare di imporlo agli altri».
Però avete suonato qualche concerto per il cd Band of Joy.
«E ci siamo divertiti e abbiamo improvvisato. Durante i soundcheck, abbiamo suonato pure Hard rain’s a-gonna fall di Bob Dylan. In tv bisogna sempre reinventarsi, la radio suonano solo roba come Jay Z e Britney Spears ma a me piace sempre la tradizione rock».
Difatti ha rimesso in piedi la Band of Joy.
«Non è stato il mio primo gruppo ma senz’altro quello più forte. Poi io e Bonzo (il grandioso batterista John Bonham – ndr) abbiamo portato le nostre idee nei Led Zeppelin e le abbiamo mescolate con quelle degli Yardbyrds. Così sono nati gli Zeppelin».
E poi?
«Poi con il tempo il rock si è riempito di grandi cliché. E ora è per lo più una sorta di pop più rumoroso».
Sembra un po’ nostalgico.
«Diciamo che ormai sono un nonno, tanti amici se ne sono andati e sono rimasto qui con il mio cane. Ma la determinazione è il mio peggior nemico e quindi continuo con la mia musica».
A proposito, com’è quella che si sente intorno?
«Mi fa molto piacere ascoltare gruppi come Fleet Foxes e Midlake, hanno suoni familiari, sembra quello che suonavamo quarant’anni fa con i Band of Joy».
Nel disco ci sono anche traditional come Cindy, I’ll marry you someday e Satan your kingdom must come down.
«Quest’ultima avremmo potuta suonarla tranquillamente nel disco Led Zeppelin III. Jimmy Page (il chitarrista dei Led Zeppelin – ndr) e io cercavamo le radici della nostra cultura inglese».
Sono trascorsi quasi quarant’anni.
«Allora mi chiedevo: ma come cavolo fa gente come Johnny Cash o Bob Dylan a essere sempre in giro? Ma oggi lo capisco. Ed è anche vero che, quando cantavo Stairway to heaven nel 1972, non avrei mai pensato che avrei potuto ritrovarmi un giorno a parlare qui con la stampa neanche fossi il capo di una multinazionale».
Dicono che Jimmy Page trattasse con Steven Tyler degli Aerosmith per portare sul palco le canzoni dei Led Zeppelin.
«Embé, che male c’è? Se sono amici e stanno bene insieme…».
I Led Zeppelin si sono sciolti trent’anni fa, tre mesi dopo la morte di Bonham.
«Lui sapeva suonare davvero, era un maestro all’avanguardia. Oggi, e lo capite tutti, anche in questo conta molto di più la gestualità».
Ciao Roberta, di sicuro Ben Harper ti piacerà. Dal vivo è ancora meglio che su disco. Ma Robert Plant, ragazzi: grandissimo.
siete pronti per il mix ben harper – robert plant in quel di roma e / milano? non ho mai sentito harper dal vivo , pare un’occasione ghiotta. saluti .
ps band of joy dal vivo già erano affiatati lo scorso anno, presumo saranno irresistibili a questo giro !
Concordo con Mattias. L’interesse di Plant per la musica “Folk” è sempre stato abbastanza presente (per esempio in Led Zeppelin III o in “No quarter” con Jimmy Page del ’94).
E sicuramente lui, ora, ha il vantaggio di poter pubblicare una qualsiasi cosa senza lo … “stress da prestazione”.
Grazie Mattias
ma beato lui, arrivare a questo punto della vita, con alle spalle una carriera indiscutibile e fare musica libera dalla paura di non essere paragonabile a quella fatta prima dimostra quanto sia alto il suo livello di qualità artistica. Vederlo da Fazio eseguire pezzi cosí semplici, quasi folkloristici, mi ha davvero divertito e interessato. Cercare di fare sempre la stessa pizza con ingredienti che non ci sono piú non puó che sbiadire il ricordo di quello che si é fatto! Sapersi rinnovare e seguire il proprio credo musicale é da veri artisti e lui ha dimostrato dopo molti anni di esserne pienamente in grado!!! un merito indiscutibile! Bravo Plant
Sissignore!
Ciao Rocklento, certo “to lie” significa mentire. Ma, nella mia intepretazione, trattandosi di un pezzo sull’amore, credo che la traduzione potrebbe essere tradire: perché chi mente in amore sta tradendo la fiducia. Non sei d’accordo??
Sono d’accordo con te, senza ma e senza se, fino all’ultima parola. Mi unisco ai numerosi complimenti per il pezzo di Michael. Ma…e sì qui c’è un ma, to lie non significa mentire?
Rocklento, cosa pensi del singolo della Nannini??
ovviamente ciao e buon weekend a tutti!
se qualcuno sente l’antologia dei Madrugada gruppo norvegese,non dico che smette di ascoltare musica ma rimane di certo estasiato! C’e’ dentro di tutto,ma proprio tutto,suonato e cantato benissimo ,emozionante dalla prima all’ultima canzone.Se qualcuno lo compera e mi dice che non gli piace giuro che gli rimborso i denari e non rispondo picche :-)FANTASTICO,oppure puo’ mandarmi una mail …..
..chi ha detto scozzesi? Domani parto per Edimburgo.. eh eh eh.
Ne berrò qualcuna anche per voi.. musicamanti incalliti!
..sulla “diatriba” Elvis/Chuck (che casino ho tirato in piedi.. ih ih) la penso (se non si era capito!!!) come Mik Jodorowsky.
..consiglio musicale di fino anno (???) per gli amanti dello “space metal”: il nuovo di Arjen Anthony Lucassen’s Star One (“Victims Of Modern Age”) e, perché no, andiamoci a riascoltare “Killing The Dragon” del buon RJ Dio.
Slàinte a tutti!
Take That non sono male, Estranged! Cioè in quel genere lì c’è molto peggio.. Poi vocalmente se la cavano. Anche se secondo me il loro disco migliore è quello senza Robbie Williams.
Ho apprezzato il pezzo sul singolo della Nannini. Prendo spunto dalle due parole”titolo fuorviante” contenute nell’articolo, per confessare, con molta vergogna, di non fare sempre attenzione al testo delle canzoni durante il primo ascolto. Quando questo avviene frettolosamente e solo una volta, prediligo la musica e ignoro le parole. Titoli e musiche non bastano a far capire il significato che sta nel testo. Non tenendo conto di questa regola elementare, ciò che in un primo momento mi era sembrato piacevole, poi riascoltandolo attentamente, mi ha deluso. Scusate, ma la fretta e la mia ignoranza musicale, mi hanno fatto valutare in modo sbagliato una canzone.
Ascolterò con la dovuta attenzione, invece, il singolo della Nannini.
Sì Buzz, condivido quello che scrivi. E’ una realtà che però sta lentamente cambiando: la circolazione di suoni e di influenze è così profonda che dovremo abituarci a una maggiore uniformità di suoni. Oppure a una diversa differenza…..!! Grandi Rockets!! Su Galactica sono impazzito!! E ho persino scritto una lettera ad Alain Maratrat….(credo si scriva così). Ciao Buzz, buona serata.
Io adoravo i Rockets 🙂
mi pare che diciamo le stesse cose in maniera diversa, Elvis e Chuck Berry, due modi diversi di essere stati grandi nel rcok and roll. Ma io non dimenticherei anche due mondi completamente diversi,due vite agli antipodi. Secondo me, E a volte anche la provenienza ,il luogo di nascita e dove si vive ( e come) l’infanzia incidono. I tedeschi non sono gli austriaci ,gli irlandesi non sono gli scozzesi o gli inglesi. Cosi’ come tra gli italiani c’e’ differenza tra nord e sud. Sarebbe potuta nascere la “Catania’s wave” in Friulli? Verga e Pirandello avrebbero scritto le stesse opere di Gadda ed Ungaretti ? Credo di no.Il sound di Seattle sara’ sempre diverso dalla California,dalla Lousiana e da Nashville.Che dici Paolo?ciauz
Estranged, perché mea culpa?? Se uno fa una bella canzone, che male c’è a farsela piacere?? Quando ero ragazzino mi piaceva pure Robot (si cantava erreobiotì) di David Zed…….
Mik Jodorowsky, hai detto la cosa giusta (secondo me)